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rossa/nera sul dritto o sul rovescio?

Discussione in 'Guide sui Materiali' iniziata da Massi Allround, 26 Set 2012.

Status Discussione:
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  1. carmelomaf

    carmelomaf Utente Noto

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    mia esperienza personale

    sia gomme tedesche che giapponesi che cinesi

    le nere sempre migliori, più morbide e più spinnose
     
  2. sale92

    sale92 Utente Attivo

    Più spinnose si, ma a me sembrerebbe leggermente più dura semmai.... Se fossero state più morbide avrebbero avuto di conseguenza meno spin!!
     
  3. tt salento

    tt salento "... sei uno scarsone..."

    Squadra:
    tt salento
    forse sono troppo scarso per rendermene conto, ma non ho mai riscontrato queste differenze tra nere e rosse...
    uno dei miei allenatori, mi ha raccontato che in passato queste differenze si vedevano nettamente, ma ormai credo che le gomme, almeno quelle prodotte con degli attenti processi produttivi, siano praticamente identiche tra loro.....
    comunque .....
    Nera sul dritto :D
     
  4. dan.976

    dan.976 Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    danilo silvestri
    Squadra:
    ASD FUTURA 94
    si, noto anch'io questa tendenza...
     
  5. RevanII

    RevanII Utente Noto

    Avevo letto da qualche parte che in cina il nero aveva anche una specie di valore simbolico che significava "forza", mentre il rosso una cosa come "acume", da lì la tendenza di molti giocatori ad usare la nera sul dritto e la rossa sul rovescio (col dritto fucilate, il rovescio più tattico per intenderci, anche se in realtà i cinesi... :D ). Infatti l'unico cinese della nazionale che usa la rossa sul dritto è ma lin che si sa è un volpone (non che poi tiri piano!!!).

    Potrebbero essere tutte vaccate comunque :p

    Io sempre nera sul dritto, però qualcuno mi può spiegare la storia delle puntinate? Con loro c'è davvero differenza invece?
     
  6. sale92

    sale92 Utente Attivo

    Ma lin ha smesso di usare la rossa sul dritto da tanti anni ormai! Si sarà guardato intorno ed avrà capito ke se tutti i suoi compagni utilizzano la nera sul dritto ci sarà un motivo!
     
  7. Iomla

    Iomla Utente Attivo

    La storia delle puntinate e' semplice le rosse tengono meglio il trattamento nelle nere invece si vede ! :D
     
  8. pierandrea58

    pierandrea58 Nuovo Utente

    Nome e Cognome:
    pierandrea cappelletti
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Rossa diritto
    Nera rovescio
     
  9. illupo

    illupo Utente

    Nome e Cognome:
    salvatore amico
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    oikos
    Con la nera sul rovescio non si vedono i segni del dito.....ahahahah
     
  10. ri65

    ri65 Utente Attivo

    Nella puntinata mo wang 2 della Globo la rossa è più dura della nera
    Nella puntinata curl ph la nera è più dura della rossa
    La m1 rossa mi sembra ( ma non sono sicuro...) grippa più della nera.
     
  11. rubio

    rubio Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Mauro Barbieri
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Squadra:
    fortituto
    indifferente..devo dire ke nelle acuda s2 mi è senbrata più gripposa la rossa,ma forse sbaglio..
     
