1. Benvenuto/a sul forum di Tennis-Tavolo.com! Iscriviti è GRATUITO!
    Iscrivendoti con il pulsante qui a destra potrai partecipare attivamente nelle discussioni, pubblicare video e foto, accedere al mercatino e conoscere tanti amici che condividono la tua passione per il TennisTavolo. Cosa aspetti? L'iscrizione è gratuita! Sei già registrato/a e non ricordi la password? Clicca QUI.
  2. Clicca QUI per risparmiate sugli acquisti con le offerte di Amazon.it

Eta beta ha compiuto 5000 messaggi !! Auguri !

Discussione in 'Chiacchiere su tutto il resto!' iniziata da rico60, 8 Ott 2011.

Status Discussione:
ATTENZIONE! - L'ultima risposta a questa discussione ha più di 365 giorni!
Valuta se potrebbe aver senso aprire una nuova discussione sull'argomento o se il tuo intervento possa essere utile ad essa.
  1. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    bambino.... tu bisogna pannolini Lines"
     
  2. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola

    Giovanni Pascoli

    Il Fanciullino

    I.
    È dentro noi un fanciullino che non solo ha brividi, come credeva Cebes Tebano che primo in sé lo scoperse, ma lagrime ancora e tripudi suoi. Quando la nostra età è tuttavia tenera, egli confonde la sua voce con la nostra, e dei due fanciulli che ruzzano e contendono tra loro, e, insieme sempre, temono sperano godono piangono, si sente un palpito solo, uno strillare e un guaire solo. Ma quindi noi cresciamo, ed egli resta piccolo; noi accendiamo negli occhi un nuovo desiderare, ed egli vi tiene fissa la sua antica serena maraviglia; noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, ed egli fa sentire tuttavia e sempre il suo tinnulo squillo come di campanello. Il quale tintinnio segreto noi non udiamo distinto nell'età giovanile forse così come nella più matura, perché in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell'angolo d'anima d'onde esso risuona. E anche, egli, l'invisibile fanciullo, si perita vicino al giovane più che accanto all'uomo fatto e al vecchio, ché più dissimile a sé vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; ché ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d'un passato ancor troppo recente. Ma l'uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l'armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d'un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.

    O presso il vecchio grigio mare. Il mare è affaticato dall'ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia. Ma tra un'ondata e l'altra suonano le note dell'usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda. L'usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l'uno è giovane, e l'altro è vecchio. Vecchio è l'aedo, e giovane la sua ode. Väinämöinen è antico, e nuovo il suo canto. Chi può imaginare, se non vecchio l'aedo e il bardo? Vyàsa è invecchiato nella penitenza e sa tutte le cose sacre e profane. Vecchio è Ossian, vecchi molti degli skaldi. L'aedo è l'uomo che ha veduto (oîde) e perciò sa, e anzi talvolta non vede più ; è il veggente (aoidós) che fa apparire il suo canto.

    Non l'età grave impedisce di udire la vocina del bimbo interiore, anzi invita forse e aiuta, mancando l'altro chiasso intorno, ad ascoltarla nella penombra dell'anima. E se gli occhi con cui si mira fuor di noi, non vedono più , ebbene il vecchio vede allora soltanto con quelli occhioni che son dentro di lui, e non ha avanti sé altro che la visione che ebbe da fanciullo e che hanno per solito tutti i fanciulli. E se uno avesse a dipingere Omero, lo dovrebbe figurare vecchio e cieco, condotto per mano da un fanciullino, che parlasse sempre guardando torno torno. Da un fanciullino o da una fanciulla: dal dio o dall'iddia: dal dio che sementò nei precordi di Femio quelle tante canzoni, o dell'iddia cui si rivolge il cieco aedo di Achille e di Odisseo.

    II.
    Ma il garrulo monello o la vergine vocale erano dentro lui, invisibilmente. Erano la sua medesima fanciullezza, conservata in cuore attraverso la vita, e risorta a ricordare e a cantare dopo il gran rumorio dei sensi. E la sua fanciullezza parlava per ciò più di Achille che d'Elena, e s'intratteneva col Ciclope meglio che con Calipso. Non sono gli amori, non sono le donne, per belle e dee che siano, che premono ai fanciulli; sì le aste bronzee e i carri da guerra e i lunghi viaggi e le grandi traversie. Così codeste cose narrava al vecchio Omero il suo fanciullino, piuttosto che le bellezze della Tindaride e le voluttà della dea della notte e della figlia del sole. E le narrava col suo proprio linguaggio infantile.

