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Epitaffio.

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Chicco, 19 Ott 2018.

Status Discussione:
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  1. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Non voglio nemmeno pensare di esser considerato menagramo ma dopo questa estate certi numeri che mi son capitati sotto mano e alcune notizie del nostro mondo mi fanno convincere che tutte le strade battute finora non portino a nulla se non ad allungare la lenta agonia del TT. A livello promozionale ancora troppo poco si fa e troppo poche le società che ancora cercano di fare. Pochissime prospettive professionali portano anche tecnici molto qualificati a smettere o meglio cercare strade diverse al di fuori del TT .
    Non ci vedo un gran bel futuro.
     
    A andras piace questo elemento.
  2. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT FIUMICELO


    Epitaffio o rinascita?
    Se manca l'anelito o la vocazione ad esprimere un gioco di maggior qualità tecnici animati dalla miglior intenzione non avranno spazio nel mondo italico del tennis tavolo. Che poi ognuno si arrangia da sè, basta leggere le istruzioni della racchetta che si andrà a comprare e già si può duettare con i più bravetti della palestra..Detto tra noi è anche un vantaggio, un bonus che esprime il nostro sport, veramente sport per tutti, dove tutti possono interloquire e trarne beneficio psico-fisico, dove l'anziano non disdegna di giocare con il giovane, dove la ragazzina può impegnare a fondo il giocatore più navigato, comunque ragionevolmente incrociare le armi. A lungo andare, però, mancando lo stimolo a migliorare viene meno la motivazione, rischiando di relegarci a "divertissement" da parrocchia o da spiaggia da cui proveniamo. Accanto a questo mondo che vive di suo, ne dobbiamo creare un altro che faccia da faro a tutto il movimento, che sappia esprimere un diverso taglio qualitativo e maggior visibilità su tutti i fronti.
    Il problema è che anche i tecnici poi si rassegnano, oppure si adagiano, invero espertissimi dell'armamentario di racchette e degli ultimi ritrovati di gomme e colle, offrendo ciò che la moltitudine di appassionati chiede, ossia la possibilità di giocare senza farsi troppi problemi. Le palestre sono ricolme di giocatori di ogni età e questo è un bene, mancano però i giovani cui la volontà di migliorare non fa certo difetto.E da qui può ripartire la rinascita, se la Federazione saprà affrontare con senso di realtà e un bricciolo di innovazione la vera sfida, che è quella di preparare adeguatamente i Tecnici-Istruttori cui viene demandato l'importantissimo compito di portare, soprattutto di far apprezzare il nostro sport nelle scuole e nelle altre realtà dove si trovano i giovani, soprattutto i giovanissimi. Compito di non facile soluzione, ma se lo hanno affrontato le altre Federazioni, con risultati tangibili, non se ne vede la ragione per cui da noi venga preso così alla leggera o addiritura snobbato tout -court. Può addiritura rappresentare una forma di guadagno per i nuovi Istruttori motivati e che vogliono davvero cimentarsi in questo delicato compito, oltrechè investimento per le Società pongistiche.Una sfida lunga, anche anni, che può trasformare il paventato necrologio in auspicata risorsa e ripresa del tennis tavolo italico.
    E'altrettanto chiaro che qualcosa si dovrà fare.Chi e come si prepareranno
    i futuri tecnici giovanili, quelli che porteranno l'immagine del tennis tavolo all'esterno, visibile a tutti e non solo nel chiuso della propria palestra? Lo lasceremo fare al solito management attuale, spesso interessato a conservare più che a innovare?
    stima ettore
     
  3. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Giusto il pensiero ma personalmente ho fatto un pò di statistica senza dati alla mano precisi ma solo per quel che ricordo della ASD di cui son tesserato da quasi 20 anni. Solo 1/2% dei bambini che han cominciato in età giovanile (partendo da 7/10 anni) ,raggiunta l'età senior continua a fare attività e ancora meno quelli che poi si impegnano in qualche ruolo al suo interno. Mi sembra un pò troppo poco. E non credo sia un fatto imputabile alla società che ha sempre messo in primo piano la promozione e la formazione.
    Altro dato riguarda il Gran prix regionale giovanile piemontese che ha sempre riscosso grandissimo seguito
    e dal quale son passati quasi tutti i più forti atleti di livello nati pongisticamente in regione: la prima manifestazione organizzata per la zona nord ha visto la partecipazione ai minimi storici almeno per quel che ricordo. Dato preoccupante rispetto a pochissimi anni fa è la caduta libera del numero di società che portano ragazzi ,segno che attività di promozione e reclutamento è diventata quasi nulla o forse sempre più difficoltosa (e qui un aiuto dalla federazione ci andrebbe). Colpa delle società ? forse ma non credo . Forse mancano stimoli ... ma chi deve avere e chi deve dare questi stimoli? Il CONI ? qualche progetto lo promuove ma scarsa è l'informazione e minimi sono i contributi.
    Se infine non si ha una base larga da selezionare e sulla quale lavorare diventa assurdo mantenere un centro o più centri "nazionali" che invece di avere la coda fuori dalla porta per potervi esser accettato ,sono gli stessi centri a richiedere ragazzi da inserirvi. Che livello si può raggiungere?
     