  12. MATADOR

    MATADOR Utente Noto

    Nome e Cognome:
    DARIO CIOFFI
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    ASD TT MEDITERRANEO BUSETO-TP
    emm...emm....
    un thread interessante ove il sottoscritto, senza titolo culturale in merito...(a parte rispondere che uso la rossa sul dritto e la nera sul rovescio semplicemente perchè ho sempre giocato cosi'...) deduce che:
    qualcuno dice che le rosse sono più morbide ergo sono piu' spinnose..... qualcuno dice che le nere sono piu' dure e piu' spinnose, qualcuno dice che le nere vivono di "forza" propria.... qualcuno dice che le nere sono da sempre piu' veloci..... qualcuno dice che ha trovato le rosse piu' veloci.......:mumble::mumble::mumble:
    Agnosticamente la risultante a questo punto è una verità soggettiva e non oggettiva.... probabilmente ogni gomma di ogni singola marca puo' variare rispetto alle caratteristiche di una stessa gemella di colore opposto, piu' per qualche mancanza nel processo qualitativo di realizzazione, che per un misterioso feeling legato al colore.... (fermo restando che la storia della vulcanizzazione di Andras la reputo piu' che veritiera specie per il passato....) ... quindi le differenze non si noteranno in uno standard qualitativo di produzione... si noteranno ove non c'e' .....
    La leggenda di Revanil della forza (molto intrigante) giustificherebbe ampiamente la preponderanza asiatica sul dritto verso il nero, del resto molti europei usano le rosse e sarebbe strano che tutti gli europei non si fossero adeguati se esistesse una reale variazione di velocità.......
    Detto cio' se Seguso (giocatore rispettabilissimo e anche forte...) ha pensato di giocare con le nuove palline di PVC, per accorgersi poi di aver usato le care vecchie palline..... un pò la qualità dei prodotti, un po' le nostre suggestioni , un po' quello che vorremmo che fosse.... possiamo sicuramente dire tirando le somme che spesso le nostre sensazioni sono frutto di distorsioni scaturenti da questi fattori (tutto in buonissima fede...tranne qualche caso delirante legato ad esseri mitologici che meritano un discorso a parte......ndr....) , percio' che dire.....
    Scegliamo i colori che più ci aggradano....mettiamo più testa ad allenarci e meno a pensare cosa dovremmo mettere o scegliere o comprare.... forse quel miglioramento del 20% (ottimistico....) che ci danno i materiali (secondo me spesso producono peggioramenti....) lo potremmo tramutare in 50 % di miglioramento .....
    Una semplice opinione non spassionata ma molto "appassionata" di un giocatore "scarso" che ama pensare di poter migliorare avvicinandosi a qualche verità.....

    EL MATA

    p.s. Invece mi piacerebbe tanto che qualcuno mi illustrasse la differenza tra la gomma morbida e dura ..... qui pensavo si potesse opinare poco e invece ho visto pareri contrastanti.... io ho sempre pensato , oltre ad averlo sentito più volte, che le dure sono più votate alla velocità mentre le morbide allo spin... ma a questo punto non ho più certezze... gradirei pareri autorevoli.

    Mille grazie.
     
    A nemesi piace questo elemento.
  13. Super geo spin

    Super geo spin Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Marco Sanfilippo
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Per i più esigenti:
    Gomma

    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
    [​IMG] Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Gomma (disambigua).
    [​IMG]
    [​IMG]
    Componente in gomma di un telecomando
    La gomma è un materiale caratterizzato dalla possibilità di essere allungato notevolmente e poter tornare rapidamente alla lunghezza iniziale quando cessa l'azione che ne aveva causato l'allungamento (in altre parole è un materiale dotato di elevata elasticità).
    La gomma è costituita da sostanze chimiche chiamate "elastomeri"; tali sostanze determinano il comportamento elastico delle gomme; gli elastomeri sono costituiti da molecole di elevatissima lunghezza, che sono quindi delle "macromolecole" (in particolare ciascuna macromolecola ha un peso molecolare di alcune decine di migliaia di unità di massa atomica); tali macromolecole in condizioni di riposo sono ripiegate su loro stesse, mentre se sottoposte a trazione sono capaci di distendersi, per poi riprendere la configurazione originaria al cessare della sollecitazione. A differenza delle macromolecole dei polimeri termoplastici, le macromolecole che compongono la gomma hanno un certo grado di reticolazione, cioè le macromolecole non hanno una struttura "filiforme", ma più "intrecciata" (come una rete), e questo permette alle macromolecole di essere vincolate a muoversi attorno a dei "punti fissi" (i "nodi" della rete), in modo da ripristinare la configurazione antecedente alla sollecitazione.
    Talvolta il termine "gomma" viene utilizzato per indicare lo pneumatico, che invece è un particolare utilizzo della gomma.
    Indice
    Storia

    [​IMG]
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    Pittura azteca di un'offerta votiva di una palla in gomma.
    Le gomme sintetiche di più antico impiego sono il cloroprene (Neoprene), la gomma stirolica e la gomma nitrilica, introdotte inizialmente in Germania con il nome di Buna-S e Buna-N.
    Classificazione

