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Incredibili cali psicologici ! AIUTO!!

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da ale_morris, 10 Gen 2013.

Status Discussione:
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  1. ale_morris

    ale_morris Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    ALESSIO MORRONE
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT CATANZARO
    è incredibile.
    è davvero incredibile quello che (purtroppo) spesso mi accade durante le partite.
    A volte parto bene, faccio il mio gioco, riesco a esprimermi per quello che sono!
    poi , tutto ad un tratto , succede qualcosa che non riesco a capire.. mi blocco!
    ma nel vero senso della parola!
    non riesco più a muovermi, gioco quasi forzatamente, non faccio il mio gioco d'attacco, e se per caso provo a farlo, ho dei risultati vergognosi.
    non so perchè accade tutto ciò... ma succede!
    sono un attaccante, e la mobilità , o meglio, la grinta devono necessariamente fare da padroni.
    questo succede. per una, due , max 3 partite.
    poi black out.
    ma non per il livello tecnico dell aversario, ma per una questione mia , credo psicologica, che nn mi fa piu muovere e mi lascia statico al centro del tavolo in balia LETTERALMENTE dell'avversario!

    Perdo tante partite anche importanti per qwuesto motivo, ed è davvero frustrante!

    Qualcuno sa come potrei ovviare o tantomeno diminiure questo increscioso blocco, che mi rende tutto poù difficile?

    Grazie mille in anticipo!
     
  2. Old Roger

    Old Roger Nuovo Utente

    Da quanto tempo pratichi questo sport ?
     
  3. ale_morris

    ale_morris Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    ALESSIO MORRONE
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT CATANZARO
    3 annetti forse... ho 2500 punti
    ho 19 anni,
    ultimamente ho vinto pongisti di 5300 punti
    e perso clamorosamente (anche se rarissimo però...) con altri da 1600 punti

    credo che ci sia qualcosa che non va...
     
  4. Sette

    Sette 'zzo guardi?

    Nome e Cognome:
    Omar Biagi
    Squadra:
    TT Forte Dei Marmi 2008
    eh.. a chi lo dici...
     
  5. Old Roger

    Old Roger Nuovo Utente

    Non ti abbattere ! può essere una semplice mancanza di esperienza ,molti la definiscono "paura di vincere ", ma questi problemi vanno via con il tempo.
     
  6. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Si ale morris, vedrai che tra 15/20 anni tutto si risolve :approved:
     
    A ZZTOP e demonxsd piace questo messaggio.
  7. Old Roger

    Old Roger Nuovo Utente

    Il fatto che tu abbia battuto gente con più punti di te , ne è la prova . Solitamente quando incontriamo giocatori con la consapevolezza di essere più deboli non ci preoccupiamo della sconfitta , quindi giochiamo più rilassati e diamo il meglio di noi stessi .
     
  8. politiz29

    politiz29 attaccante... nà volta!

    Nome e Cognome:
    Tiziano Poli
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    benvenuto nel club :azz: ma non sarei così drastico come John... secondo me risolviamo in una decina d'anni
     
    A John Locke QDL piace questo elemento.
  9. Sette

    Sette 'zzo guardi?

    Nome e Cognome:
    Omar Biagi
    Squadra:
    TT Forte Dei Marmi 2008
    io sto pensando seriamente al grappino prepartita.

    pro: giochi allegro e disinibito; se perdi te ne freghi; ci provi con la ragazza carina che gioca il femminile nel tavolo accanto.
    contro: è il primo passo verso l'alcolismo; fiatata alcolica alla superciuck quando esulti per un punto fatto; possibili errori di valutazione circa l'effettiva appetibilità della ragazza di cui sopra.
     
    Ultima modifica: 10 Gen 2013
    A fede95cr, superciuk, Pepito e 3 altri utenti piace questo messaggio.
  10. TechLab

    TechLab Utente Noto

    Nome e Cognome:
    S.C.
    Squadra:
    ASD Sparta 480 a.C.
    no stai tranquillo, in effetti capita spesso ma per fortuna ci vuole molto meno di anni, ed anzi è inopportuno aspettare la tarda età perché a quel punto la cosa si risolve, come si dice, perchè "il paziente è morto"
    ...come per tutte le cose occorre solo analizzare bene il problema, la descrizione che hai fatto sopra è molto sommaria e per procedere occorre scendere più nel dettaglio e poi intervenire con correttivi appropriati...qui però si va molto sul personale per cui forse il forum pubblico non è il luogo ideale...
     
