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"La Filosofia del Ping Pong"

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da eta beta, 10 Ott 2018.

Status Discussione:
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  1. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Ho letto "La Metafisica del Ping Pong" di Guido Mina di Sospiro, bellissimo, ma questa "Filosofia del Ping Pong" di Andrea Baglione, allievo di Alessandro Quaglia a Genova, mi era sfuggito. Qualcuno lo ha letto ? Com'è?

    Il ping pong? Prendiamolo con filosofia - la Repubblica.it

    IMG-20181009-WA0004.jpg
     
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  2. gino boll

    gino boll Utente

    Beh, non è che sia proprio allievo di Alessandro, con lui ha fatto solo una chiacchierata...
     
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  3. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

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    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Grazie per la precisazione. Avevo pensato fosse un frequentatore abituale della palestra del TT Genova. :nerd:

    Quel "guidato" mi ha tratto in inganno: in effetti dice "guidato" nel racconto.. non nell' allenamento. ;)
     
  4. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
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    TT FIUMICELO
    Dopo lo psicologo richiesto a gran voce per gli Azzurri e Azzurrabili della nostra Nazionale finalmente è arrivata anche la filosofia.Non se ne vedeva l'ora!A quando anche la pranoterapia?E senza dimenticare la teosofia,sicuramente un assaggio non farebbe male.E il "barefooting",ovvero il camminar scalzi nell'acqua?Un vero toccasana per il corpo,lo spirito e il cervello.L'importante è non stare sempre rinchiusi a dimenarci sopra un tavolo verde,apriamo corpo e mente a nuovi orizzonti.Non può fare che bene a noi e al tennistavolo.C'è altro ancora?
    ettore
     
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  5. Luca G.

    Luca G. Utente Attivo

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    DLF Poggibonsi
    Non l'ho ancora letto, ma l'ho ordinato e mi arriva domani, poi vi dico!
     
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  6. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

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    Ettore Milocco
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    TT FIUMICELO
    ...aspettiamo!!
    ettore
     
  7. Luca G.

    Luca G. Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
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    DLF Poggibonsi
    Eccomi! L'ho letto ieri in aereo, sono in Grecia quindi sarò sintetico. Secondo me è ben fatto, scritto bene, una introduzione colta e intelligente al tennis tavolo. Da laureato in filosofia dico che mi aspettavo più filosofia, in realtà non ce n'è molta, e forse per molti è anche meglio, solo il titolo è un pochino fuorviante (ma ci può stare). Credo che il nostro sport abbia bisogno di prodotti come questo, per alzare il livello dell'immagine. E questo fa questo libro, fa capire che quando parliamo di tennis tavolo parliamo di uno sport veramente completo e complesso, e che il senso comune spesso sbaglia a leggerlo come un gioco di poco conto. Quindi lo consiglio, sarebbe da far girare soprattutto tra i non addetti, perchè gli addetti molte di quelle cose già le sanno. Però io l'ho letto volentieri e spesso ho pensato "finalmente qualcuno dice cose che penso anche io". E poi costa davvero poco, quindi propongo di comprarne una copia a testa e regalarla alla biblioteca della nostra città, fosse mai che qualche giovane intelligente lo legga!
     
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  8. doink969

    doink969 Utente

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    Non Tesserato
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    A.S.Tennistavolo Angera
    Ordinati entrambi :)
     
  9. AndreChop

    AndreChop Nuovo Utente

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    Non Tesserato
    Ciao a tutti, scusate l'intromissione, sono Andrea, l'autore del libro. Innanzitutto vi ringrazio molto per l'interessamento. Il libro nasce dalla mia passione per il ping-pong e, soprattutto, dalla "scoperta" del mondo del tennistavolo; ho cercato di testimoniarne - seppur con lo sguardo del neofita - la complessità e la ricchezza, cercando di far cadere alcuni insopportabili pregiudizi che, in particolare da parte dei non addetti ai lavori, solitamente inficiano questo splendido sport. Non sono un professionista, è il mio primo libro, ma spero almeno di essere riuscito a mettere in luce il valore e la bellezza del tennistavolo e di alcune sue sfaccettature non immediatamente comprensibili (e mi scuso per un refusaccio, i Campionati a Nagoya si sono svolti nel '71, non nel '41 come ho scritto, in un momento di follia).

    Effettivamente, non sono allievo di Alessandro Quaglia; una chiacchierata con lui mi ha aiutato a comprendere alcuni fondamentali aspetti generali legati al gioco, così come la chiacchierata con Alfonso Ziccardi mi ha dischiuso l'incredibile universo dei telai artigianali.