    Vi sono attualmente in commercio due tipi di gomme: quelle naturali e quelle sintetiche.
    • Le gomme naturali, secondo la normativa UNI 7703, si ottengono coagulando il lattice ricavato da alcune piante tropicali (in particolare Hevea brasiliensis) e raccolte tramite incisione del tronco della pianta. Hanno ottime caratteristiche meccaniche, ma scarsa resistenza agli agenti atmosferici, alla temperatura ed a molti composti chimici.
    • Le gomme sintetiche vengono prodotte a partire da semplici idrocarburi generando tramite polimerizzazione lattici artificiali successivamente coagulati, sono attualmente disponibili molti elastomeri artificiali, aventi caratteristiche meccaniche e di resistenza chimica assai diversificate.
    Per la classificazione degli elastomeri si fa riferimento alla DIN/ISO 1629, la quale deriva dalla ASTM D 1418-79.
    Tale norma suddivide le gomme sintetiche in 5 gruppi:
    • gruppo M: polimeri che contengono catene polimeriche sature di polietilene. Fanno parte di questo gruppo: EPDM, ACM, CSM, FEPM, FFPM, FPM
    • gruppo O: polimeri che contengono atomi di ossigeno.Fanno parte di questo gruppo: CO, ECO;
    • gruppo Q: polimeri che contengono atomi di ossigeno e silicio. Fanno parte di questo gruppo: FMQ, MQ, PMQ, PVMQ, VMQ;
    • gruppo R: polimeri che contengono carbonio insaturo. Fanno parte di questo gruppo: BIIR, BR, IIR, CR, IIR, IR, NBR, SBR;
    • gruppo U: polimeri che contengono carboni, ossigeno e azoto. Fanno parte di questo gruppo: AU, EU.
    Polimeri e copolimeri dienici

    Polimeri dell'isoprene

    [​IMG]
    [​IMG]
    Estrazione della gomma naturale
    Il poliisoprene naturale è anche detto gomma naturale o caucciù.
    Lattici gommosi si possono ottenere da numerose piante: se ne contano più di trecento, tutte viventi nei territori tropicali. Quella di gran lunga più importante è Hevea brasiliensis, originaria del bacino del Rio delle Amazzoni (Parà), attualmente coltivata in tutte le regioni tropicali e sub-tropicali adatte, che da sola fornisce circa il 90% della produzione mondiale di gomma naturale.
    La gomma naturale, pur avendo molte utili proprietà, presenta anche alcuni inconvenienti. Un tempo i manufatti di gomma risultavano appiccicaticci e maleodoranti, rammollivano con il caldo e indurivano con il freddo. Si cercò allora, mediante trattamenti meccanici e miscele di opportuni additivi, di render stabili le proprietà della gomma. Un primo successo si ottenne con il masticatore a cilindri concentrici di Th. Hancock che, snervando il materiale, lo rendeva plastico e idoneo ad assorbire gli additivi (1820); ci si rivolse quindi alla ricerca di metodi di lavorazione chimico-fisici delle mescole e, con solventi idonei (etere, trementina, petrolio), si giunse a ottenere soluzioni gommose relativamente stabili adatte a impermeabilizzare tessuti (Ch. MacIntosh, 1823) e a ottenere fili elastici (Th. Hancock, 1837).
    La completa stabilità delle proprietà della gomma fu ottenuta nel 1839 da Charles Goodyear che inventò la vulcanizzazione , un processo mediante il quale si creano delle reticolazioni fra le catene polimeriche per riscaldamento della gomma in presenza di zolfo. Le reticolazioni aumentano la resistenza della gomma e fungono in un certo senso da "memoria" che aiuta il polimero a riprendere la forma originale dopo uno stiramento.
    L'organizzazione di una piantagione di Hevea richiede notevoli capitali, sia per la vastità dei terreni necessari sia per la preparazione di questi, la semina, il trapianto delle piantine; così pure la raccolta del lattice è assai complessa e richiede l'impiego di personale specializzato.
    Ciascuna pianta produce quasi 3 kg di gomma essiccata all'anno, alternando periodi di produzione a periodi di riposo.
    In media su 1 ettaro si piantano tra i 250 e i 300 alberi e la relativa produzione si aggira quindi sui 500/600 chilogrammi all'anno di caucciù, ma in alcuni casi, con colture particolarmente selezionate, si possono raggiungere i 2.000 kg/ettaro.
    L'estrazione del lattice si ottiene incidendo un sottile e stretto strato di corteccia lungo un tracciato per lo più a lisca di pesce, ossia con una linea centrale longitudinale e varie altre oblique a essa convergenti da ambo i lati; il lattice che cola dai diversi tagli si raccoglierà alla base del tratto verticale con un recipiente fissato al fusto.
    L'operazione viene ripetuta periodicamente su ciascuna pianta, ma sempre in zone diverse, avendo cura di non ritornare sullo stesso tracciato prima di 6-7 anni.
    Il lattice estratto dalle piante viene coagulato con fumi di legni resinosi per ottenere la “para”, oppure con aggiunta di acido acetico o acido formico e successivamente essiccate a caldo per ottenere il “crèpe”.
    La gomma essiccata si ricava per diluizione del lattice al 15% e acidificazione con acido formico con conseguente coagulazione e precipitazione sul fondo; un successivo passaggio attraverso una calandra a cilindri rotanti le impartisce la forma di fogli lisci o crespati. Il prodotto è poi inviato all'essiccamento in stufe in presenza di fumo di legna. Negli ultimi tempi la gomma è stata immessa sul mercato anche sotto forma di balle ricavate per granulazione del coagulo, essiccamento e compressione in stampi.
    La gomma essiccata, in balle, se ha subito un lungo processo di immagazzinamento che può aver indotto cristallinità, viene tagliata e riscaldata a 30 °C e quindi inviata ad un masticatore dove viene sminuzzata sia per poterla mescolare ad altre qualità di gomma sia per ridurne la viscosità che durante l'immagazzinamento può essersi eccessivamente innalzata a causa dei processi di reticolazione. Segue una fase di miscelazione, che permette di aggiungere i componenti necessari a ottenere la resilienza e la resistenza meccanica proprie della gomma: i riempitivi per diminuire il costo e impartire resistenza meccanica (nero di carbone, silicato d'alluminio); antiossidanti e antiozonanti (arilammine, fenoli, diarilammine) per ridurre l'effetto dell'invecchiamento; plastificanti (acido stearico); oli per diminuire la viscosità; composti di zolfo e acceleranti necessari per la vulcanizzazione.
    Per sovravulcanizzazione si ottiene l'ebanite, sostanza rigida e fragile, assai resistente agli agenti chimici.
    Polibutadiene

