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lettera a babbo natale

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da jero, 27 Dic 2011.

Status Discussione:
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  1. jero

    jero Utente

    Caro Babbo Natale,
    rileggendo gli interventi sui due blog (questo e quello di Max) e rivedendo nella mente le facce dei tanti dirigenti, atleti, tecnici, che incontro nei vari tornei, ho da chiederti alcune cose per la nostra Federazione.
    La prima cosa che ti chiedo è una pozione di coraggio. Donala a Sciannimanico e ai suoi averofaki. Ti chiedo una quantità generosa, perché il presidente e i suoi averofaki possano avere il coraggio di andarsene subito, prima della scadenza del mandato.
    Caro Babbo Natale, ho l’impressione che in questa Fitet nessuno ascolti e il difetto non è nell’apparato uditivo quanto nell’incapacità di aprire il cuore e la mente ai problemi degli altri, soprattutto delle piccole società. C’è una Federazione negata, strafottente, senza la benché minima attenzione. In questi anni abbiamo perso il senso stesso dell’appartenenza, ci siamo chiusi, inariditi. E’ come se la Federazione remasse in proprio, per pochi. Insomma per dirlo in madre lingua che si pensi ai caz.zi propri.
    Vorrei, caro Babbo Natale, che l’aumento della capacità d’ascolto fosse un bene diffuso. Nessuno ha la verità in tasca e le persone hanno bisogno di potersi raccontare. L’ho capito sempre più nelle palestre, durante i tornei, con i dirigenti, i tecnici, gli atleti, che mi avvicinano per quella che per me era un’operazione nostalgia, ma per loro era il diritto al lamento, alla protesta, la possibilità di sfogarsi e poi anche di contarsi per contare, manifestare.
    Caro Babbo Natale, tu che incarni un certo spirito di questa festa, fa che il senso religioso prevalga in questo Natale. Fa che nasca davvero un uomo nuovo. La Fitet ha bisogno del contributo di tutti, ha bisogno della sua base. Regala a tutti il buon senso, la capacità di smascherare gli squallidi interessi particolari e di individuare la strada della rinascita. Regalaci il coraggio di cambiare le cose. Sant’Agostino scriveva: ‎"La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Il primo di fronte alla realtà delle cose, il secondo per cambiarle”. Perché tra l’agonia e il rilancio il passo sembra lungo, ma è solo faticoso. Perché insieme a tutto quello che risalta agli occhi c’è anche quello che luccica meno eppure esiste, ed è la base solida che ci consente di sperare. Ci sono dirigenti, tecnici, atleti, che sudano giornalmente, che pensano ancora che le cose vadano fatte per il piacere, per la passione.
    Per questo ti chiedo un uomo nuovo, un nuovo presidente in grado di fare il presidente. Capace di intervenire su tutte le questioni ad oggi irrisolte: razionalizzazione delle spese, settore tecnico, promozione, attività internazionale, credibilità, allenatori, settore giovanile, formazione, vivai societari, attenzione alla base, comunicazione, coinvolgimento, moralità. Tutto quello che la finora gli attuali dirigenti federali non hanno saputo o voluto organizzare.
    Per farlo so che il futuro nuovo presidente non può farcela da solo e per questo ti chiedo ancora di regalare a lui e a noi un gruppo di persone che lo possano sostenere lealmente e con coraggio, con uno spiccato senso del bene comune e con altrettanta spiccata personalità e onestà. Regala anche a loro una bella pozione di coraggio per affrontare una situazione catastrofica.
     
  2. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Il tuo lungo intervento mi è piaciuto. Posso però chiederti una cosa in pubblico? Parli per te di "operazione nostalgia". Forse sei un vecchio frequentatore rientrato di recente nell'ambiente.. forse ci sei sempre stato ma ora sei mosso ad intervenire più attivamente, stimolato dallo sdegno per questo tirare a campare, per questo autunno di un patriarca che si stacca sempre più dal reale per vivere in un suo proprio universo di onnipotenza e di impunità, da questa immobile ineluttabilità di un rituale che si consuma stancamente... ecc.... però voglio appunto chiederti: cosa ti trattiene dal dare una faccia alla tua voce? Cos'è tutto questo proliferare di ologrammi indistinti? Pensate, tu, Sgropel e Giove di dare una mano reale al cambiamento lanciando anatemi e auspici stando nascosti nella "buca del suggeritore"?

