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Il lavoro sul "sentire" nel giocatore di tennistavolo

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Charly, 10 Set 2024.

  1. Charly

    Charly Utente

    Ultimamente, dopo aver visto qualche match del WTT Champions Macao, mi è sorta una riflessione riguardo a una questione che interessa più o meno tutti gli appassionati: cosa distingue, nettamente e in maniera inequivocabile, il livello di gioco di un top player Cinese rispetto a qualsiasi top player di altre nazionalità?

    Le risposte che vengono date sono un po' sempre le stesse: un gioco "tecnicamente" superiore (ma in che senso esattamente? Un Truls Moregard è davvero tecnicamente inferiore a Wang Chuqin o Fan Zhendong? Miu Hirano è tecnicamente inferiore a Chen Meng?), una molto maggiore consistenza nei colpi e nella lettura del gioco (verissimo, ma è davvero tutto qui? Negli altri Paesi non si allena la regolarità, non si fanno cesti a più non posso?), maggiore adattibilità Ecc.

    Tutto giusto: ma quali sono allora le cause profonde? In quasi tutti i Paesi i top player iniziano giovanissimi, si allenano dalle 6 alle 8 ore al giorno, e non solo in Cina si fa un lavoro di "pescaggio" dalle scuole (anche se ovviamente in Cina la selezione e il bacino di potenziali campioni sono enormemente più ampi)

    Quello che per me salta all'occhio in maniera del tutto evidente è che i top player Cinesi, durante ogni partita, sono estremamente *rilassati*. Ma Long e Sun Yingsha sono tra i primi esempi che mi vengono in mente rispetto a questo, ultra top player dominanti nelle rispettive classifiche, le cui performance inducono uno stato di piacevolezza e benessere anche in chi li guarda (o perlomeno, così è per me...). Vi è in loro una capacità di "svuotarsi" completamente durante il gioco, e al termine di ogni singolo punto: in profondo contatto con sé stessi e con l'ambiente in cui vivono in quel momento. In un profondo stato di "presenza", che in modo del tutto equivoco, qui da noi chiamiamo "concentrazione": forse fraintendendo il concetto, si pensa che il punto di arrivo del giocatore in partita consista in un "massimo incremento" delle tensioni mentali e muscolari che confluiscano nel cosiddetto "qui e ora" più che, invece, in una necessaria "liberazione" dalle tensioni presenti in quel momento, e in cui il "qui e ora" siano naturalmente parte integrante dell'esperienza del giocatore. Questa sorta di "svuotamento" o "liberazione" di cui parlo li si può notare in maniera evidente, anche per una distintiva e naturale predisposizione, in diversi match dell'iconica giocatrice giapponese Mima Ito.

    Come appaiono quindi, rispetto ai giocatori sopra menzionati, gli avversari? Estremamente tesi, portati a un gioco iper-performativo, alla "forzatura" del colpi, alla rigidità. Specialmente nel fare i conti con questi tipi di gioco.
    Qui, allora, mi faccio la fatidica domanda: al netto del rigore, dell'intensità e frequenza degli allenamenti, della serietà e dedizione di coach e allievi, quanto conta, nelle palestre, un ambiente vitale e armonioso per l'emersione e sviluppo di questa qualità fondamentale - nel gioco, come, ovviamente, nella vita? Quanto conta uno sviluppo della più profonda e intima, personale, percezione delle varie parti del corpo, per poter essere realmente "presenti a sé stessi" in uno degli sport più spietati che esistano in questo senso, e che non lascia sconti a nessuno - una cosa che forse soltanto gli asiatici sembrano aver realmente compreso a fondo ? Quanto, in definitiva, un ambiente depurato da atteggiamenti esaltati ed esagitati, tipici delle palestre italiane, che procurano importanti dispersioni di energie e che rendono il tennis tavolo uno sport da maniaci nevrotici e ossessionati, di atleti sempre disturbati, durante un match in un torneo, da qualsiasi stimolo esterno a cui danno puntualmente la colpa se perdono il punto?

    Ecco, mi chiedevo: quanto manca, perlomeno a noi in Italia, questo tipo di mentalità? Non ho mai avuto la fortuna e il privilegio di assistere a una qualche sessione di allenamento in Cina. Qualcuno l'ha fatto? E pensate che questo tipo di riflessioni possano avere un fondo di verità?

    Mi sembra doveroso aggiungere che quanto elaborato qui sopra deriva in gran parte da una mia esperienza in uno stage intensivo di formazione attoriale basato sul "sentire", mentale e fisico, del sé in relazione all'emissione vocale e alla performance.
     
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  2. ggreco

    ggreco Arrotatore di dritto, picchiatore di rovescio.

