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La pagina di storia: i campionati europei del 1972 (ed altri progetti)

Discussione in 'Sezione Internazionale' iniziata da takashikon, 30 Mar 2019.

Status Discussione:
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  1. takashikon

    takashikon Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Fabio Colombo
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT Varese/TT Lugano
    Ho molti progetti che vorrei realizzare nell'ambito del nostro sport:
    - l'aggiornamento del libro sulla storia del tennistavolo italiano
    - la storia del tennistavolo svizzero
    - la storia dei campionati mondiali ed europei dal 1926 al 1981 (l'era pre-Waldner)
    - un Guinness World record per il numero di libri sulla storia del tennistavolo posseduti
    - un Guinness World record per una cosa....giocata (lo saprete quando ci saranno gli estremi per realizzarlo)
    - il progetto di un nuovo telaio (Animus Victoria 2 carbon) e di una nuova serie di telai insieme ad Animus.
    Purtroppo gli impegni attuali mi permettono di dedicare a queste idee solo poche ore. Tra ieri ed oggi ho scritto qualcosa sulle gare maschili (a squadre ed individuali) dei campionati europei del 1972. Eccovi un riassunto:

    CAMPIONATI EUROPEI 1972

    Rotterdam ospitò gli VIII campionati europei nella splendida cornice dell’Energie Hal, illustrata dai depliant come il più grande palazzo dello sport d’Europa. In effetti le dimensioni di quella sala erano sbalorditive, tanto che gli organizzatori poterono dividerla in due parti mediante una grande gradinata in legno che separava i sedici tavoli da gara da quelli di allenamento; vi si sarebbero potuti sistemare comodamente trentasei tavoli.

    Le squadre partecipanti furono 27 su 28 iscritte in quanto la Turchia non si presentò e vennero divise in dieci gironi di qualificazione. La partecipazione fu più qualificata che in passato mancando, ad esempio, Malta e Guersney.

    SQUADRE MASCHILI

    Gli incontri validi per le eliminatorie si svolsero nella più stretta monotonia con le compagini favorite che surclassarono i loro avversari.

    Quelli tra le squadre vincenti dei gruppi furono molto più interessanti ed a volte palpitanti, come ad esempio l’incontro tra Svezia e Germania Ovest, terminato 5:3. I tedeschi conducevano per 2:1, si arrivò sul 3:3 con il pubblico che si entusiasmò nell’assistere all’incontro Bengtsson – Schoeler, vinto da quest’ ultimo per 21:17, 21:14. Fortunatamente per gli svedesi Johansson ottenne tre vittorie, una delle quali in un match epico contro lo stesso Schoeler (17, -15, 13).

    Anche l’incontro Svezia – Ungheria, terminato 5:3, fu palpitante ed incerto; questa volta toccò a Bengtsson vincere le sue tre partite, tra le quali quella con Jonyer (-16, 13, 16), mentre Johansson ottenne gli altri due punti a spese di Beleznay e di Borzsei.

    Degno di nota fu anche l’incontro vinto dall’Ungheria sulla Germania Ovest per 5:4 grazie a tre punti di Jonyer.

    Nella seconda poule la Jugoslavia dominò la Cecoslovacchia, la Francia e l’Inghilterra imponendosi sempre per 5:1. Solo l’URSS le diede del filo da torcere arrivando a condurre per 4:3 grazie a tre punti di Gomozkov. Korpa si aggiudicò l’ottavo incontro ottenendo un punto decisivo grazie ad una vittoria contro Sarkhajan ma solo alla bella e con il punteggio di 22:20 (-13, 19, 20). Surbek chiuse poi i conti lasciando Strokatov a 16 ed a 15. Con lo stesso punteggio di 5:4 i sovietici cedettero alla Cecoslovacchia (tre punti di Turai e due di Orlowski).

    In finale si attendeva un incontro serrato tra jugoslavi e svedesi, con i primi che presentavano una formazione apparentemente più omogenea che sembrava destinata a detronizzare i detentori del titolo. Il match partì infatti a loro favore, con Surbek che, come previsto, ebbe la meglio su Persson.

