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Coaching philosophy

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Chicco, 18 Ott 2013.

Status Discussione:
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  1. Ortensio

    Ortensio Utente Noto

    Cio' che fai in partita e' il risultato di cio' che fai in allemento, annessi e connessi.
    Il rapporto allenatore-giocatore deve necessariamente essere collaborativo, ma spesso vedo questo rapporto inteso come "io sono l'allenatore e ti dico quello che devi fare. Tu sei il giocatore e fai quello che ti dico". Partendo da simili presupposti, cioe' senza che tra i due ci sia un vero dialogo, tanta strada insieme non si fa. Se ci si abitua al dialogo, e anche un po' al cazzeggio, durante la settimana, quando c'e' un avversario davanti e' piu' facile avere uno scambio di battute positivo durante i time-out o nei cambi campo, tenendo sempre conto che nell'immediatezza della situazione conta piu' l'aspetto della tranqullita' e della sicurezza da infondere che non la parte piu' squisitamente tecnica. L'importante e' che l'allenatore mantenga un certo ascendente, senno' stiamo perdendo tempo. Puoi consigliare un tipo di gioco, se questo e' nelle corde dell'atleta, ma e' piu' importante che egli si senta sicuro di fare le cose che sa far meglio.
    In qualcuno dei messaggi precedenti veniva consigliato di far parlare l'atleta per primo, ma spesso l'allenatore segue un numero cospicuo di ragazzini, quindi questa abitudine al dialogo non c'e' perche' quando ne hai tanti a scambiare opinioni con ognuno di loro azzera il tempo dedicato all'allenamento. Se poi il ragazzo e' gia' taciturno per gli affari suoi... e se il tuo pupillo perde bisogna lasciare che sia lui, se ne ha voglia, a dirti dove ha sbagliato e cosa dovra' fare la prossima volta per cercare di superare l'ostacolo. Perche' uno puo' essere l'allenatore, ma in campo scende l'atleta !
    Poi, tanto per cambiare, e' una questione di carattere dei singoli. Ed in giro di "sergenti di ferro", "fratelli maggiori" o ansiosi cronici se ne vedono ! Cosi' come capita non di rado di assistere a giocatori che sfanculano il loro allenatore nel corso di qualche incontro !!

    :)
     
  2. Fabio di Milano

    Fabio di Milano Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Fabio Roveda
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Squadra:
    POL. S. GIORGIO LIMITO
    Dipende da come e' andata la partita:se ha perso pur giocando al meglio ma l'avversario e' stato piu' bravo tendo ad avere un atteggiamento; se ha perso perche' non ha seguito i consigli (o addirittura non ci ha neanche provato) l'atteggiamento sara' sicuramente diverso.
     
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  3. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Meglio rincuorare e basta, a sangue caldo non credo che si possa analizzare l'incontro anzi credo che sia facile avere uno scontro verbale con il proprio giocatore, meglio far sbollire e dedicare alcuni minuti alle valutazioni sugli incontri alla prima sessione di allenamento in palestra, ancor meglio se si è registrati gli incontri e li si guarda insieme al giocatore, certo non è facile stare zitto dopo l'incontro visto anche l'emotività che è anche repressa nell'allenatore, ma credo dovremmo tutti protendere verso quella direzione.....silenzio ed incoraggiamento perchè inoltre rischierebbe di portare danni anche ad un eventuale altro match al quale l'atleta si presenterebbe distrutto psicologicamente
     
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  4. Fabio di Milano

    Fabio di Milano Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Fabio Roveda
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Squadra:
    POL. S. GIORGIO LIMITO
    Dipende come le dici le cose:se parte il "cazziatone" cerco di farlo col fine di caricare l'atleta per il successivo incontro.Tendo ad essere sempre positivo quando sono in panchina.
     
  5. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Sono d'accordo. La qualità del rapporto che si deve instaurare col giocatore permette a questi di capire che tutto viene detto e fatto anche e soprattutto nel suo interesse.
    E il giocatore impara ad accettare il rimbrotto benefico.

    Quando questa qualità non c'è, la collaborazione è poco proficua per entrambi.
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
  6. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Va bene sicuramente anche il cazziatone se fatto con lucidità e con l'intento che dicevi, alla fine l'importante che almeno l'allenatore si mantenga lucido......facile a dirsi ovviamente, il giorno che riesco a farlo con mio figlio sotto l'aspetto mentale posso allenare anche la Cina.........ma devo dire che ultimamente anche con lui sono migliorato, sarà l'età? La mia? La sua? Bho..........
     
  7. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Coach e genitore? Non è la migliore delle combinazioni. imho
    Dopo la fase didattica.. ognuno per la propria strada... sportiva. ri-imho
     
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  8. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Verissimo, ma a volte bisogna fare di necessità virtù ed il proprio orto a volte conviene curarselo da soli....ma condivido credo sia quasi incompatibile imho con gli altri sono tranquillo in panchina, mentre quando gioca lui e sbaglia qualche colpo dopo un pò lui dice che faccio le smorfie e mi storco come un serpente....solo il match lo leggo sempre lucido o almeno non mi condiziona, ma in questo caso serve a poco.....
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
  9. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Conviene quando non c'è altra possibilità (colleghi a disposizione).