    Gomma stirolo (o stirene)

    Meglio note come gomme SBR (dall'inglese Styrene-Butadiene Rubber). Hanno discrete caratteristiche meccaniche, sono utilizzate, per il loro basso costo, in applicazioni relativamente non impegnative in sostituzione della gomma naturale, principalmente per pneumatici.
    Gomma nitrile

    Mostrano elevata resistenza all’azione degli idrocarburi alifatici (meno agli aromatici), dei solventi non polari, degli oli e dei grassi, e resistenza alla temperatura anche fino a 160 °C. Sono sensibili all’ossidazione. Le gomme nitriliche, secondo la ISO 1629, sono identificate dalla sigla NBR.
    Copolimeri butadiene-vinilpiridina

    Hanno caratteristiche analoghe alle nitriliche, ma comportamento assai migliore alle basse temperature (al di sotto di – 30 °C)
    Polimeri del clorobutadiene (neoprene)

    Hanno caratteristiche meccaniche leggermente inferiori a quelle della gomma naturale, ma miglior resistenza all'ossidazione, agli idrocarburi, alla temperatura. Il mix di caratteristiche, pur se ciascuna in assoluto non eccellente, li rende adatti a moltissime applicazioni. Viene utilizzato nell' industria e per la produzione dei tessuti delle mute subacquee.
    Polimeri e copolimeri di monoolefine

    Polimeri dell'isobutilene

    Il più usato è un copolimero con piccole quantità (max. 5%) di isoprene, che prende il nome di "gomma butile", le mescole basate su questo polimero hanno resistenza a trazione modesta, ma buona resistenza all'abrasione, al taglio, alla temperatura e soprattutto permeabilità ai gas particolarmente bassa, pertanto sono usate per fabbricare camere d'aria, membrane per autoclavi, isolanti per cavi ecc.
    Elastomeri da polietilene