    Nome e Cognome:
    Giovanni Greco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    CUS Torino
    Non sono la persona giusta per rispondere alla domanda, visto che ho abbandonato il settore tecnico nel lontano 2002, ma vorrei esprimere apprezzamento e gratitudine per aver aperto un thread su questo importantissimo argomento, sperando che si accenda un degno dibattito.
     
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  3. ricsco

    ricsco Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Riccardo
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Argomento interessante come tutti quelli legati alla psicologia dello sport.

    Non ho mai approfondito questo aspetto mentale in particolare, ma secondo me le filosofie e religioni orientali si adattano meglio per applicare questi concetti. Noi occidentali siamo in generale più individualisti e ricercatori della performance fisica assoluta prima di ogni altra cosa.
    In gioventù lessi "Il tao della fisica" di Fritjof Capra seguito poi da:" lo zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" di Robert M. Pirsig e ne rimasi affascinato.

    Questione di Flow. Se ne parla qui:

    Visualizza: https://www.youtube.com/watch?v=J9I2N4tWiaY
     
    Ultima modifica: 10 Set 2024
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  4. superfrancis

    superfrancis Utente Attivo

    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Bellissima DOMANDA/AFFERMAZIONE

    Nel mio piccolo penso che in oriente ci sia un estrema "DISCIPLINA" mentale sconosciuta in europa ... sempre parlando in generale ...
     
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  5. ggreco

    ggreco Arrotatore di dritto, picchiatore di rovescio.

    Nome e Cognome:
    Giovanni Greco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    CUS Torino
    A questo punto tagghiamo lo psicopongista... @Marchese F. dicci la Tua!
     
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  6. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT FIUMICELO
    Che forse gli asiatici "sentono" meglio?
    Oppure è una questione meramente tecnica?Lungi da me pensare che un buon udito e un apparato auricolare in salute ed efficiente non apporti dei benefici di sorta,peraltro molto utili per la nostra attività sia in fase d'ascolto e di previsione dello scorrere e direzione della pallina e dei suoi rimbalzi, sia per facilitare passi, movimento e l' equilibrio generale di tutto il corpo.
    Ma i cinesi e,ormai i migliori giocatori al mondo, sono in possesso di cognizioni tecniche
    all' avanguardia,cio' che dà loro maggior consapevolezza e tranquillità nel momento di metterle in atto.
    Qui,in buona parte d'Europa,in special modo in Italia i pongisti di buona levatura mirano a giocare la palla sempre in anticipo,sempre più veloce e in fretta per cercare di sorprendere l'avversario.A volte ci riescono,a volte no.Quindi la preparazione stessa,a suon di ripetute,impiego di secchiate su secchiate,ricolme di palline da rinviare nel più breve tempo possibile e sparring peraltro bravi,bravi!, ma improntata e focalizzata in modo troppo univoco su come arrivare prima sulla palla,o tutt' al più accelerare dopo il primo lento top d 'approccio,lascia un "gap" che diventa incolmabile nel prosieguo della carriera più avanzata,soprattutto nei confronti di chi fin da giovane viene addestrato in modo più completo.
    Il riferimento e il "gap" lo paghiamo proprio
    nei confronti dei pongisti Top player che ci sembrano giocare con maggior sicurezza e
    tranquillità.Cio' è dovuto al fatto che essi
    sanno "trattare" ogni palla,ogni!con estrema maestria e precisione,sia sul primissimo
    rimbalzo in anticipo,sia in sella,quasi all' apice,sia in fase discendente di poco o molto ritardata. E i movimenti che ne conseguono son diversi,molto diversi e articolati l'uno dall' altro,così come pure le distanze da coprire e i relativi passi assieme ai piegamenti di piedi e gambe,per cercare il contatto con la palla nel modo più consono e redditizio,con una tempistica sempre diversa,ma consapevole e mirata.
    Vuoi che questo "apparire",posizionarsi in modo corretto e rispondere sempre:"Presente" su ogni palla e in tutte le occasioni mobili del gioco non rappresenti un punto di forza e di aggiunta tranquillità rispetto a tutti gli altri? Quelli costretti a giocare al massimo le prime due tre palle, perché poi inevitabile nella frenesia ci si disunisce e i piedi dove sono,dov'erano rimasti?
    ettore
     
  7. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    E' stato bello finchè è durato
     
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  8. PonziPonzi

    PonziPonzi Utente Attivo

    Qualifica Tecnico:
    Nessuna Qualifica
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Era in vacanza
     
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  9. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Mi conforta sapere che non sia morto.
    In fondo è una brava persona, educato e buon incassatore. Lunga vita al vecchio e speriamo almeno in un letargo invernale.
     
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  10. vg.

    vg. seguace gruppo rinco

    Categoria Atleta:
    1a Cat.
    John numero 1

    :D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D:D
     
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