    Riprendendo quanto scritto da Luca G., che ringrazio molto per le belle parole, in effetti di filosofia vera e propria - accademicamente intesa - ce n'è poca: l'idea, più che di giudicare il ping-pong da una prospettiva filosofica, era di mostrare, nel suo insieme, quanto il tennistavolo potesse racchiudere di filosofico, nel senso più ampio del termine. Capisco benissimo che, da laureato in filosofia, da questa prospettiva possa essere risultato un po' "debole". Ma sono davvero contento sia stata una piacevole lettura.

    E consiglio davvero a tutti il libro di Mina di Sospiro, scorrevole e appassionato, si legge tutto d'un fiato, per veri amanti del tennistavolo! Mi ha offerto molti spunti.

    Scusate ancora per l'intromissione, spero di non essere stato invadente; e se vi capita di leggere il libro, una vostra opinione mi farebbe molto, molto piacere.

    Un caro saluto a tutti,
    andrea
     
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  10. Luca G.

    Luca G. Utente Attivo

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    Squadra:
    DLF Poggibonsi
    Ci mancherebbe, il forum è aperto a tutti, speriamo tu ti possa appassionare sempre di più ed essere sempre più parte di questo mondo pongisico, per aiutarlo a crescere nell'immagine collettiva italica o italiota. Benvenuto!
     
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  11. doink969

    doink969 Utente

    Nome e Cognome:
    Mauro
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    Non Tesserato
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    A.S.Tennistavolo Angera
    Buonasera Andrea,
    libro arrivato ieri pomeriggio: mi mancano gli ultimi 3 capitoli e l'ho finito.
    Concordo pienamente con il commento di Luca G., un libro scorrevole, mai noioso, che in poche pagine fa capire ai "non addetti ai lavori" la vera essenza di questo bellissimo sport.
    Ho sottolineato alcuni passaggi molto carini e interessanti, ne cito uno di questi...
    "Occorre fin da subito, dunque, per fare maggiore chiarezza e non incappare in fraintendimenti, distinguere il ping-pong dal Tennistavolo: stabiliti i termini, non si corre il rischio di confondere due mondi in apparenza molto simili, ma separati da una distanza astronomica, la stessa che intercorre tra una pizza surgelata e una napoletana lievitata 48 ore e cotta nel forno a legna".

    Complimenti Andrea, direi che per essere il primo libro ha colto nel segno!
     
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  12. AndreChop

    AndreChop Nuovo Utente

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    Non Tesserato
    Grazie Luca, mi fa molto piacere aver scoperto questo forum! Giusto giovedì riprenderò ad allenarmi, dopo una lunga pausa estiva... a colpi di chop, cercando di arginare questi maledetti attaccanti!
    Un caro saluto,
    andrea
    --- Messaggio Unito Automaticamente, 23 Ott 2018, Data originale: 23 Ott 2018 ---
    Buonasera doink969, grazie davvero, mi fa davvero molto molto piacere il suo commento, sono contento di aver contribuito a diffondere, seppur in minima parte, un'idea del tennistavolo diversa da quella che solitamente se ne ha, ovvero di un mero passatempo o poco di più. Questo sport non merita proprio di essere relegato ai margini come troppo spesso, purtroppo, avviene.
    Grazie ancora e un caro saluto,
    andrea
     
  13. Luca G.

    Luca G. Utente Attivo

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    Io invece non sono d'accordo sulla frase del libro di Andrea citata da @doink969 , dobbiamo imparare a gestire la comunicazione della diversità tra un gioco da spiaggia e lo sport, ma senza perdere il nome più bello, il nome più famoso al mondo, il nome più usato in Cina e altrove, insomma "ping pong" non è da buttare alle ortiche! Impariamo a gestire la differenza senza crearci muri da noi. Viva il ping pong!
    Anche il calcio che ha un solo nome, può essere giocato in strada dando due colpi al pallone, tutti che corrono dietro la palla insieme, e invece avere tecniche, tattiche e strategie. Mica per questo soffrono la mancanza di distinzione tra ciò che è vero calcio e ciò che non lo è. E questo vale per tutto. Non è il nome , è la nostra capacità di comunicare bene. E il libro di Andrea ci aiuta.
     