    Tornava da paesi non forse più lontani che il villaggio che è più vicino ai pastori della montagna; ma esso ne parlava ad altri fanciulli che non c'erano stati mai. Ne parlava a lungo, con foga, dicendo i particolari l'un dopo l'altro e non tralasciandone uno, nemmeno, per esempio, che le schiappe da bruciare erano senza foglie. Ché tutto a lui pareva nuovo e bello, ciò che vi aveva visto, e nuovo e bello credeva avesse a parere agli uditori. La parola "bello" e "grande" ricorreva a ogni momento nel suo novellare, e sempre egli incastrava nel discorso una nota a cui riconoscere la cosa. Diceva che le navi erano nere, che avevano dipinta la prora, che galleggiavano perché ben bilanciate, che avevano belli attrezzi, bei banchi; che il mare era di tanti colori, che si moveva sempre, che era salato, che era spumeggiante. I guerrieri? Portavano i capelli lunghi. I loro caschi? Avevano creste che si movevano al passo. Le loro aste? Facevano una lunga ombra. Per non essere frainteso ripeteva il medesimo pensiero con altra forma: diceva "un pochino, mica tanto!", "vivere, mica morire!", e anche "parlò e disse", "si adunarono e furono tutti in un luogo".

    Non mancava di quelle spiegazioni che chiudono la bocca: ubbidite, perché ubbidire...è meglio , solo devo rimanermene senza dono? Non sta bene. La chiarezza non è mai troppa: I pulcini erano otto, e nove con la madre, che aveva fatti i pulcini , Aias, quello più piccolo, non grande come l'altro, ma molto più piccolo: era piccino.... Qualche volta riusciva sublime, ma senza farlo apposta: saltava qualche circostanza, per giungere a ciò che importava più e che era più sensibile. Un divino arciere tirava l'arco e per tutto si vedevano cataste accese per bruciare i morti. Il dio supremo mosse il sopracciglio e scosse i capelli, "e scrollò l'Olimpo che è così grande". Sopra tutto, per far capire tutto il suo pensiero, in qualche fatto o spettacolo più nuovo e strano, s'ingegnava con paragoni tolti da ciò che esso e i suoi uditori avevano più sott'occhio o nell'orecchio. E in ciò teneva due modi contrari: ora ricordava un fatto piccolo per farne intendere uno grande, ora uno maggiore per farne vedere uno minore. Così rappresentava un mare agitato che con le grosse onde spumeggianti si getta contro la spiaggia, e strepita e tuona, per dar l'idea d'una moltitudine d'uomini che accorre in un luogo; e descriveva uno sciame di mosche intorno ai secchielli pieni colmi di latte, per esprimere il confuso e vasto agglomerarsi d'un esercito di guerrieri.
     
  3. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Questo era il suo solo artifizio, se pure si può chiamare artifizio ciò ch'egli faceva così ingenuamente che spesso la cosa, mediante il suo paragone, riusciva più piccola, sebbene sempre paresse più chiara; come quando confrontava il fluido parlare di alcuni vecchi savi all'incessante frinire delle cicale, o la resistenza d'un grande eroe all'indifferenza d'un asino che seguita a empirsi d'erba nel prato donde i bimbi vogliono cacciarlo a suon di bastonate. No no: il fanciullino del cieco non tanto voleva farsi onore, quanto farsi capire: non esagerava; perché i fatti che raccontava, gli parevano già assai mirabili così come erano. Ed egli sapeva, né per altro argomento se non perché parevano anche a lui, che mirabili dovevano parere anche agli altri bambini come lui, che erano nell'anima di tutti i suoi uditori. I quali ora come allora lo ascoltano con maraviglia. E non sarebbe ragionevole, di cose che dopo trenta secoli non si credono più verosimili. Ma dopo pur trenta secoli gli uomini non nascono di trent'anni, e anche dopo i trent'anni restano per qualche parte fanciulli.

