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Supremazia Cinese

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da eta beta, 5 Set 2008.

Status Discussione:
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  1. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Vi sottopongo alcune riflessioni sociologiche MOLTO personali sui motivi della supremazia cinese in alcuni sports tecnici e nel tt in particolare. Fatemi conoscere il vostro parere.

    ________________


    Oltre alla miriade di tradizioni e aspetti culturali così lontane dal modello occidentale, c’è anche l’aspetto propriamente politico che va compreso per inquadrare i motivi del successo sportivo di quel Paese.
    Del loro appartenere ad uno Stato di ispirazione Socialista, nel senso marxiano del termine, cioè uno Stato dove la dittatura del proletariato è la forma di governo in uso, l’aspetto collettivistico è quello che interessa alla comprensione della sfera sportiva.

    La formazione dell’atleta nel mondo occidentale oggi è votata al più esasperato individualismo, la stessa “chiamata in nazionale” viene vissuta con sempre minor emozione rispetto al passato (un passato nazional-fascista è diventato un presente egocentrico-consumista).
    La Cina, Paese governato con autoritarismo “popolare”, racchiude in sè la retorica nazionalista del fascismo in simbiosi con l’enfasi collettivistica propria del comunismo.

    Quindi, perchè il tennistavolo cinese è imbattibile?
    A mio avviso perchè la formazione dell’individuo atleta viene attuata in considerazione di ciò che l’atleta può fornire allo Stato in termini di “esempio” sulle masse e di successo propagandistico all’esterno; la prestazione esemplare e dimostrativa. Le aspirazioni PERSONALI dell’atleta vengono assolutamente in secondo piano. Ecco perciò che in modo autoritario possono essere richieste ai bambini selezionati nelle scuole primarie, sacrifici, prestazioni e dedizione assoluta che sono impensabili nel cosiddetto “mondo occidentale”.
    E’ questa supremazia dell’ideale collettivo su quello personale che orienta le scelte delle federazioni (e l’accettazione di quelle scelte da parte dei soggetti interessati) su chi debba essere colui che in quella determinata occasione DEVE essere messo in condizione, da parte di tutto il gruppo, di assurgere a “rappresentante” di tutto il popolo nella raccolta della Gloria.

    Il gioco di squadra è stato determinante anche nelle competizioni individuali perchè si arrivasse a consacrare l’atleta prescelto come “ideale” rappresentante della Nazione. L’individuo si piega così alla scelta della collettività e la collettività se ne avvantaggia perchè nessuna lotta fratricida verrà intentata in favore dell’uno a danno di tutti. Il singolo, dal canto suo, accetta di sottomettersi al bene collettivo nella consapevolezza, o nella speranza, che il sacrificio di oggi sarà ripagato in futuro dal sacrificio di altri in suo favore.
    E’ altrettanto chiaro che la moltitudine di praticanti offra la possibilità di allargare la base di selezione, il fatto di essere laggiù sport nazionale di una popolazione di milardi di persone, consente di operare una scelta sugli individui attitudinalmente predisposti dai quali, percentualmente, usciranno molti buoni giocatori, e fra questi, salendo nella piramide, una discreta squadra di fuoriclasse.

    Ma è l’aspetto più prettamente MOTIVAZIONALE ,di cui parlavo prima, a dare i frutti migliori.
    Motivazioni che sono anche di ordine economico. I bambini promettenti, di estrazione umile, “sentono” il peso delle aspettative familiari sulla loro volontà a dedicarsi con impegno infaticabile nello sport che potrà costituire il riscatto da una condizione di povertà.

    Sappiamo che per alzare la soglia di rapidità di percezione e di esecuzione nel tt è necessario acquisire il maggior numero di automatismi tali da condizionare le nostre capacità cognitive. E’ attraverso il cosiddetto “riflesso condizionato” che l’atleta di pingpong riesce a superare il proprio limite reattivo.
    Purtroppo solo con lunghissime sedute di ripetizione di movimenti schematici si raggiungono risultati eclatanti. Cominciando da bambini a ripetere quasi macchinalmente i movimenti base, si apprende quella capacità di esecuzione e di controllo del “gesto atletico” del pongista.