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  14. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

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    Ettore Milocco
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    TT FIUMICELO
    Impariamo a gestire la differenza senza crearci muri da noi. Viva il ping pong!
    Però anche nel mondo del pallone abbiamo il calcio, il calcetto, il calcio balilla e se vogliamo anche:”..andiamo a fare quattro tiri in spiaggia o in strada, che ne dici?” Sempre di gioco con la palla si tratta, da spingere, però, con gli arti inferiori. Bene noialtri della palla piccola abbiam sempre dovuto barcamenarci fra due mondi apparentemente simili, ma molto diversi. C’è una frangente cui piace giocare a ping pong, ma capisce subito che occorre un impegno massimale, comunque non indifferente sia sul piano fisico,che mentale per rimandare in modo efficace una palla dall’altra parte, compito al momento ritenuto improbo, cui non può attendere per varie ragioni, limitandosi a mantenere e a soddisfare la parte del divertimento, ma non più di questo.Frequentemente associato a una sorta di perditempo, mancando il sapore della sfida, soprattutto quella verso se stessi,che richiede rigore e volontà di migliorarsi.
    Non so se a qualcuno è mai capitato di assistere ai primi tentativi sul tavolo o veder cimentarsi in qualche improbabile partita, di quelle tipo tre net uguale a un punto perso, fra amici, ragazzi o ragazze che imbracciano per la primissima volta una racchetta di ping pong. Praticamente è una gara a chi le spara più grosse, o fa gli errori più marchiani per suscitare nel gruppo risate a ripetizione e impropria ammirazione del tipo “Ma guarda come sono bravo nel schiacciare più forte di te", immancabilmente 4 metri lontano dal tavolo. Oppure "Prendi questa se sei bravo”, con palline subito in frantumi, racchette scheggiate e sghignazzi provocati ad arte e volutamente ad ogni errore. Non chiedono di più, nè di meglio. Questo è, secondo loro, il ping-pong.
    Giocano in doppio e devi trovare quattro amici veramente intenzionati a migliorare, cui bisogna dedicare tempo, passione e molto altro prima di diventare tennis tavolo. Poi ne basta uno che remi contrario e rimane sempre ping-pong da spiaggia. Quando finalmente il gruppo di giocatori rema coeso e unito nella volontà di migliorarsi ecco che l’attitudine fisica, la velocità, in una parola il gioco stesso si eleva, diventa un’altra cosa. Vincere o perdere assume un altro significato. Si entra in un altro mondo, quello organizzato della palestra. E come vogliamo chiamarlo questo mondo? Un professionista quanto a lungo può reggere se gli capita di “giocare” con un dilettante puro che vuol fare semplicemente quattro tiri liberi? E quest’ultimo, il dilettante, quanto si diletta o si diverte ancora se incrocia un vero professionista della racchetta?
    Invero ci piace tenere uniti i due mondi, talvolta è comodo, insieme facciamo più numero, ma come possiamo chiamarli e per necessità distinguerli?Per noi che sappiamo e lo pratichiamo da un bel po', ma anche per il mondo esterno e l’opinione pubblica che ci guarda?
    In aggiunta molti pongisti che praticano il tennis tavolo ad un certo livello,non vogliono veder sminuita la propria figura di sportivo, quello che suda e si gioca la coppa al Torneo. Quando incrociano gli amici, anche amiche o conoscenti vari e alla domanda"Ma dove vai con la racchetta sottobraccio?" se rispondono :"Sai, vado a fare quattro tiri a ping pong!",anche se di questo si tratta.....rischiano di vedersi appioppata un immagine non proprio di sportivo.Vaglielo a spiegare poi......
    Rimane sempre aperto il dilemma di come far meglio conoscere,apprezzare o magari giocare provando una volta tanto l'ebbrezza che proviamo noi per il tennis tavolo.
    stima ettore
     
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  15. Luca G.

    Luca G. Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
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    DLF Poggibonsi
    Ping pong rimane un nome vincente, più vincente di tennis tavolo. Non è un caso che lo si usi di più. Il titolo dei due libri di cui stiamo parlando, secondo voi avrebbe funzionato lo stesso se si intitolavano "La metafisica del tennis tavolo" e "La filosofia del tennis tavolo"? Non è un caso che il titolo del libro di Andrea smentisca quello che lui afferma nel testo...
    Se la Fitet lancia una iniziativa per ragazzi la chiama Ping Pong Kids, non Tennis Tavolo Kids. Il sito del più grande allenatore del mondo (o d'europa, o d'Italia, un po' di campanilismo...) si chiama Ping Pong Italia... quello dell'altro grande maestro dello sport è Ping-Pong.org... E potremmo andare avanti, per non parlare dell'estero (il sito più bello di tutorial per imparare a giocare, australiano si chiama Ping Pong Skills.
    Quindi perchè fare una guerra al nome? Piuttosto diciamo ai ragazzi che prendono una racchetta in spiaggia: "Quello a cui stai giocando non è ping pong, è padellon!".
    Tenere uniti i due mondi non credo sia possibile, e su questo ha ragione Ettore. Creare progetti come quello ITTF orribile con racchette di plastica, per giocare all'aperto, che è subito morto fortunatamente (e di cui ho già dimenticato il nome), non ha senso.
     