    III.
    Ma è veramente in tutti il fanciullo musico? Che in qualcuno non sia, non vorrei credere né ad altri né a lui stesso: tanta a me parrebbe di lui la miseria e la solitudine. Egli non avrebbe dentro sé quel seno concavo da cui risonare le voci degli altri uomini; e nulla dell'anima sua giungerebbe all'anima dei suoi vicini. Egli non sarebbe unito all'umanità se non per le catene della legge, le quali o squassasse gravi o portasse leggiere, come uno schiavo o ribelle per la novità o indifferente per la consuetudine. Perché non gli uomini si sentono fratelli tra loro, essi che crescono diversi e diversamente si armano, ma tutti si armano, per la battaglia della vita; sì i fanciulli che sono in loro, i quali, per ogni poco d'agio e di tregua che sia data, si corrono incontro, e si abbracciano e giocano.

    Eppure è chi dice che veramente di generi umani ve ne ha due, e non si scorge che siano due, e che l'uno attraversa l'altro, sempre diviso ma sempre indistinto, come una corrente dolce il mare amaro. Vivono persino nelle stessa famiglia, sotto gli occhi della stessa madre, e vivono in apparenza la stessa vita germinata da uguale seme in unico solco; e questi sono stranieri a quelli, non d'un solo tratto di cielo e di terra, ma di tutta l'umanità e di tutta la natura. Essi si chiamano per nome e non si conoscono né si conosceranno mai. Ora se questo è vero, non può avvenire se non per una causa: che gli uni hanno dentro sé l'eterno fanciullo, e gli altri no, infelici!

    Ma io non amo credere a tanta infelicità. In alcuni non pare che egli sia; alcuni non credono che sia in loro; e forse è apparenza e credenza falsa. Forse gli uomini aspettano da lui chi sa quali mirabili dimostrazioni e operazioni; e perché con le vedono, o in altri o in sé, giudicano che egli non ci sia. Ma i segni della sua presenza e gli atti della sua vita sono semplici e umili. Egli è quello, dunque, che ha paura al buio, perché al buio vede o crede di vedere; quello che alla luce sogna o sembra sognare, ricordando cose non vedute mai; quello che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle: che popola l'ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli è quello che piange e ride senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione. Egli è quello che nella morte degli esseri amati esce a dire quel particolare puerile che ci fa sciogliere in lacrime, e ci salva. Egli è quello che nella gioia pazza pronunzia, senza pensarci, la parola grave che ci frena. Egli rende tollerabile la felicità e la sventura, temperandole d'amaro e di dolce, e facendone due cose ugualmente soavi al ricordo. Egli fa umano l'amore, perché accarezza esso come sorella (oh! Il bisbiglio dei due fanciulli tra un bramire di belve) , accarezza e consola la bambina che è nella donna. Egli nell'interno dell'uomo serio sta ad ascoltare, ammirando, le fiabe e le leggende, e in quello dell'uomo pacifico fa echeggiare stridule fanfare di trombette e di pive, e in un cantuccio dell'anima di chi più non crede, vapora d'incenso l'altarino che il bimbo ha ancora conservato da allora. Egli ci fa perdere il tempo, quando noi andiamo per i fatti nostri, ché ora vuol vedere la cinciallegra che canta, ora vuol cogliere il fiore che odora, ora vuol toccare la selce che riluce.

    E ciarla intanto, senza chetarsi mai; e, senza lui, non solo non vedremmo tante cose a cui non badiamo per solito, ma non potremmo nemmeno pensarle e ridirle, perché egli è l'Adamo che mette il nome a tutto ciò che vede e sente. Egli scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose. Egli adatta il nome della cosa più grande alla più piccola, e al contrario. E a ciò lo spinge meglio stupore che ignoranza, e curiosità meglio che loquacità: Impicciolisce per poter vedere, ingrandisce per poter ammirare. Né il suo linguaggio è imperfetto come di chi non dica la cosa se non a mezzo, ma prodigo anzi, come di chi due pensieri dia per una parola. E a ogni modo dà un segno, un suono, un colore, a cui riconoscere sempre ciò che vide una volta.

    C'è dunque chi non ha sentito mai nulla di tutto questo? Forse il fanciullo tace in voi, professore, perché voi avete troppo cipiglio, e voi non lo udite, o banchiere, tra il vostro invisibile e assiduo conteggio. Fa il broncio in te, o contadino, che zappi e vanghi, e non ti puoi fermare a guardare un poco; dorme coi pugni chiusi in te, operaio, che devi stare chiuso tutto il giorno nell'officina piena di fracasso e senza sole.