    Distinguere le dinamiche familiari da quelle professionali non è facile.

    L'adulto può avere gli strumenti per separarle. I figli/atleti li acquisiscono col tempo.. e non sempre.
    Il genitore rischia di proiettare la propria immagine sul figlio. Il figlio assomma il peso delle aspettative del genitore a quelle del coach. Se poi c'è conflitto...
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
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  10. Fabio di Milano

    Fabio di Milano Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Fabio Roveda
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Squadra:
    POL. S. GIORGIO LIMITO
    Ai campionati italiani io faccio panchina a mio padre nonostante lui abbia oltre 60 anni di esperienza.In campionato non riesco in quanto siamo tesserati per societa' diverse.
     
  11. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Alla vostra età le dinamiche adolescenziale le avete risolte :D

    Nel vostro caso il rapporto padre-figlio è inverso, quindi dovrebbero anche essere risolte:
    la proiezione da parte del coach sul giocatore (inteso come prolungamento di sè) e/o l'aspettativa da dover corrispondere da parte del giocatore al coach. :D
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
  12. mendmax

    mendmax Utente congruo ed appropriato

    Nome e Cognome:
    massimo mendeni
    Un libro molto interessante sull'argomento è "OPEN" di Agassi.:approved:.
     
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  13. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Scusate un'attimo solo
    [​IMG]
    Ok, ho finito, potete continuare
     
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  14. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Tu sì che lasci pulite le discussioni! :D
    ... e poi io dicevo coach-genitore.... non coach-figlio. :)
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
  15. mendmax

    mendmax Utente congruo ed appropriato

    Nome e Cognome:
    massimo mendeni
    memoria.jpg
    Evitiamo il coach-nipote.:rotfl:.
    --- Messaggio Unito Automaticamente, 25 Ott 2013 ---
    imagesCA5QCPRS.jpg serve per vincere Questa!!!
     
    Ultima modifica: 25 Ott 2013
  16. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Opterei per la seconda ipotesi non essendo stato un gran giocatore mi sono almeno evitato la prima.... :D
     
  17. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    A parte lo scherzo, proprio il fatto di non aver avuto risultati accettabili dal proprio ego può finire per considerare il figlio-allievo come un prolungamento di sè e caricarlo di aspettative "risarcitorie". Non è il tuo caso, mi sembra di capire, ma a livello generale il rischio c'è.

    Il caso di Fabio, che è coach del papà, è molto diverso. Se fa la panchina al padre è probabile che le dinamiche siano quelle disinteressate della riconoscenza (gratitudine) reciproca e dell'empatia.
     
    Ultima modifica: 26 Ott 2013
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  18. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Ho lasciato per oltre vent'anni altrimenti waldner oggi non sarebbe nessuno..... :banana: :banana: :D :D :campione: :campione:
     
    A mendmax e eta beta piace questo messaggio.
  19. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    simpatica la divagazione padri figli... oggi a Novara nel girone avevo papà Gian mario con il figlio Edoardo in panca: il bello è che pensavo al questa discussione e mi mettevo a ridere .... ricordo anni fa quando Gian mario tranquilizzava il figlioletto alle prime esperienze (fiumi di lacrime:rolleyes: ad ogni set perso..) ,ora il giovane è molto più forte del padre e catechizzava anche forse con un pò troppa verve il genitore che ,nonstante tutto, e a parti invertite rispetto a qualche anno fa, ha continuato a rifare gli stessi errori.... cosa che noi genitori aborriamo se dovesse capitare ai figli...Stesso discorso è successo al nazionale 5^ quando avevo la famiglia Palazzoli col figlio a far da panca al padre.... Idem come sopra... consigli inascoltati.... noi "vecchioni " continuiamo a far di testa nostra salvo poi ammettere a giochi fatti che forse il figlio aveva ragione(per una volta:rotfl:)
    Ma questa è solo una sfacettatura del vero coaching.
    Oggi ad esempio ho arbitrato un incontro in cui la differenza tecnica era notevole ,per cui la partita era a senso unico.Ho trovato strano (oppure si ritiene che non possa servire a niente?) che il coach del ragazzo in difficoltà non chiedesse il time out almeno per rompere il ritmo o per lo meno correggere almeno un piccolo aspetto tattico che ritenesse migliorabile.... cambiare un risposta , dare più giro ad un certo tipo di palla o altro, non avrebbe sicuramente capovolto l'esito ma almeno , forse poteva far giocare di più ....Non vorrei che il ragazzo si venga a sentire come abbandonato a sè stesso...che fareste?
     
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  20. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Ho sempre pensato che il time out fosse utile nelle partite equilibrate nelle quali una pausa nel momento giusto potesse spostare un quid minimo ma risolutore.

    Quando la superiorità è soverchia potrebbe essere superfluo. Ci sono già i cambi set per fare il punto della situazione e tentare dei correttivi. imho.

    Eri a Novara? Anch'io. Com'è che non ci siamo visti? :shifty: :D
     
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