    Via via, con l’apprendimento delle complessità crescenti dei colpi e delle situazioni di gioco, e la costante, ripetitiva, applicazione degli stessi, si forma il bagaglio tecnico/atletico del ragazzino, sino ad arrivare all’acquisizione, e soprattutto alla padronanza, di quegli automatismi che spesso fanno la differenza tra "noi" e "loro".
    Credo sia inimmaginabile proporre ai giovani occidentali una quota di sacrificio che vada oltre la soglia del divertimento. Un “lavoro” finalizzato a qualcosa che non puoi cogliere da subito in termini ludici. L’esito sarebbe la fuga dalle palestre. In Cina non credo corrano questo rischio e quindi è più facile per un coach ottenere attenzione, dedizione ed infine.. RISULTATI.
    Credo sia difficile convincere un bambino italiano che se diventerà un campione di pingpong, la Nazione tutta si riempirà di Gloria per tramite suo e la sua famiglia potrà vivere con maggiore agiatezza.
    Rassegnamoci perciò ad aspettare che le rivendicazioni sul salario e sull’orario di lavoro conquistino cittadinanza in quel Paese e diventino espressioni d’uso quotidiano. Noi non saremo più forti, loro diventeranno necessariamente un poco più “deboli”.
     
  2. mago

    mago Professionista

    Nome e Cognome:
    Erich Schuster
    Categoria Atleta:
    3a Cat.
    Squadra:
    Sarmeola Padova
    Ottima disamina. Collettivo, idea di nazione, ma anche sport nazionale e mentalità comunque più disposta al lavoro sotto certe condizioni e patimenti per arrivare a conseguire uno scopo. Non solo in Italia (dove secondo me c'è ancora più difficoltà), ma anche in Germania le nuove generazioni stanno perdendo di vista l'aspetto del sacrificio per ottenere uno scopo che non sia ludico, perlomeno non sono disposti a certi ritmi, impegni, sofferenza e disciplina. La figura stessa dell'allenatore perde "smalto", non si accetta spesso l'autorità dei genitori (spesso "distratti" nel comunicare certi valori) figuriamoci quella di allenatori che neanche hanno durezza e autorità necessari, il mondo cambia. Quando si era piccoli e l'allenatore ti mandava a casa perchè avevi fatto casino, le prendevi in aggiunta, ora i genitori vanno a protestare, dicendo che "pagano la quota". Si sta perdendo anche la "cultura" del premio e della punizione, del valore del coltivare la propria passione anche a prezzo di poco rientro economico e di duro lavoro, il voler dimostrare a se stessi qualcosa, soppiantati dal vantaggio immediato, facile e lucroso. Nel TT poi, anche i migliori d'Italina, non diventano certo milionari. In una società troppo mediatica, una grande drogheria, hanno valore soldi, successo "facile" e divertimento, principi e valori non contano.
    Le prospettive non sono rosee, è un fatto che parte appunto dal sociale e la famiglia, parte della società in...evoluzione e influenzata dai media, non approfondisce spesso il valore di certi concetti e di certi principi per cercare di dare un vero sostegno educazionale e psicologico al giovane, cosa che invece sarebbe utilissima non solo nel TT ma anche in tante situazioni della vita, oltre al modo di rapportarsi con gli altri.
    Poi naturalmente ci sono altre causali, numero di partecipanti, mentalità (nel senso di orientamento di certi meccanismi mentali e carattere riferiti a questo sport) tradizione, mancanza di gratificazione economica, allenatori, difficoltà logistiche, solidità dei clubs ecc.
     
  3. lele

    lele Table tennis for ever !