    Ma in tutti è, voglio credere.

    Siano gli operai, i contadini, i banchieri, i professori in una chiesa a una funzione di festa; si trovino poveri e ricchi, gli esasperati e gli annoiati, in un teatro a una bella musica: ecco tutti i loro fanciullini alla finestra dell'anima, illuminati da un sorriso o aspersi d'una lagrima che brillano negli occhi de' loro ospiti inconsapevoli; eccoli i fanciullini che si riconoscono, dall'impannata al balcone dei loro tuguri e palazzi, contemplando un ricordo e un sogno comune.
     
  4. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    IV.
    Se è in tutti, è anche in me. E io, perché da quando s'era fanciulli insieme, non ho vissuto una vita cui almeno il dolore, che fu tanto, desse rilievo, non l'ho perduto quasi mai di vista e di udita. Anzi, non avendo io mutato quei primi miei affetti, chiedo talvolta se io abbia vissuto o no. E io dico sì, perché ivi è più vita dove è meno morte, e altri dice no, perché crede il contrario. Comunque, parlo spesso con lui, come esso parla alcuna volta a me, e gli dico: Fanciullo, che non sai ragionare se non a modo tuo, un modo fanciullesco che si chiama profondo, perché d'un tratto, senza farci scendere a uno a uno i gradini del pensiero, ci trasporta nell'abisso della verità...

    Oh! Non credo io che da te vengano, semplice fanciullo, certe filze di sillogismi, sebbene siano esposte in un linguaggio che somiglia al tuo, e disposte secondo ritmi che sono i tuoi! Forse quei ritmi ce le fanno meglio seguire, quelle filze, e quel linguaggio ce lo fa meglio capire, quel ragionamento; o forse no, ché l'uno, abbagliando, ci distrae, e gli altri, cullando, ci astraggono; sì che il fine del ragionatore non è ottenuto come sarebbe senza quelle immagini e senza quella cadenza. Ma mettiamo che sia: ora il tuo fine non è, credo, mai questo, che si dica: Tu mi hai convinto di cosa che non era nel mio pensiero. E nemmeno quest'altro: Tu mi hai persuaso a cosa che non era nella mia volontà. Tu non pretendi tanto, o fanciullo. Tu dici che in un tuo modo schietto e semplice cose che vedi e senti in un tuo modo limpido e immediato, e sei pago del tuo dire, quando chi ti ode esclama: anch'io vedo ora, ora sento ciò che tu dici e che era, certo, anche prima, fuori e dentro di me, e non lo sapeva io affatto o non così bene come ora!

    Soltanto questo tu vuoi, seppure qualche cosa vuoi dal diletto in fuori che tu stesso ricavi da quella visione e da quel sentimento. E come potresti aspirare ad operazioni così grandi tu con così piccoli strumenti? Perché tu non devi lasciarti sedurre da una certa somiglianza che è, per esempio, tra il tuo linguaggio e quello degli oratori. Sì: anch'essi, gli oratori, ingrandiscono e impiccioliscono ciò che loro piaccia, e adoperano, quando loro piace, una parola che dipinga invece di un'altra che indichi. Ma la differenza è che essi fanno ciò appunto quando loro piace e di quello che loro piaccia. Tu no, fanciullo: tu dici sempre quello che vedi come lo vedi. Essi lo fanno a malizia! Tu non sapresti come dire altrimenti; ed essi dicono altrimenti da quello che sanno che si dice. Tu illumini la cosa, essi abbagliano gli occhi. Tu vuoi che si veda meglio, essi vogliono che non si veda più. Il loro insomma è il linguaggio artifiziato d'uomini scaltriti, che si propongono di rubare la volontà ad altri uomini non meno scaltriti; il tuo è il linguaggio nativo di fanciullo ingenuo, che tripudiando o lamentando parli ad altri ingenui fanciulli.

    Non è così?...

    Fanciullo, dunque, che non ragioni se non a modo tuo, dicendo di quando in quando le sentenze più comuni e più sublimi, più chiare e più inaspettate, tu puoi per altro, in ciò che ti riguarda più da presso, e intendere la mia e dire la tua ragione. Per questo ti parlo con più gravità che io non soglia, e vorrei avere da te una risposta meno...come ho da dire? Infantile?... poetica, che tu non costumi.