  11. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    PSICOLOGIA DELL’INDIVIDUO

    Il giocatore non deve essere forzato né dall’allenatore né
    dall’ambiente per arrivare alla vittoria. La carica d'aggressività e il
    desiderio di vincere che egli ha innati, sono sufficienti per fargli
    raggiungere la meta.
    La meta del giocatore, inconscia, può essere quella di essere
    sconfitto, oppure di vedere il suo avversario che rinuncia alla lotta
    concedendogli la vittoria.
    Questi due aspetti anormali, frutto di un meccanismo interiore
    complesso, non devono essere assolutamente affrontati superficialmente
    senza prima averne individuato le cause.
    Si possono fare delle ricerche sul tipo di rapporto fra genitori e
    ragazzo ecc.
    Comunque, un giocatore può ricercare la sconfitta perché vuol
    essere coccolato oppure vuole apparire una vittima, o perché ha paura
    dell’avversario, oppure perché gli desta compassione.
    Come si può notare i motivi sono molteplici e solo quando si
    saranno individuati si potrà intervenire.
    L’apporto dello psicologo per la risoluzione di questi problemi è
    indispensabile perché un cambiamento di comportamento vuol dire una
    modificazione dell’equilibrio. Anche se il cambiamento è positivo al
    fine del risultato agonistico, può modificare il meccanismo auto
    difensivo. E’ un po’ come togliere il bastone di sostegno ad uno zoppo
    per convincerlo che può farne a meno. Prima bisogna guarirgli la gamba
    e per farlo bisogna analizzare il tipo d'infermità; alla fine potrebbe
    risultare che l’arto è inguaribile e quindi dovrà continuare a camminare
    con il bastone. Ho voluto portare un esempio visivo per facilitare la
    comprensione. Quando invece andiamo ad analizzare un certo tipo di
    comportamento psicologico, ci accorgiamo che non è così facile da
    individuare. Oltre ciò, noi, come allenatori, avendo gli stessi problemi
    dei giocatori e quindi le stesse motivazioni inconsce, che ci spingono a
    vincere o a perdere, chi più chi meno, rischiamo di intervenire sui
    ragazzi come giocatori bisognosi di vedere realizzati i nostri desideri.
    Questo comportamento ,dettato dal nostro meccanismo auto difensivo,
    finisce per sconvolgere un ragazzo che spesso è indifeso e bisognoso di
    aiuto.
    Ogni giocatore ha la sua psicologia, come possiamo intuire,
    intimamente legata alla sua vita sensitiva. Anche il suo gioco quindi
    deve rispondere a questa esigenza. Non è vero che il gioco d’attacco o
    di difesa sia un fatto squisitamente tecnico. Dobbiamo ammettere che
    nei giocatori esistono quozienti di aggressività molto diversi. Ci può
    essere un bravo giocatore ad esempio che non essendo particolarmente
    aggressivo, se si dovesse trovare alla fine del set con una palla alta, che
    per logica deve schiacciare, rischierebbe di sbagliare.
    Il set deve essere considerato come un normale dialogo tra due
    persone, quindi fra i due ci deve essere la intesa di un argomento. Però
    se uno dei due non vuole accettare l’argomento dell’altro, deve essere in
    grado di coinvolgere il suo avversario in un argomento più valido e non
    di evitarlo.
    L’esempio del dialogo deve essere preso come metodo di indagine,
    per facilitarne la nostra osservazione, quindi per individuare che tipo di
    comportamento ha il ragazzo che seguiamo per poi risalire alla causa.
    D’altronde con adeguata educazione noi dobbiamo stimolare l’allievo a
    considerare il set come un normale dialogo fra due persone civili che
    iniziano la discussione senza punto preso, ma che sanno modificare il
    proprio pensiero alla luce della ragione dell’altro. Questo porterà un
    arricchimento di contenuto e un risultato globalmente comune e il
    perdente non avrà difficoltà a subire la sconfitta, ma sarà portato ad
    ammettere che il suo avversario ha ragione.
    Poi esistono problemi intrinseci legati ha problemi sessuali, ha
    complessi reali ed immaginari dell0individuo. La discussione su di esse
    non pone l’allenatore in condizione di risolverle, bensì lo rende
    cosciente che queste situazioni psicologiche esistono, per cui dovrà
    essere moderato e prudente, senza causar danni anche minimi all’allievo
    o al giocatore già avviato.