    A musicalle e Milocco Ettore piace questo messaggio.
  4. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT FIUMICELO
    Dato preoccupante rispetto a pochissimi anni fa è la caduta libera del numero di società che portano ragazzi ,segno che attività di promozione e reclutamento è diventata quasi nulla o forse sempre più difficoltosa (e qui un aiuto dalla federazione ci andrebbe). Colpa delle società ? forse ma non credo . Forse mancano stimoli ...
    ma chi deve avere e chi deve dare questi stimoli? Il CONI ?

    Momenti alti e momenti bassi si son sempre avvicendati in tutti gli sports,
    ora è giunto il momento di riconoscere che altre discipline si son date da fare
    nella promozione per raccogliere nuovi adepti, soprattutto fra i giovani e giovanissime, penso alla pallavolo, alla gymnica, ma anche ad altre discipline.
    Noi che fine faremo, come la boxe? Hanno le strutture, gli organizzatori,
    anche tecnici allenatori preparati,ma....manca il carburante per mettere in moto la macchina, ferma da un bel po' e se non ci fossero un po' di uzbekistani o nordafricani ancora diponibili sul mercato, avrebbero già spento le luci.
    E' meglio che ce lo diciamo a viso aperto da noi i giocatori non mancano, visto e considerato la salubrità, i costi contenuti, la bellezza del tennis tavolo, ma non abbiamo i mentori, le persone qualificate in grado di rapportarsi e insegnare il ping pong ai bambini, ai ragazzi difficili del giorno d'oggi, nè messo in atto alcuna politica per far crescere il movimento giovanile accompagnato da Istruttori competenti ed efficaci, soprattutto desiderosi di rinnovare e migliorarsi per dare un minimo di continuità nel tempo. Tranne lodevoli o sparute eccezioni. Cosa c'è mancato? Se vediamo l'exploit del movimento di pallavolo femminile, da cui qualcosa potremmo imparare, lì sono approdate diverse insegnanti fresche diplomate Isef, che dal nulla si son date da fare, con la giusta competenza per portare avanti il gruppetto assegnato, farlo divertire senza mai pretendere fin da subito la creazione del/la campione/essa, soprattutto appassionarealla disciplina,con duro lavoro giornaliero e sempre con il sorriso sulle labbra.Tempo una generazione e raccolgono risultati sulla bocca di tutti, favorendo altresì nuovi posti di lavoro sufficientemente remunerati.E il meccanismo gira che è un piacere, con il dovuto ricambio e innesto di nuove messi, così necessario e importante per non far appassire la pianta.
    Che aggiungere? Perchè le diplomate Isef non approdano da noi? Capiscono subito che il nostro è un ambiente, per ora, prettamente maschile e s'intristerebbero assieme a quelle sparute e spesso sole ragazze che non hanno ancora abbandonato. Quando mai può trasmutarsi tutto questo sudare e ben operare in occasione e opportunità lavorativa? Come se ne esce?semprechè lo si voglia? Semplicemente con una trasformazione culturale,ovvero fare in tutti i modi per promuovere anche da noi il tennis tavolo come sport di gruppo, prima ancora della ricerca del Campione.
    Che poi da solo dove va?
    Nel nostro mondo pongistico, è invalsa un abitudine, ormai anacronistica,
    ma tutt'ora in molti ancor presente, per giudicare la bontà delle proposte o delle osservazioni inerenti il tennis tavolo italiano, cui spesso si fa ricorso per denigrare o zittire coloro che la pensano diversamente: "Ma tu, per affermare ciò, quanti giocatori di prima fascia hai creato?" Rendendo così il dibattito sterile, degno di essere continuato solo dalla ristretta cricca di 3 o 4 carbonari rinchiusi nel loro retrobottega.Cui io mi sento di replicare chiedendo semplicemente:"Ma tu quante squadre di tennis tavolo hai creato,partendo dai ragazzini che non sapevano tenere in mano una racchetta,cioè da zero?"
    "Quanti e quali risultati nel doppio hai favorito,magari organizzato e poi ottenuto?"Ne vogliamo parlare?Ecco cominciamo intanto dal doppio,occasione per far giocare e star bene insieme i ragazzi che transitano nelle nostre palestre,quello che in definitiva più cercano....
    Ne avremo la pazienza, l'abnegazione, la capacità di far cambiare l'immagine e l'impressione anche a chi ci guarda da fuori?
    stima ettore
     
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