    V.
    Tu sai che io ti amo, o mio intimo benefattore, o invisibile coppiere del farmaco nepenthès e ácholon, contro il dolore e l'ira, o trovatore e custode d'un segreto tesoro di lagrime e sorrisi!. E sai ancora che io non ti credo, come fanciullo, così irragionevole, né stimo un perditempo l'ascoltarti quando detti dentro. Oh! No, molto ci corre. Sebbene qualche volta, a vedere le tiritere isosillabiche e omeoteleute (non ti spaventare! è come dire versi rimati) con le quali certi orecchianti vogliono far credere di far l'arte tua, anch'io rischio di pensare, come molti, che codesto parlare cadenzato e sonoro non sia naturale né ragionevole. Ma è un momento. Dimentico quelle tiritere, e dico a te che per quel momento mi fissi tra spaurito e malcontento con codesti occhi che vedono con maraviglia; dico a te:

    No no: non temere. Tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con maraviglia, tutto come per la prima volta. L'uomo le cose interne ed esterne, non le vede come le vedi tu: egli sa tanti particolari che tu non sai. Egli ha studiato e ha fatto suo pro degli studi degli altri. Sì che l'uomo dei nostri tempi sa più che quello dei tempi scorsi, e, a mano a mano che si risale, molto più e sempre più. I primi uomini non sapevano niente; sapevano quello che sai tu, fanciullo.

    Certo ti assomigliavano, perché in loro il fanciullo intimo si fondeva, per così dire, con tutto l'uomo quanto egli era. Maravigliavano essi, con tutto il loro essere indistinto, di tutto; ché era veramente allora nuovo tutto, né solo per il fanciullo, ma per l'uomo. Maravigliavano con sentimento misto ora di gioia ora di tristezza ora di speranza ora di timore. Se poi tale commovimento volevano esprimere a sé e ad altri, essi traevano fuori dalla faretra, per dirla con te, certi preziosi e numerosi strali di cui non si doveva far gettito.
     
  5. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Pronunziavano essi, i primi uomini, con lentezza uniforme, con misurata gravità, la difficile parola che stupivano volasse e splendesse e sonasse, e fosse loro e diventasse d'altri, e recasse attorno l'anima di chi la emetteva dopo la lunga silenziosa meditazione. Oh! non le gettavano essi come cose vili che soprabbondano, le parole pur mo nate, legate coi più sottili nodi, segnate con le più vive impronte, lavorate coi più ingegnosi nielli! Ne vedevano essi tutti i pregi, e il peso e il timbro del loro metallo, e il suono col quale in principio rompevano dalle labbra schiudentisi, e quello col quale in fine ronzavano nelle orecchie aperte. Or tu, fanciullo, fai come loro, perché sei come loro.

    Fai come tutti i bambini i quali non solo, quando sono un po' sollevati, giocano e saltano con certe loro cantilene ben ritmate, ma quando sono ancora poppanti, e fanno la boschereccia, con misura e cadenza balbettano tra sé e sé le loro file di pa pa e ma ma.

    E in ciò è ragione perché è natura. Tu sei ancora in presenza del mondo novello, e adoperi a significarlo la novella parola. Il mondo nasce per ognun che nasce al mondo. E in ciò è il mistero della tua essenza e della tua funzione. Tu sei antichissimo, o fanciullo! E vecchissimo è il mondo che tu vedi nuovamente! E primitivo il ritmo (non questo o quello, ma il ritmo in generale) col quale tu, in certo modo, lo culli o lo danzi! Come sono stolti quelli che vogliono ribellarsi o all'una o all'altra di queste due necessità, che paiono cozzare tra loro: veder nuovo e veder da antico, e dire ciò che non s'è mai detto e dirlo come sempre si è detto e si dirà!

    E si ribellano, gli uni con gli schifi gesti di pedanti: Questa metafora non è in...(e qui il nome d'un poeta a mano a mano più recente) ; gli altri con pugnaci atteggiamenti di novatori: Questo non è assai inaudito e inaudibile! Quelli sono in generale vecchi che nella vecchiaia credono riposta ogni autorità; e questi, giovani che nella giovinezza imaginano insita ogni forza; più noiosi questi di quelli, perché l'un vanto è sempre con impertinenza, e l'altro non è mai senza tristezza, e perché se gli uni non intendono più, per senile sordità, l'arguto chiacchiericcio del fanciullo, gli altri non lo intendono ancora, per quello schiamazzare che fanno, miseramente orgoglioso, intorno al loro io giovane. E, in verità, giovani non sono, ché d'essere, se fossero, non si accorgerebbero. D'essere vecchio uno si accorge sì, qualche volta, e allora si veste, si tinge, grida a giovane. È forse il caso di voi, vecchiastri?