    LA CONCENTRAZIONE
    Ora vediamo di spiegare perché certi giocatori non riescono a
    concentrarsi. E' necessario premettere che più la posta è alta più
    difficile è per l'uomo concentrarsi. La posta in palio può essere di due
    aspetti: un'economia (soldi, oggetti di valore, ecc.), la seconda più
    complessa, se stesso: vedere attraverso la gara quanto si possa valere.
    In quest'ultima situazione, se è deformata da un'auto elevazione del
    ragazzo a causa propria, o dei dirigenti della società, egli sarà costretto a
    bluffare per paura di verificare la sua reale capacità, per non deludere se
    stesso e gli altri. Questa ansia lo farà giocare senza concentrarsi, così
    alla fine potrà giustificare a se stesso che se ha perso è perché non s'è
    concentrato, facendo in questo modo rimanere intatto il proprio valore.
    Il dramma di un simile aspetto psicologico è che il giocatore non
    riesce a giocare con quelli meno bravi di lui, perché in caso di sconfitta
    cadrebbe veramente in basso. Allora noteremo una serie di movimenti
    di sufficienza e l'espressione di sorpresa nel vedere l'avversario fare
    punti. Tale giocatore riuscirà a giocare bene con quelli decisamente più
    bravi di lui. Anzi in questa situazione ritrova se stesso e gioca con la
    massima tranquillità, perché non ha nulla da perdere.

    PAURA CAUTELATRICE E PAURA REALE
    Questo argomento è già accennato però è bene ritornarci sopra
    spiegando meglio il meccanismo della paura che troppo spesso blocca il
    giocatore.
    In altre disciplina sportive è difficile avere un riscontro emotivo
    come nel Tennistavolo. Il motivo è semplice: in questo sport un set può
    avere una durata di soli 5 minuti. Quindi quando un giocatore è in
    preda ad instabilità emotiva ha raramente il tempo di uscirne.
    Detto questo, è anche doveroso considerare che la pallina è
    leggerissima e oltre che viaggia molto veloce in uno spazio che si aggira
    sui 3 metri. Questa condizione agonistica fa pagare al giocatore poste
    altissime perché basta un leggero ritardo del movimento o un piccolo
    irrigidimento fisico, normali condizioni provocate dall'emozione, che
    egli sarà condotto in uno stato di ansia e di sofferenza psicologica.
    In un primo momento esiste il timore del confronto e la paura che
    ne scaturisce è possibile definirla “cautelative", come autodifesa cioè
    nei confronti del pericolo incombente.
    Poi subentra una seconda paura, quella reale, che mette a nudo la
    realtà e che potrebbe sconvolgere l'equilibrio psicologico; cioè questa
    seconda paura fa terrore, perché se un giocatore supera la prima e si
    butta a capofitto nella competizione, il risultato negativo potrebbe
    modificare le proprie condizioni psicologiche; all'evidenza dei fatti
    qualsiasi osservazione potrebbe ferire il suo amor proprio senza che
    abbia trovato una scusante equilibratrice. Naturalmente questa
    condizione psicologica, che è possibile verificare nel caso dell'attività
    agonistica, ci permette di fare un quadro psicologico del ragazzo che
    non modificherà nemmeno nei rapporti di vita normale.
    Quindi potremmo definire il set agonistico un test psicologico, un
    test che deve essere analizzato e capito. Altrimenti noteremo che questi
    ragazzi diventeranno dei veri inventori di alibi. I più comuni sono <<la
    luce è insufficiente>>, <<la pallina non è rotonda>>, <<la pallina non è
    della mia marca>>, <<il pavimento è scivoloso>>; accusano qualche
    dolore o sono addirittura ammalati; oppure asseriscono <<oggi non ci
    prendo>>, <<oggi non sono in forma>>; senza parlare poi dei punti di
    spigolo che possono subire durante il set. Lo spigolo, a volte, arriva
    come una liberazione. Vediamo che quando lo subiscono non fanno
    niente per recuperare, bensì alzano le braccia con sdegno e con faccia
    afflitta, cercano fra il pubblico gli amici per mimare il proprio alibi in
    attesa della futura sconfitta. Oppure con faccia sdegnata guardano i
    volti degli avversari quasi con aggressività per il furto a loro fatto.
    Però, in fondo questa è una situazione ottimale, perché usciranno
    dall'incontro intatti e senza la necessità di produrre scusanti.
    Naturalmente abbiamo portato degli esempi, a volte al limite. Ma
    in una società esistono quasi sempre di queste persone, che hanno
    spesso molta influenza sugli altri e che per comodità possono iniziare
    una carriera fatta di spiegazioni dei propri insuccessi, evitando così il
    dolore di guardarsi dentro.
    Certo, non è cosa facile, in particolare un atleta ancora giovane,
    farsi l'autocritica. Però dipende molto dai dirigenti e dall'ambiente
    sociale, insegnare a considerare l'autocritica come unico mezzo per
    migliorare il giocatore e l'uomo.

