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Discussione in 'Principianti' iniziata da ATH_Gio, 16 Nov 2023.

  1. Ikon84

    Ikon84 Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Valerio
    Qualifica Tecnico:
    Nessuna Qualifica
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    La PRO è più dura quindi serve più energia per far sprofondare la pallina nella gomma. Quando poi la pallina rimbalza, la gomma rilascia l'energia incamerata (quello che chiamano effetto catapulta). Se mastichi la fisica di base è sostanzialmente la legge di Hooke per la forza elastica. Se non metti abbastanza energia nel sistema non comprimi o comprimi poco la molla. Se consideri che la molla (gomma) incamera energia potenziale che cresce col quadrato della compressione e proporzionalmente ad un coefficiente di elasticità che è maggiore per gomme più dure, va da sé che la compressione conta molto di più della durezza della gomma. Quindi paradossalmente se comprimi bene una gomma molto morbida hai più catapulta di una gomma durissima compressa molto poco. La Europe è 42.5°, mentre la Pro è 47.5°. Il grosso problema è che indipendentemente dalla durezza della gomma, il tempo che hai a disposizione per trasferire energia dal corpo alla racchetta e poi alla pallina è sempre più o meno il solito (pochi millisecondi). Quindi serve migliore tecnica e capacità per imprimere energia maggiore a durezze maggiori delle gomme. Per questo i più capaci usano durezze da 50°. Ora fanno anche 53°, ho visto gomme che indicano 55°. Follia... praticamente è gres porcellanato. Però va bene che non riesci ad usare la Pro, perché ti spinge a migliorare per riuscirci. Invece quando hai gomme troppo morbide, riesci a sfruttare decentemente la gomma anche quando ci metti scarso impegno e rischi di diventare pigro nei colpi, perché tanto anche quando hai una tecnica imprecisa ottieni comunque una discreta velocità.
    --- Messaggio Unito Automaticamente, 4 Gen 2024, Data originale: 4 Gen 2024 ---
    Io questa cosa non l'avevo capita bene, finché non mi sono ritrovato a giocare con due gomme da 40° malgrado il loro topsheet duro. Ad essere onesto, @ggreco mi aveva avvertito su questo forum, ma certe esperienze vanno fatte di persona per capire a fondo.
     
    A ggreco, Tsunami! e ATH_Gio piace questo messaggio.
  2. ATH_Gio

    ATH_Gio Utente

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Grazie per la spiagazione, davvero utile
     
    A Ikon84 piace questo elemento.
  3. ggreco

    ggreco Arrotatore di dritto, picchiatore di rovescio.

    Nome e Cognome:
    Giovanni Greco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    CUS Torino
    Non avrei saputo spiegarlo meglio.
     
  4. Ikon84

    Ikon84 Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Valerio
    Qualifica Tecnico:
    Nessuna Qualifica
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Ci provasti a spiegarmelo in un thread dove dicevo che volevo cambiare la mia Xiom Vega X con una FX-S o una Hype EL Pro 40 (ora non ricordo quale delle due). Non che non ti avessi creduto sulla parola o che non ti fossi spiegato bene. Semplicemente pensavo di essere troppo scarso per poter apprezzare la differenza di materiale, ed in un certo senso non sbagliavo, nel senso che sono davvero scarso. Poi quando ho provato quelle due gomme da 40°, malgrado il loro topsheet duro, mi sono reso conto che dopo qualche mese avevo iniziato a tirare "pallette" (riporto l'esatta descrizione tecnica fornita da @lupo alberto, che personalmente trovo accuratissima). Malgrado gli errori tecnici i colpi entravano in campo avversario, tant'è che nuovamente @lupo alberto, senza sapere che gomme avevo, su un paio di rovesci, mi disse "il tuo problema è che hai la fortuna che questi colpi qui ti entrano". Allora ho capito esattamente cosa intendevi dirmi e sono tornato sui 47.5°, anzi ho rincarato la dose infilando anche due strati di inner soft carbon, perché quando uno è scarso è bene che lo senta per bene. Magari adesso butto le palle fuori o a rete, però almeno capisco quando sto sbagliando. Devo dire che il mio setup attuale è molto più soddisfacente.
     
    A ggreco e ATH_Gio piace questo messaggio.

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