    A AndreChop e tritticorenale piace questo messaggio.
  16. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
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    TT FIUMICELO
    Ping pong rimane un nome vincente, più vincente di tennis tavolo.
    Certo tutti sanno del ping-pong ed è' condivisibile quanto dici.
    Ma il nome ping pong è agli occhi del comune sportivo più vincente,

    o semplicemente più noto e universalmente riconosciuto, grazie al gradevole suono onomatopeico che ricorda il ballonzolare della pallina sul tavolo?
    Pensiamo ora ai fini commerciali, nel negozio cinese sotto casa, reparto giochi per bambini, dove troveremo la scatola con il set completo di racchette, retina e tre palline, cosa troveremo inciso a caratteri cubitali sulla confezione?
    Se invece ci rivolgiamo in un negozio specializzato per pongisti, quante racchette, palline, o reti riuscirà a piazzare il rivenditore se le publicizza come attrezzatura da ping-pong? Anche le grandi catene commerciali di sport in Italia, quelle che vanno per la maggiore,
    si stanno adeguando,vendono sì le palline bicolori da ping-pong, tanto gradite ai bambini, ma se cerchi il reparto dove stanno custodite le racchette troverai scritto in alto : "Attrezzatura per articoli di tennis tavolo".Lo stesso per la vendita "on-line".
    Quelli sono esperti, conoscono la propria specifica clientela di riferimento, quella che in definitiva acquista e usano la terminologia più consona e appropriata per favorire gli affari.
    Ecco che hanno imparato a distinguere.
    stima ettore
     
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  17. doink969

    doink969 Utente

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    Mauro
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    Non Tesserato
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    A.S.Tennistavolo Angera
    Ecco uno dei video citati nel libro :)

    --- Messaggio Unito Automaticamente, 27 Ott 2018, Data originale: 27 Ott 2018 ---
    E questo l'altro: arte che si fonde con l'"ontologia della pallina":
     
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  18. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
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    Squadra:
    TT FIUMICELO
    l'"ontologia della pallina":
    Questa delle palline che rimbalzano sulle corde del pianoforte migliora l'esecuzione musicale?Avevo già visto qualcosa di simile,in questo caso pacchetti di sale,sabbia o altro materiale per evocare il fruscio del mare.Le palline che sprizzano in alto a modo di fontana cosa possono richiamare alla mente?Forse la scena si presta maggiormente a essere rappresentata come installazione alla Biennale di Venezia,piuttosto che all'Auditorium di Roma.
    Di trovate estemporanee è pieno il mondo dei mass media,cosa non si fa per lanciare pianisti di media levatura,musiche o canzoni di dubbio valore,se non impresentabili.Tutto questo per giustificare il discorso filosofico che sta a monte?
    ettore
     
  19. AndreChop

    AndreChop Nuovo Utente

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Sicuramente il rimbalzo delle palline sulle corde non migliora l'esecuzione, tuttavia gli oggetti - tra cui le palline, appunto - utilizzati da Hauschka producono un effetto interessante, accompagnando il piano come se fossero percussioni. "Mount Hood", personalmente, lo trovo un gran bel pezzo.
    Ovviamente, né questo video né l'altro - una semplice, ma simpatica spacconata - giustificano in sé una "filosofia del ping-pong"; quest'ultima, a mio modestissimo parere, emerge in particolare dalla continua creazione - plastica, artistica - che una partita di tennistavolo mette in atto con le sue geometrie non euclidee, dalla complessità di alcuni suoi dettagli - l'arte che ci vuole per fabbricare una racchetta, per esempio -, dalla creazione di uno spazio di gioco virtuale sempre in evoluzione e dalla capacità di lettura e adattamento che ogni giocatore deve dimostrare, misurandosi ogni volta con i contesti sempre differenti in cui si trova immerso. Non credo che il tennistavolo abbia bisogno di giustificazioni per essere definito filosofico... ma magari sbaglio, è solo un personalissimo punto di vista!

    Per quanto riguarda la questione "ping-pong o tennistavolo", trovo che il secondo termine abbia sui non addetti ai lavori un effetto quasi straniante, e che possa far sì che si riesca a suscitare un po' di curiosità in chi non conosce questo mondo. Tuttavia, per esperienza personale, portare gli amici a vedere una bella partita di B2 è il modo migliore per avvicinarli a questo sport e per dimostrare quanto complesso e affascinante possa risultare.

    Un caro saluto a tutti,
    andrea
     
    Ultima modifica: 27 Ott 2018
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