    A ogni modo, pace. Sappiate che per la poesia la giovinezza non basta: la fanciullezza ci vuole!

    VI.
    Tu sei savio e mi contento. Non vuoi né ripetere il già detto né trovare l'indicibile; non vuoi essere né un'inutilità né una vanità. Vuoi il nuovo, ma sai che nelle cose è il nuovo, per chi sa vederlo, e non t'indurrai a trovarlo, affatturando e sofisticando. Il nuovo non s'inventa: si scopre. Mi contento dunque, a dirla tra noi, vale a dire, tra me...Ma intendiamoci subito: di ciò non ti attribuisco gran lode, perché non ci vedo gran merito. Come? Aspetta e sii paziente, ché mi conviene andar per le lunghe. E prima vorrei farti una domanda. Un fine, l'hai tu? Fuori, s'intende, di quello appunto di dire o dittare? E puoi dirmi, quale? Ho bisogno di saperlo. Non rispondi? Pensi? esiti? dubiti? Imagino che codesto fine non sia, per esempio, quello di dare un po' d'aiuto, di fornire un poco d'oro al tuo vecchio ospite, che ne ha tanto bisogno. Imagino, anzi so che tu non conosci altro oro che metaforico, cioè che non si spende. Ridi? Intendiamoci. So per certo che tu non credi di procacciarmi direttamente un utile materiale, ma sospetto che ti figuri di procacciarmelo indirettamente, aggiungendo non saprei che favore alla mia povera persona e che pregio alle mie umili virtù, sì che l'industria che sai che esercito, mi profitti qualche cosa più.

    Ebbene, ti inganneresti. Sappi che è il contrario; e che è ragionevole che sia il contrario. Tu sei un fanciullo: ora non tutti sanno distinguere te fanciullo da me vecchio, e perché mi sentono e vedono bamboleggiare qualche volta, credono volentieri che io bamboleggi sempre, anche quando lavoro sul serio, per guadagnarmi la vita. Per ciò essi meno apprezzano quei lavori serii, e io minor utile ne ricavo.

    E hanno torto.

    Sempre?

    Sappi che non hanno torto sempre.

    Hanno, per esempio, ragione (né parlo soltanto di me, ma di molti altri), quando tra i miei ragionamenti, che non dovrebbero essere se non giusti e chiari, vedono comparire i tuoi sorrisi e le tue grida. Vedi: i passeri sono graziosi uccelli (anch'essi: perché no?); ma nei seminati i contadini non ce li vogliono, per graziosi che siano. Le spadacciole sono bellissimi fiori; ma tra il grano sarebbe molto meglio che non ce ne fosse. Ma fanno così bel vedere! Non nego che possano dilettare qualcuno: non dilettano però colui che spera l'utile di quel grano. Capisci? Se anche c'è qualcuno a cui piacciono i tuoi frulli e i tuoi lampeggiamenti in mezzo a un ragionare che avrebbe a essere serio, ai più non può essere che non dispiaccia.

    E sai che cosa succede? Questi, trovandoti così fuori di posto, non pensano che tu sia il fanciullo dalla voce argentina, ma credono sentire in te l'uomo roco, l'uomo che parla per ingannare: e gridano Retorica! Ora per evitare tale scambio a te e tale danno a me, non sarebbe male che quando io bado ai fatti miei, tu te ne andassi lontano e dormissi nei profondi boschi d'Idalia e tra l'odoroso cespuglio dell'amaraco. Se tu conoscessi Platone, ti direi che come egli ha ragione nel volere che i poeti facciano mythous e non logous, favole e non ragionamenti, così non ho torto io nel pretendere che i ragionatori facciano logous e non mythous. Ma pur troppo è difficile trovare chi si contenti di far solo quello che deve. E Platone stesso...Ma egli era Platone.

    Tornando a noi, dunque, nessun utile né diretto né indiretto mi viene da te, o fanciullo. Checché tu possa dire, nessuno. Quale invero sarebbe? Parla!
     
