In Austria Tennistavolo con sottofondo musicale

Ho letto un post sull'instagram dell'ETTU che dice che per la prima volta il 4 settembre si svolgerà la partita della Bundesliga tra ttcwienerneustadt e spgwels con musica e commento durante i punti

Ho cercato di documentarmi meglio e ho trovato questo:

Kill The Silence: In Österreichs Bundesliga wird's laut | Buntes | Panorama | myTischtennis.de

Io "a pelle" sono un poco scettico ma invece potrebbe essere una trovata interessante..

Voi che ne pensate?

 

Io invece senza pelle mi chiedo come aldilà della concentrazione difficilissima da trovare si possa sentire il suono della pallina che è fondamentale

 

Sarà un po' triste,ma...
sappiamo benissimo che le nuove generazioni rifuggono il silenzio,l'ossservazione e la riflessione,cioè il star bene con se stessi come fa il diavolo con l'acqua santa,preferendo di gran lunga la compagnia "casinista",il chiasso assordante e il movimento ancestrale a intermittenza,ma condotto fino allo sfinimento,per loro benefico sfinimento,ma senza esser troppo coinvolti, che" ti prende" fra gambe e basso ventre,sul ritmo della "loro" musica,per cui preferirebbero di gran lunga giocare,essere in qualche modo essere coinvolti come attori protagonisti e non come semplici e passivi spettatori . Anche se giocare non sanno, nè sono predisposti,tranne casi sporadici, a mettersi in osservazione per imparare come si fa.Altre associazioni laiche,religiose financo sportive si sono accorte di questo "gap" e per incentivare una maggior affluenza di giovani fra le loro fila (c'è concorrenza assai!) ne han studiate e continuamente studiano di tutti i colori nell'andare incontro a queste primordiali esigenze di far gruppo e muoversi,scriteriatamente muoversi (oh,jee!) insieme agli altri coetanei. Da qui l' introduzione di pause prolungate a suon di musica assordante e pubblicità a manetta,poi ancora lo spettacolo di danza delle "majorettes" , fra un time- out e l'altro, "schitarrate" in chiesa,una volta proibite e adesso sembrano soppiantare dappertutto le più ortodosse e classiche intonazioni d'organo, poi imbonitori di ogni specie per far sì che il pubblico presente non abbandoni le platee anzitempo,magari annoiato da soporifero e deludente spettacolo.Insomma....
noi che paura abbiamo per provare a cambiare in qualcosa,magari sulla scia di altri prima di noi che ci han preceduto e innovano? Temiamo di perdere quei due attempati e soliti,abitudinari spettatori lassù sugli spalti, senza far alcunchè per promuoverne altri,per un ricambio generazionale che non c'è?Neanche la Messa si fa più in latino,con il celebrante girato di spalle ai fedeli e lo sguardo fisso lassù, in solitaria preghiera o a guardare il vuoto, staccato dal resto del mondo....
Che paura abbiamo di cambiare? o di perdere che?
ettore