    (tratto da "quaderni di tennistavolo")
     
    A Spiff piace questo elemento.
  12. TechLab

    TechLab Utente Noto

    Nome e Cognome:
    S.C.
    Squadra:
    ASD Sparta 480 a.C.
    lode, lode e ancora lode al Maestro Pettinelli, ai suoi scritti e a chi giustamente li ripropone all'attenzione...

    ...però nel caso di specie occorre essere cauti perché il problema potrebbe avere natura sia fisiologica che psicologica...per questo occorre fare un'analisi più puntuale delle manifestazioni del fenomeno...

    certo poi una rilettura quotidiana degli scritti del Maestro di certo non fa male anzi senz'altro porta giovamento!!!
     
  13. Tsunami!

    Tsunami! Moderatore mercatino Staff Member

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    ASDTT tennistavolo Parabiago
    no.
    pero' 2 dita (orizzontali) di birra un paio d'ore prima aiutano, con magari un paio di biscotti.
    non sto scherzando.
     
  14. ale_morris

    ale_morris Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    ALESSIO MORRONE
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT CATANZARO
    sono sinceramente stupido dalla mole di risposte che ha ottenuto il mio post, e non posso fare altro che ringraziarvi sentitamente per le vostra partecipazione!

    Cercherò di rispondere un pò a tutti, facendo un analisi un tantino più accurata.

    Sono un ragazzo socievole, che in genere sta bene con tutti ed è voluto bene da tutti.
    Sono stabile, ho una vita serena e appagante, una fidanzata fantastica e una famiglia amorevole e attenta.Sono uno studente universitario.
    Come giustamente avete fatto notare in precendenza , non sono il tipo che si nasconde dietro a " scusanti" : se sbaglio la colpa è solo e unicamente mia, sommata alla bravura dell'avversario.
    Io ho sempre rispettato il pongista che ho di fronte , non ho mai preso sottogamba nessuno... certo, se trovo qualche ragazzino alle prime armi, mi piace farlo " giocare" e farlo divertite... come (credo) sia giusto fare!.

    Il mio grosso problema è , come detto prima , un calo psicologico mostruoso!
    Vinco in scioltezza gente nettamente più forte di quelle con cui perdo magari il turno successivo !
    Questo capita nei tornei, come nel campionato.

    Il mio allenatore, nn ci segue durante i tornei.... e credo sia un bene, anche perchè lui è molto critico, e quando ci segue durante il campionato, è davvero difficile che dalla sua bocca escano parole " dolci o confortanti".

    Io comunque non voglio dare assolutamente la colpa a lui... I colpi li conosco, so anche farli, ma a volte succede che mi blocco clamorosamente, le gambe si piantano sul terreno, e mouversi diventa quasi impossibile....
     
  15. paolom

    paolom Moderatore Staff Member

    Nome e Cognome:
    Paolo
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Hai legato alla racchetta arbre magique e cornetto rosso?
     
  16. ale_morris

    ale_morris Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    ALESSIO MORRONE
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT CATANZARO
    è già abbastanza pesante di suo :cool:
     
  17. Sette

    Sette 'zzo guardi?

    Nome e Cognome:
    Omar Biagi
    Squadra:
    TT Forte Dei Marmi 2008
    Dite quel che vi pare, ma questa è da primo incontro di alcolisti anonimi.

    :D
     
  18. l. buonarosa

    l. buonarosa Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    Ladislao (Lesli) Buonarosa
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    ASD Planet Sport
    Ciao Alessio quel che tui dici potrebbe essere legato ad una mancata preparazione mentale delle partite. Il tuo allenatore (Antonio?) ti fa disputare a fine allenamento partite con atleti diversi della tua società?. Fare qualche incontro ti fortifica la mente e ti porta ad avere forza metale per affrontare anche molti match durante una competrizione come ad es. un torneo. Non riuscire a mantenere la concentrazione è sintomo di mancanza di forza mentale. Allenati non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Gioca.... gioca.... e gioca ancora.
     
    A ale_morris piace questo elemento.
  19. ale_morris

    ale_morris Utente Attivo

    Nome e Cognome:
    ALESSIO MORRONE
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    TT CATANZARO
    Come si dice... quando sei all inferno, solo il diavolo può salvarti ;)
     
    A Sette piace questo elemento.
  20. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    a me in questo periodo prender la racchetta in mano fa schifo, non per la racchetta (pulitissima):D ma per una stanchezza mentale che a volte mi prende durante certi periodo dell'anno. Mi rendo conto di esser "obbligato" ma sinceramente dovrei dedicarmi a far altro per un pò. Questo penso ora in questo istante ... poi stasera ,in palestra magari sarà tutta un'altra cosa... ritorno alla giusta analisi di Pettinelli :cerco alibi....
     
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Status Discussione:
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