Un po' di filosofia orientale

Desideravo condividere con voi una geniale intuizione che ho letto sul libro "Il Gioco delle Emozioni" di Osho, pubblicato da Oscar Mondadori.

La prima cosa che si scopre meditando sull'oscurità, è che non esiste.
E' presente, senza avere esistenza alcuna, per questo è più misteriosa della luce: puoi cercarla ovunque ma non la troverai; è solo un'assenza, non ha esistenza in sé.
Se è presente la luce, l'oscurità non c'è; se non esiste la luce, ecco l'oscurità: è assenza di luce.
Ed è per questo che la luce va e viene, mentre l'oscurità, sebbene non esista, permane. E' possibile accendere e spegnere la luce, viceversa non è possibile creare, né distruggere l'oscurità: pur non esistendo, l'oscurità è sempre presente.
La seconda cosa di cui ci si rende conto, meditando sull'oscurità è questa: essendo inesistente non si può combattere. Se la combatti sei sconfitto in partenza; infatti come potresti sconfiggere qualcosa che non c'è? E poiché verrai sconfitto, penserai: "L'oscurità è potente, invincibile, visto che mi ha sconfitto". E' una cosa assurda, non ha alcun potere! Come potrebbe avere potere una cosa che non esiste? Sei stato sconfitto, non perché l'oscurità sia potente, ma perché tu sei uno sciocco: è sciocco cercare di combattere contro qualcosa che non c'è.
Nella tua vita hai lottato contro cose inesistenti, cose che assomigliano all'oscurità.
L'odio non esiste, è solo assenza di amore.
La rabbia non esiste, è solo assenza di compassione.
L'ignoranza non esiste, è solo assenza di illuminazione.
Eppure noi continuiamo a pensare in termini di conflitto: l'oscurità opposta alla luce. E' assurdo: l'oscurità non è contro la luce. Come potrebbe un'assenza opporsi a qualcosa di cui è l'assenza?