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    L'emergere in un paese come la Cina, costituito da decine di milioni di persone, è un fatto quasi genetico. E' forse difficile emergere per il lavoro (visto che tutti lavorano come....cinesi) e allora perche' non farlo con lo sport. Il risultato è una nobilitazione nazionale e sociale (oltre che economica) che tocca la famiglia e l'atleta in quale surge a livello di esempio popolare.
    Da noi questo non succede. La gente è motivata piu' da un risultato personale (cfr. l'intervista dei ns. atleti al Quirinale), da una soddisfazione intrinseca, da una emozione da dividere con pochi. E' la nobilta' del gesto atletico che conta e non la elevazione popolare: i ns. atleti ancor ora non si rendono conto del 'vespaio' sollevato con le loro imprese.
    Finche' ci sara' in Cina una tale 'popolarita' sociale' non è pensabile che possa avere lo stesso risultato in paesi europei; in particolare per il t.t. dove solo pochi hanno avuto il privilegio di essere 'considerati' nel continente asiatico. Il tutto IMHO
     
  4. mencozzi

    mencozzi Utente

    Nome e Cognome:
    gianfranco
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Squadra:
    T.T.Tifernum
    Più che uno sport una religione di stato. Per usare un'equazione matematica si dovrebbe dire che il ping pong sta ai cinesi come il baseball sta agli americani,il cricket agli inglesi,o più concretamente il calcio a noi italiani.
    In cina la passione per il tennis tavolo,coinvolge tutti,senza limite anagrafico,preferenza di genere o classe e soprattutto senza bisogno di grandi spazi.Tutti motivi che fanno sì che il popolo cinese lo pratichi ovunque e questo non lo rende solo lo sport nazionale,ma una parte importante dell'iconografia del paese.
     
  5. Fedex_pb

    Fedex_pb Nuovo Utente

    Va beh dai ragazzi non possiamo pretendere tutto ciò da un paese come l'Italia...
    L'italia sta andando a rotoli ogni giorno che passa e di certo noi italiani facciamo la stessa fine.
    Forse 50 anni fà la mentalità era prettamente più chiusa nel nostro paese ma di certo insegnavano già ai ragazzini di 5 anni cosa voleva significare vincere per qualcuno o qualcosa.
    Con questo non voglio simpatizzare per nessuna linea politica (anche perchè attualmente di tutto si può parlare tranne che di politica) però al giorno d'oggi la gente, come è già stato detto, si spinge nel fare qualcosa al solo scopo personale, per una soddisfazione con sè stessi.
    Per carità, anche questo è un fattore molto importante ma di certo non primario.
    Fatto sta che il modo di pensare occidentale non cambia da un giorno all'altro e dobbiamo essere noi per primi a capirlo.
    La Cina non sarà un paese a livello mentale aperto (basta pensare alla vicenda del Tibet) ma rimane comunque una nazione che fà di tutto per progredire collettivamente.
     
  6. Marco_Bertini

    Marco_Bertini Nuovo Utente

    Squadra:
    Dopolavoro Ferroviario Viareggio
    Come ad esempio non far sapere il numero delle persone fucilate... e non ci vuole mica molto a farsi ammazzare laggiù; pensandoci bene in Cina si vedono molti scioperi, molte manifestazioni...
    "In Cina il numero delle esecuzioni e' considerato un segreto di Stato ma secondo le organizzazioni umanitarie sono tra le sette e le ottomila all'anno."
    Se questo significa progredire collettivamente... preferisco regredire in una paese come l'Italia
     
  7. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Non confondiamo la gente col governo che la "amministra". La questione tibetana è un fatto tra il governo centrale laico e comunista contro un' autonomia teocratica. Senza parteggiare per l'uno o per l'altro, pur essendomi molto ma molto + simpatici i NON VIOLENTI credo sia un po' quello che vediamo anche nel conflitto Russo/Georgiano o nella guerra in Cecenia. Gli imperi faticano a sgretolarsi. E noi cosa faremmo se l'Alto Adige proclamasse l'indipendenza? Non manderemmo l'esercito NAZIONALE a ripristinare l'ordine costituito? L'esercito Serbo agiva come Esercito Yugoslavo ma erano solo i soldati a pensarlo. Meglio non ci lanciamo in discorsi TROPPO politici e restiamo nell'ambito della "politica nello Sport".
     