  6. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    BELLISSIMA !!! grazie

    Qualche incertezza sull'esposizione ...
    Comunque, nel complesso NESSUNO avrebbe fatto meglio

    ... se non di penna di lingua
     
  7. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Ahhh Ahhh.... è Pascoli! Facciamo così: io insegno a scrivere a Panagulis, Tempesta e Sgropel.
    Tu intanto correggi Pascoli. :eek: :azz:
     
  8. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Proprio non capisci mai un ***** !! :D
     
  9. jero

    jero Utente

    Questo proprio no!
     
  10. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Capiscio.. capiscio...

    A proposito: oggi tocca a te scendere Braccobaldo a pisciarlo? :D
     
  11. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    L'ARTE DELL'ARRAMPICATA .... SUI MURI : :specchio::specchio:


    Pensa che io avevo capito volessi darmi dell'ignorante. :confused:

    Se ti ho risposto che non capisci un ***** non vorrei tu pensassi che ti stavo dando dell'imbecille che manco sa leggere, o non capisce quel che legge ...che è peggio ! ( 40 anni buttati nel cesso) :wc:

    a NESSUNO do dell'imbecille .... e sempre NESSUNO ( non certo io) può insegnare come esporre, o fare meglio, al Pascoli ... magari lo si può fare anche con qualche amico incontrato a Rimini.

    --------------------------------------------------------------------------

    L'ARTE DEL CAMBIARE DISCORSO :

    Lo farei volentieri ma quando caga e piscia ha gli incubi.
    Pensa sempre che sotto ci siano Siria ed Artù.
    Basta spiegargli di concentrarsi solo sul padrone che li accompagna.
    A quel punto si sposta una frisa e ..... l'ira di GIOVE !!!!!! ... chi è sotto annegherebbe. :approved:
     
  12. Panagulis

    Panagulis Utente

    Nome e Cognome:
    Toto Caruso
    Dio ci salvi dalle gratta checche imbecilli:banana::banana::banana:
     
  13. TEMPESTA

    TEMPESTA Utente Attivo

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Scusi Sig. Bety .....ma lei vuole gestire pure casa mia????? Bracchino lo scendo io a pisciare e basta........le confido un segreto.....ma non lo dica a nessuno_OK????
    LUI PISCIA SOLO CON ME, SO COSA DIRGLI NELL'ORECCHIO PER STIMOLARLO:D:D:D:D
    Saluti da Tempy

    ---------- Messaggio aggiunto alle 20:35 ---------- Il post precedente era delle 20:30 ----------

    Lei ca' non piscia.....ok??? e poi a lei chi la sta portando???:clap::clap::clap::clap::clap::clap:
     
  14. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Orsù, Deferulis, questo é un post di Auguri per EtaBeta, non sia cafone.. non sia maleducato.. non mi vada OT coi saluti ai suoi amici.
    Se fosse un thread di auguri di compleanno lo inquinerebbe così? :D

    Comunque, la grattachecca a Roma è la granita. Ci sono anche granite intelligenti?

    Comunque sappia che quando scendevo a Messina ho gustato le migliori granite al caffè con panna e con la brioscia... il pasto lo facevamo preparare da Nunnari e poi si andava a Letojanni a fare il bagno coi ragazzi Rodriquez.. bei tempi... una sera si fece il bagno a mezzanotte tutti nudi.. bellissime ragazze le amiche dei Rodriquez.. e poi il falò sulla spiaggia e le chitarre.. :goccia:

    Lei cosa faceva nell'estate del '78?

    ______________________________________________

    A Ricobis invece segnalo che ad ogni post non si possono inserire più di 7000 caratteri. "Il fanciullino" doveva essere frammentato così. ;) La mia cultura dà un altro significato alla parola "esposizione" quando si tratta di scrittura.
     
  15. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    lo so lo so, infatti non mi riferivo alla frammentazione.
    Puoi frammentare quanto ti pare ... così arrivi anche prima al traguardo dei 6.000. AUGURI !
    Quanto alla tua cul...tura niente da eccepire e mi inchino ad essa, tutti noi, camionisti del Burundi, ad essa ci inchiniamo.

    Questa è la conferma che non ca...pisci mai un *****. :D
    Qui è questione di intelligenza e perspicacia non di cultura.
    Ci sono camionisti ignoranti ma intelligenti e ci sono ferrovieri acculturati ma imbecilli.
    Un abbraccio.