    Un Bengtsson in super forma ridicolizzò il talentuoso Karakasevic, che si dovette accontentare di ottenere 5 ed 8 punti. Johansson ottenne successivamente un punto prezioso contro il formidabile Stipancic.

    Malgrado il suo talento Surbek non poté ribattere i ripetuti attacchi di Bengtsson che permise alla sua squadra di portarsi sul 3:1.

    Il quinto incontro suonò per gli impietriti jugoslavi la campana di una ormai inesorabile sconfitta perché contro tutti i pronostici Stipancic non poté fare altro che marcare per due volte 19 punti contro un Persson trasformato ed a livello dei suoi più illustri compagni. Restava a Johansson il compito di ottenere il quinto punto, cosa che avvenne malgrado tutto il brio di Karakasevic, sconfitto per 2:1 (-15, 15, 19).

    Gli svedesi ottennero così il loro quinto titolo consecutivo in modo imperiale e dopo questa finale Bengtsson sembrò perfetto e Johansson una spalla molto valida. Stellan vinse 12 incontri perdendo solo da Schoeler; Johansson ottenne 11 vittorie e 2 sconfitte; Persson 7 vittorie e 3 sconfitte; Bernhardt, infine, perse entrambi i suoi incontri nel match contro gli ungheresi.

    Gli incontri per determinare le posizioni nella classifica finale furono insipidi e pallidi; non si capisce come gli ungheresi, che schieravano Jonyer, Beleznai e Borzsei, riuscirono a perdere 5:0 contro i cecoslocacchi; evidentemente pensavano già alle gare individuali...I sovietici, che lasciarono a riposo Gomozkov, furono altrettanto deludenti venendo sconfitti dalla Germania Ovest per 5:2.

    SINGOLARE MASCHILE

    Teste di serie: 1.Bengtsson S. 2.Johansson K., 3.Jonyer, Stipancic 5.Klampar 6.Surbek 7.Secretin 8.Karakasevic 9.Gomozkov 10.Schoeler 11.Orlowski 12.Korpa 13.Kunz 14.Borzsei 15.Turai 16.Neale

    Il singolo maschile vide la vittoria di Bengtsson sull’ungherese Jonyer. Quest’ultimo fu senz’altro la più grande individualità tecnica dei campionati, col suo prodigioso side-spin ed il suo gioco spettacolare ed atletico. Bengtsson vinse perché “sapeva vincere più di qualunque altro” ma sul podio gli applausi furono tutti per Jonyer.

    Si misero in evidenza, tra gli altri, l’intramontabile Korpa, il cecoslovacco Turai ed il russo Gomozkov.

    Il primo shock della competizione fu l’eliminazione del pennaiolo jugoslavo Karakasevic, testa di serie n. 8, per mano del francese Weber (-12, 13, 17, 22); nel turno successivo il francese soccombette però al polacco Woznica.Anche lo svedes Wikstroem causò una sorpresa eliminando l’esperto Rozsas.

    Nel secondo turno Jonyer concesse il primo set al sovietico Strokatov ma si aggiudicò i tre seguenti (-15, 11, 12, 11); ce ne vollero invece cinque a Korpa per sbarazzarsi dello svizzero Grimm (-19, -16, 10, 11, 12). L’inglese Jarvis si trovò di fronte ad un Cordas che sembrava aver fatto colazione con nitroglicerina e ferro; sbuffando avanti e indietro e colpendo la pallina con la velocità di un lanciatore di fiamme Cordas spense tutte le speranze dell’orgoglio e gioia di Ormesby.

