Arbitrare in doppio - chiamo o non chiamo il "campo"?

In Lombardia con sta storia del doppio da giocare... capita di arbitrarlo... ben sapendo la difficoltà nel vedere l'eventuale "campo" da chiamare, decido come al solito di arbitrare stando in piedi.

A parte le difficoltà già tipiche del singolo, di dover vedere nel ordine...
1 - alzata regolare e colpo in battuta
2 - eventuale let

nel doppio bisogna anche vedere dove va a cadere la pallina, se nella metà giusta del campo o meno... finchè l'avversario batte lento e lontano dalle righe, nessun problema, il problema si pone quando la battuta è veloce, o cmq repentina, e la palla cade piu' o meno di qua o di la della riga.

Oggi ho arbitrato la mia squadra, in casa contro l'avversario, e dato che un avversario batteva almeno in un set molto vicino alla riga, ho scelto, di darle tutte buone, anche se su alcune il duppio lo avevo, ma nel dubbio appunto, ho preferito non chiamare "campo", nonostante qualche sguardo dei miei compagni in campo.

Dopo questo set, ho avvisato i miei che non avrei chiamato "campo" se non era proprio palese l'infrazione... di stare quindi piu' attenti a coprire la riga centrale e cmq di andarci sempre.

Voi come vi comportate?

Ciao

 

Porto già gli occhiali... e ci vedo bene... la pallina è bianca... la riga al centro è bianca e sottile... se per il tennis con righe ben piu' spesse e palle ben piu' grosse al arbitro hanno aggiunto giudici di linea e occhi di falco... forse ci sarà un perchè

 

Che poi non capisco questa regola.
Non si potrebbe battere normalmente come nel singolare?
Io ad esempio, tatticamente parlando, farei dei servizi guardando dove si mette anche chi non riceve, cercando di dare una pallina che possa anche causare fastidio nello scambio di posizioni, in modo che si intralcino a vicenda...

 

Mi è capitato spesso di arbitrare, sia singolari che doppi. E' chiaro che, ogni tanto, il dubbio sorga. Ma se è un dubbio non chiamo. Se son sicura sì. Al massimo mi premunisco di dire prima ai giocatori di alzare la mano qualora dovessero vedere let o servizio che non segue la diagonale.

 

Io quoto ponfista x la gloria! dico prima di iniziare l'incontro ai giocatori, di alzare la mano quando succedere il fallo di campo. Se è nettamente visibile lo chiamo io che è arbitro, altrimenti lo fanno loro con la mano alzata.

 

Non basta vedere dove cade la pallina nel campo del ricevitore. E' necessario vedere anche il primo rimbalzo nel campo del battitore. Questo primo rimbalzo viene spessissimo ignorato sia dall'arbitro di sedia che anche dagli stessi giocatori.
Mi è capitato talvolta di chiamare un campo "interno" (così viene definito il campo del battitore) con notevole sorpresa di entrambe le coppie.

 

Pensa quando l'ho fatto io che non ho l'autorità di un arbitro.

 

non capisco il problema: quando arbitro SONO l'arbitro, se per me è campo, campo è.
Se non chiamo campo si gioca.
punto.

 

approfitto del tuo intervento sacrosanto e da esperto in arbitraggi per aggiungere un dubbio da fugare sul campo "interno":

- se il battitore anzichè da dietro al tavolo, batte colpendo la palla fuori dal tavolo, ma di lato sulla destra? anche li è irregolare o erro? (e sia in doppio che nel singolo ovviamente) (a volte in allenamento partitella vedo gente farlo...)

 

Non ha importanza se la palla nel servizio sia dentro o fuori dalla sagoma del tavolo. L'importante è che sia sempre visibile all'avversario e che si trovi dietro alla linea di fondo campo la quale, come ben specificato nel regolamento tecnico di gioco, si intende idealmente prolungata all'infinito in entrambe le direzioni
REGOLAMENTO TECNICO DI GIOCO
6. Definizioni.
6.15 - la linea di fondo (end line) si considera prolungata indefinitamente in entrambe le direzioni.