    PS Cerca di tenere Siria ed Artù il più lontano da te, non vorrei che fossero travolti dall'onda di piena causata da Braccobaldo bauh !

    PS2 Mi sto un pò annoiando, tutto sommato pensavo tu avessi un'altra consistenza, mi aspettavo eventualmente battute più simpatiche, sarcastiche, intelligenti. Mi deludi e demotivi costantemente.
    Son tornato per far **** .... ma non ai bambocci.
     
  16. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Ascoltami bene, Rico60due, se non ti "dissanguo" è per pietà della tua famiglia. Però se continui con gli insulti e le ingiurie la mia umana pietas potrebbe anche finire. O la smetti o ti faccio smettere io.
     
  17. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Ecco !!! Così mi piaci !!!!!

    Già meglio ... ma un uomo con la tua cultura e verve ( sai cosa significa vero ?) può fare di più :approved::approved::approved:
     
  18. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Guarda che non scherzo. Il notaio sta lavorando da mesi. Ogni volta che parte una tua ingiuria lui certifica la pagina del forum. La cosa mi costa un po' ma potrebbero tornarmi tutti.. con gli interessi. L'avvocato aspetta solo un mio cenno.


    Uomo avvisato mezzo salvato.
     
  19. rico60

    rico60 gaula

    Nome e Cognome:
    federico bacci
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Ciumba !!!!!!

    Ti adoro quando ti incazzi !!!!!

    Adesso devo andare ... ci sentiamo :approved::approved::approved:
    --- Messaggio Unito Automaticamente, 12 Gen 2013, Data originale: 23 Nov 2011 ---
    7000 ! ( ma prima o dopo la fine del 2012 ? ... solo curiosità statistica)
    ... ma ancora numero due ..... anche se Bvzm71 e' solo piu' dietro l'angolo.

    Comunque complimenti ... davvero.

    Un augurio per giungere presto alla vetta. OVER THE TOP ! .... e poi si festeggia :approved:
     
    Ultima modifica: 12 Gen 2013
  20. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Oh! Guarda che sorpresa! Non sai quanto mi fai contento! Mi dai l'occasione che aspettavo.

    Ho giusto letto alcune cose ultimamente che mi hanno notevolmente rinfrancato, che mi hanno dato conforto sulla bontà delle mie intenzioni. Non che avessi dubbi ma il fatto di avere una condivisione d'intenti mi fa sentire più rincuorato.

    Leggo altrove:

    "ANCHE SE PROBABILMENTE PENSERAI IN MODO DIVERSO IO CONTINUO AD ESSERE TUO AMICO, MA NEL MIO CONCETTO DI AMICIZIA C'E' ANCHE IL DIRE LA VERITA' AD UN'AMICO ANCHE SE E' SCOMODA."

    Rifletti.. poi prendi coscienza. Poi se una coscienza ce l'hai fai autocritica. E poi se sei intellettualmente onesto fai la cosa giusta.

    Poi leggo pure:

    "A far male sono le cose e le parole che non ti aspetti, a far male sono le cose e le parole che non ti aspetti dalle persone dalle quali non te le aspetti.
    Quelle che ti fanno o dicono i *****, o che tali consideri quando impari a conoscerli più a fondo, scivolano via veloci."

    Guarda quante contraddizioni! I ***** come li chiami tu, erano anch'esse persone che consideravi amiche, con le quali mangiavi.. con le quali addiritura dormivi.. alle quali affidavi i tuoi beni più preziosi.. ma ci metti 5 anni per accorgerti che non meritano la tua stima e lo fai NEL MOMENTO DELLA LORO GRANDE FRANCHEZZA.

    Altri, quelli che neanche conosci bene, quelli coi quali al massimo hai fatto due passi nella vita, da quelli, che non sono *****, ci resti male perchè non te lo saresti aspettato.

    Ragiona, se hai un cervello per farlo. E se hai un cuore, ascoltalo.
     
    Ultima modifica: 13 Gen 2013
    A rico60 piace questo elemento.
Status Discussione:
ATTENZIONE! - L'ultima risposta a questa discussione ha più di 365 giorni!
Valuta se potrebbe aver senso aprire una nuova discussione sull'argomento o se il tuo intervento possa essere utile ad essa.

Condividi questa Pagina