    Si usano soprattutto due famiglie di materiali:
    Un polimero ottenuto per solfoclorurazione del polietilene (HYPALON), dotato di buona resistenza alla trazione, buon comportamento a freddo e a caldo, ottima resistenza all'ossidazione.
    I terpolimeri butadiene-etilene-propilene (EPDM), che hanno avuto una larga diffusione in quanto, a fronte di costi contenuti, offrono discrete caratteristiche meccaniche, buona resistenza alla temperatura ed ai solventi polari e, soprattutto, insensibilità all'ossidazione.
    Elastomeri da fluoro-olefine

    I composti organici altamente fluorurati sono caratterizzati da elevatissima resistenza chimica, comparabile al politetrafluoroetilene omopolimero. Tuttavia la sua elevata cristallinità lo rende più affine ad una materia plastica che a un elastomero. Alcuni copolimeri del perfluoropropene presentano discrete caratteristiche meccaniche, ottima resistenza alla temperatura (inferiore solo alle gomme siliconiche) e al creep, e soprattutto resistenza alle aggressioni chimiche e agli idrocarburi anche aromatici che non ha paragoni, la resistenza non è buona nei confronti dei solventi polari (acetone ecc). Normalmente questo tipo di gomme viene utilizzato in ambienti particolarmente aggressivi, come le atmosfere ossidanti o ricche di ossigeno. Alcuni di questi polimeri necessitano di un processo di vulcanizzazione diverso da quello termico, si usano perciò perossidi in combinazione con alcuni catalizzatori. Questo genere di polimeri è generalmente molto costoso e dedicato ad applicazioni particolari.. Storicamente il primo elastomero fluorurato è stato prodotto da DuPont. Si tratta di un terpolimero TFE HFP VDF il cui nome è Viton.
    Elastomeri acrilici

    Polimeri e copolimeri dell'acrilato di etile e dell'acrilato di butile

    Hanno buona resistenza all'ossigeno e all'ozono anche a temperature elevate, e alla degradazione da raggi UV, sono utilizzati specialmente per rivestimenti e per conferire resistenza all'urto ad alcune materie plastiche.
    Polimeri dei fluoroacrilati

    Hanno buona resistenza a carburanti, lubrificanti, fluidi idraulici. Sono assai costosi e utilizzati prevalentemente in applicazioni aeronautiche.
    Gomme al polisolfuro

    Questi materiali (Thiokol) sono preparati per reazione tra cloruro di etilene e un polisolfuro di sodio e vulcanizzati generalmente con ossido di zinco. Hanno un'ottima resistenza agli oli ma caratteristiche meccaniche alquanto scadenti. Gli impieghi principali sono il rivestimento dei rulli da stampa, dei tubi per adduzione olio o carburante, il rivestimento dei serbatoi autosigillanti per aerei militari. Una interessante applicazione è quella degli adesivi-sigillanti bicomponenti, autovulcanizzanti a freddo, impiegati ad es. per la sigillatura dei giunti stradali.
    Gomme poliestere

    Sono ottenute per copolimerizzazione tra poliesteri lineari (che hanno catene molecolari relativamente corte) e diisocianati (che legano le estremità delle catene suddette), vulcanizzando il tutto con perossidi. I materiali che si ottengono (Vulkollan, Adiprene, Vulcaprene, ecc.) hanno ottima resistenza alla trazione, allo strappo, all'abrasione, resistono all'aria a temperatura elevata (non quanto i fluorurati), e sono trasparenti.
    I materiali Vulkollan, Adiprene, sono marchi relativi ad elastomeri poliuretanici, con polioli di varia natura, non necessariamente poliesteri. La vulcanizzazione segue una prima fase di prepolimerizzazione e non vengono utilizzati perossidi.
    Gomme siliconiche