    Non credi che qualsiasi ragionamento, qualsiasi parola acquisti più forza se dietro c'è la storia di una persona, il suo esempio, a decretarne l'autenticità?
     
  3. jero

    jero Utente

    L'operazione nostalgia è stata solo una mia impressione, anche se in realtà c'è da essere nostalgici.
    Il mio nick non è noto a te, altri forumisti mi conoscono. Che differenza c'è tra chi si maschera dietro il nick e tra chi si maschera dietro le belle parole? Non si conosce l'uno, non si conosce veramente l'altro. Io mi preoccuperei di conoscere chi sta dietro le belle parole e cerca spazi, poltrone, incarichi, soldi. Io stai pur certo non ho queste ambizioni, mi basta quello che già faccio nella vita, gli impegni che ho.
     
  4. jero

    jero Utente

    Brindiamo con piacere all’anno che è andato via. Tra i tanti duri, il speriamo sia stato il peggiore possibile, ma sinceramente non ne sono per niente convinto. Fin quando il tt sarà governato dagli attuali dirigenti, anche il più ottimista di noi è pervaso da sentimenti di sfiducia, pessimismo, angoscia.
    Il crollo dei risultati, lo sfascio tecnico, i pessimi investimenti, le lacune amministrativo-burocratiche, adesso anche qualche piccolo-grande scandaluccio e una seria questione etico-morale, ovvero gli indicatori principali di un organismo che ha come finalità la pratica agonistica del tt, dicono che la Fitet è proprio al peggio che peggio non si può (ma con Scianni non può mai dirsi). Fanalino di coda del vasto movimento sportivo italiano che non ha la benché minima considerazione di noi (sarebbe più preciso dire di loro).
    Attribuire la responsabilità dello sfascio a una sola delle componenti (leggasi presidente) che dovrebbero concretizzare lo sviluppo del tt sarebbe (è) un errore.
    Passeggiando per i corridoi delle aree da gioco delle palestre è percepibile (anche a pelle, non serve nemmeno scambiare qualche chiacchiera) il disagio, l’insofferenza, di dirigenti, tecnici (e non solo quelli con la T maiuscola), atleti. E tra loro come un corto circuito, una reciproca insopportazione, figli illegittimi della mancanza del senso comune di questa Federazione, visibile in ogni atteggiamento.
    Con l’inizio dell’anno voglio appuntare questa nota che immagino crei un disagio almeno pari a quello vissuto da me che lo scrivo.
    Forse (anzi senza forse) è arrivato il momento di dirci chiaramente che la Fitet sta diventando una modello negativo. Non realizzare che la Fitet è caduta in un profondo precipizio sarebbe (è) un altro errore, un vero disastro. Questi federali non hanno sviluppato un progetto, non hanno prospettato un futuro, quasi fosse una Federazione precaria. Colpa certo di un gruppo che si è rivelato non all'altezza.
    Il gruppo dirigente che occupa l’Olimpico rappresenta le società? E’ davvero lo specchio della realtà pongistica nazionale? Credo di no.
    Per fortuna ci sono zone, sempre più ampie, dove si intravede una voglia di riscatto determinata dall’insopportazione dell’esistente. Ci sono associazioni sportive che progettano meglio e più del Consiglio Federale. E in questo c’è il problema e la soluzione.
    Chi è dotato di sensibilità sta cogliendo il disagio, lo sta maturando sulla propria pelle, credo stia per esplodere. Perché un disagio come quello incubato in questi anni dovrà pur esplodere in qualche direzione. Il 2012 deve essere l’anno giusto, non del riscatto che può avvenire solo tra un decennio, ma dell’inizio del cambiamento.
     
    Ultima modifica: 3 Gen 2012
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