  8. mago

    mago Professionista

    Nome e Cognome:
    Erich Schuster
    Categoria Atleta:
    3a Cat.
    Squadra:
    Sarmeola Padova
    Sull' "altro lato" della Cina, certo, è...migliorabile, sensibilizzando si otterrà forse qualcosa. Ma questa è politica...gli altri, USA per primi che parlano bene e razzolano peggio di tutti, assetati di petrolio e di sangue, convinti di essere i migliori del mondo e con l'anima da pionieri del Far West (conquistiamo tutto e mandiamo via gli indiani) non sono tanto meglio.

    Mai sazi, hanno spinto la Georgia ad attaccare per primi, 2.000 morti russi che vivevano in Ossetia, solo perchè gli USA vogliono andare ad "aiutare" dopo aver mandato avanti gli altri a crepare...avvicinarsi alla Russia con le proprie basi, scudi...dominare Iraq, Afghanistan e dare dei terroristi ai partigiani, bagni di sangue ogni giorno, stavano meglio prima con Saddam.
    Chi non si lascia dominare, Iran, N.Corea...(che non fanno male a nessuno) sono dipinti come "pericolosi" per il mondo, per aver una scusa di attaccarli e schiavizzare anche loro...
    I cinesi almeno dicono, nella loro crudeltà "fatevi gli affari vostri, noi facciamo così e basta, lo ammettiamo", gli USA si mettono su un palco, giacca cravatta e sorriso Colgate (e lo sguardo da killer della Rice) e dicono noi portiamo democrazia (quale ?), libertà (???)a chi non ha chiesto nulla...e se non volete la nostra "democrazia" (dominio) vi rompiamo il cu.lo.
    Vanno a portarla con le portaerei, i missili e truppe che ogni giorno combattono con le popolazioni locali. Non hanno un po' di ritegno, accusano la Cina all'inizio delle Olimpiadi, sul Tibet...loro che vogliono dominare tutti e ammazzano ogni giorno donne e bambini.

    Beh, in Italia, oltre al disinteresse endemico per questo sport...parlare di collettivismo nel paese più individualista del mondo...dove prima conto "io", poi la mia famiglia e poi...basta :rotfl:
     
  9. mr friendly

    mr friendly Utente Noto

    Qualifica Tecnico:
    Allenatore FITeT
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Squadra:
    A.C.S.D. Sant'Espedito
    è proprio questo il punto: il paese individualista. quindi egoismo e successo personale prima di tutto.

    chi vuole fare enormi sacrifici per ottenere solo ed eventualmente soddisfazioni senza alcun ritorno economico???
     
  10. mago

    mago Professionista

    Nome e Cognome:
    Erich Schuster
    Categoria Atleta:
    3a Cat.
    Squadra:
    Sarmeola Padova

    Già e poi la tendenza del mondo occidentale non mi sembra proprio orientata alla valorizzazione di principi, alla rivalutazione di valori, ma solo al vantaggio immediato, facile, di soldi, successo, cose frivole e assolutamente...materiali...ma non dico la gente di 30, 40 anni...già i ragazzini di 13 (si parla di tendenza, ovviamente, senza generalizzare). Oltretutto è difficile imporre un'autorità, in un ambiente (palestra), in quanto la mentalità non è basata più su gerarchia, rispetto anziano o competenza, ma sul "ho solo l'età da Vespa 50, ma so tutto,come te che ne hai 50.." .e "pago la quota e quindi mi impegno e mi comporto come voglio". E questo, ripeto, dappertutto, Germania, Slovenija (un po' meno), Francia ecc. Così non si va avanti, ovviamente.
     
  11. Marco_Bertini

    Marco_Bertini Nuovo Utente

    Squadra:
    Dopolavoro Ferroviario Viareggio
    quoto tutti e due gli interventi del Mago! belle e giuste parole...
     
  12. andkk

    andkk Nuovo Utente

    In cina i giovani giocatori non penso debbano fare 20 chilometri per trovare un tavolo e persono con cui giocare come devo fare io 2 volte a settimana..
    In europa ma in particolare in italia è più facile trovare campi di bocce che un tavolo da ping pong.
     
  13. Fedex_pb

    Fedex_pb Nuovo Utente

    Questo è vero ma ora si stava facendo più un discorso socio-mentale che materialistico.
     
Status Discussione:
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