    Hanno natura diversa da quella di tutti gli altri elastomeri, in quanto, le loro molecole non sono catene di atomi di carbonio, ma di silicio e ossigeno alternati, cui si collegano gruppi laterali alchilici. La principale caratteristica è l'estrema resistenza alle temperature, infatti non si alterano fino a 250 °C e mantengono l'elasticità fino a -150 °C. Inoltre resistono ottimamente all'ossigeno e all'ozono anche a caldo. Le caratteristiche meccaniche sono limitate, la resistenza agli idrocarburi clorurati e ai solventi ossigenati è bassa. La presenza di nerofumo causerebbe lo sviluppo di gas ad alta temperatura e favorirebbe la combustione, pertanto vengono utilizzati solo rinforzanti e cariche minerali (silice, caolino, carbonato di calcio). La vulcanizzazione si esegue spesso per irraggiamento con particelle ad alta energia.
    Gli elastomeri siliconici sono utilizzati per apparecchiature medicali, protesi, giocattoli, maschere, isolanti elettrici e guarnizioni, poiché presentano:
    • estrema resistenza alle alte e basse temperature;
    • assenza di componenti che tendano ad evaporare o rilasciare gas;
    • ottime caratteristiche dielettriche;
    • resistenza all'ossidazione, all'idrolisi e all'azione di molti microorganismi;
    • discreta resistenza chimica;
    • anallergenicità.
    Lavorazione della gomma

    Il ciclo di lavorazione che porta dal polimero al prodotto finito può essere suddiviso in quattro fasi:
    1. lavorazione preparatoria del polimero, o masticazione
    2. mescola
    3. formatura
    4. vulcanizzazione
    La lavorazione o masticazione ha lo scopo di rendere l'elastomero molle e plastico, abbassandone il peso molecolare, cosicché sia più facile incorporare gli additivi e le cariche. Si esegue in mescolatori chiusi a ruote dentate (Banbury), in macchine a cilindri o in estrusori (Gordon). La temperatura tende a innalzarsi e deve essere mantenuta attorno a 100-120 °C mediante raffreddamento.
    La mescola si esegue nella stessa macchina, aggiungendo nell'ordine e nelle quantità prestabilite i vari additivi quali cariche, rinforzanti, stabilizzanti, protettivi, antiossidanti, plastificanti, l'agente vulcanizzante e i relativi acceleranti. Nel frattempo si procede con la masticazione per ottenere una massa omogenea.
    La formatura si fa per:
    Durante la calandratura o l'estrusione la temperatura viene mantenuta intorno ai 100 °C per mantenere plastico il materiale; nello stampaggio la formatura è contemporanea alla vulcanizzazione.
    Normalmente i lattici coagulati non vengono utilizzati tali e quali, ma vengono sottoposti a vulcanizzazione, che consiste in un trattamento a caldo (alla temperatura di 140-180 °C) della gomma miscelata con opportuni additivi, quali zolfo, nero-fumo, cariche inerti, plastificanti ecc; la miscela meccanica da vulcanizzare si dice mescola. Durante questa operazione si ha la reticolazione della gomma, cioè si creano legami tra le catene molecolari che ne impediscono lo scorrimento reciproco, la gomma perde così la plasticità e l'appiccicosità. Durante la vulcanizzazione, la cui durata può variare da 1 a 30 minuti a seconda della mescola e delle dimensioni del manufatto, il manufatto assume la forma definitiva. A seconda del tipo di oggetto che si vuole ottenere, la vulcanizzazione si effettua in stampi chiusi (stampaggio), o tra cilindri rotanti (calandratura), o in bagno di sali fusi dopo che il profilato è stato estruso.
    Gli estrusi e i calandrati vengono riscaldati per azione di aria calda o di vapore surriscaldato, oppure per immersione in acqua surriscaldata o in sali fusi. In certi casi si utilizza il riscaldamento a radiofrequenza o con radiazioni ad alta energia.
    Nello stampaggio si usa riscaldare lo stampo (generalmente per mezzo dei piani della pressa che lo contiene) con vapore o più facilmente tramite resistenze elettriche.
    La gomma si può trovare in commercio sotto forma di stampati, trafilati, fustellati ottenuti da fogli, lastre, blocchi o accoppiati.

    Saluti, Marco :)
     
  14. MATADOR

    MATADOR Utente Noto

    Nome e Cognome:
    DARIO CIOFFI
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    ASD TT MEDITERRANEO BUSETO-TP
    Caro Marco, a prescindere grazie, ma il tuo intervento mi ricorda tanto quando una volta a scuola ad un mio compagno di classe l'insegnante di storia gli chiese le cause della rivoluzione francese e lui comincio' a parlare dei "FENICI"........
    ;)
     
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  15. Super geo spin

    Super geo spin Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Marco Sanfilippo
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Scusa Matador, l'imporate che non parliamo di @La fenice:rotfl:
     
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