    Nei sedicesimi vennero eliminati Orlowski, Gergely, Cordas, Persson, Kollarovits, Sarkhajan e Bernhardt. Due incontri catturarono l’attenzione del numeroso pubblico: nel primo Schoeler ebbe ragione dell’ungherese Beleznay in cinque set (16, 21, -19, -10, 19), mentre lo jugoslavo Surbek, testa di serie numero sei, non riuscì a perforare il blocco al tavolo dell’altro tedesco Lieck (15, 16, -20, 12). Nell’incontro tra Johansson e Kollarovits successe un fatto insolito: lo svedese rifiutò 33 palline in quanto secondo lui non idonee e per questo motivo venne dichiarato perdente. L’altro Johansson, il capitano non giocatore Christer, minacciò a quel punto di ritirare tutti i giocatori svedesi dal torneo e di fare immediatamente ritorno in patria. In seguito ad una riunione degli ufficiali di gare dell’ETTU, dopo due ore l’incontro venne disputato e toccò a Kollarovits uscire di scena, questa volta in modo irrevocabile.

    Negli ottavi di finale Secretin creò dei seri problemi all’ungherese Borzsei, finalista a Lione, il quale, scoraggiato, nel terzo set smise di combattere (18, 15, 10). Due seri pretendenti al titolo uscirono di scena in questo turno: il tedesco Schoeler, che nella gara a squadre era riuscito addirittura a ridicolizzare Bengtsson, sembrò affaticato e fu sconfitto in tre set dallo jugoslavo Stipancic (13, 14, 18); le speranze del campione del 1964 e del 1966 Johansson si infransero su Korpa (13, -17, -11, 12, 18). Lieck dovette inchinarsi davanti all’inglese Neale (11, -16, 17, 18); il sovietico Gomozkov si sbarazzò del polacco Woznica (17, -20, 7, 22); gli altri eliminati furono Vandewalle (sorprendente vincitore in precedenza del cecoslovacco Orlowski), la cui difesa capitolò di fronte a Bengtsson, Wikstroem, il cui galoppo si arrestò di fronte a Turai, e Kunz, sconfitto da Jonyer.

    I quarti di finale furono appassionanti: Secretin accusò a sua volta la fatica e nell’incontro con Korpa negli ultimi due set sembrò irriconoscibile (18, -18, 11, 13). Bengtsson passò il turno alle spese di Gomozkov (19, -17, 13, 14), Stipancic fece lo stesso ed eliminò il cecoslovacco Turai (13, 14, 17); a sua volta Jonyer sconfisse Neale senza grandi difficoltà (10, 15, 18); l’inglese dello Yorkshire non riuscì a rispondere ai numerosi topspin a tutto braccio eseguiti senza errori dall’ungherese.

    Nelle semifinali Stipancic cedette nettamente a Bengtsson in tre set (15, 12, 8)senza opporre praticamente alcuna resistenza mentre Korpa, così brillante contro Secretin, accusò a sua volta la stanchezza e cedette a Jonyer con gli ultimi due set senza storia (17, -17, 12, 12).

    In finale Jonyer, duro come una roccia, intimorì notevolmente il piccolo mancino di Falkenberg che dovette dare fondo a tutte le sue risorse per uscire vittorioso da quel furibondo duello.

    L’inizio fu favorevole all’ungherese che prese costantemente in mano le operazioni facendo spostare lo scandinavo apparso un po’ troppo deconcentrato. Bengtsson, fiutando il pericolo, accelerò la cadenza ma l’ungherese, attraverso le sue palline lavorate e soprattutto i suoi cambi di ritmo, si trovò a condurre per due set ad uno. Stellan non potè più permettersi alcun passo falso e si mise a giocare su tutti gli angoli ma Jonyer, atleta possente, replicò colpo su colpo senza lasciarsi distanziare; addirittura, nel quarto set, fu ad un passo dalla vittoria in quanto conduceva per 18:16. A quel punto lo svedese ebbe un ritorno folgorante, salvandosi da una situazione molto compromessa. Alla bella la suspense continuò; lo scandinavo non riuscì a scardinare i meccanismi del suo avversario. Sul 12:9 Jonyer era sulla strada per succedere ad Hans Alser ma, complice la sua tensione nervosa, ancora una volta Bengtsson lo sorprese e nel giro di qualche minuto si impose magistralmente (-10, 12, -22, 19, 16).
     
    Ultima modifica: 30 Mar 2019
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