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Coaching philosophy

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Chicco, 18 Ott 2013.

Status Discussione:
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  1. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Stare a bordo campo non è sicuramente semplice.
    Da cosa dipende ? quanto è fondamentale l'esperienza per dare consigli giusti al momento giusto? o saper "leggere " una partita è più importante che esser tecnicamente più bravi di chi si si fa "panca"? Da dirigenteaccompagnatoreatletascarso mi son fatto una certa opinione al riguardo: innanzi tutto psicologia e calma, molto dipende da chi si ha di fronte... ma perchè a volte ci sembra di esser impotenti, manca sempre quel qualcosa che si è dimenticati di dire...meglio puntualizzare gli errori e porvi rimedio o meglio focalizzarsi sulle caratteristiche dell'avversario?... un minuto passa veloce....:oops:
    All'inizio guardavo molto gli altri .... l'emozione e spesso la concitazione della partita (in campionato a squadre, normalmente) rischiano di esser trasmesse a chi gioca,peggiorando la situazione.
    Fare panca ai ragazzini in crescita o che stanno imparando è ancora più difficile: meglio far vincere a tutti i costi o meglio far in modo che vengano eseguiti al meglio i colpi insegnati .....
    Dopo alcune recenti esperienze ora cambio metodo.... (comunque sempre a seconda di chi hai davanti) . Ad alti livelli (serie A1 A2) le cose che si dicono son simili o, immagino, siano imperniate più su tattica e posizioni che tecnica....ma a parlare son sempre i Coach...
    il minuto regolamentare sembra sempre più corto quanto più è difficile la situazione...
    E in un Torneo si applica lo stesso metodo o si agisce in modo differente...
    Ed esser sempre presenti a bordo campo è proprio indispensabile o è meglio che i ragazzi imparino a gestirsi da soli... Madonna mia quanti dubbi...
     
  2. Ortensio

    Ortensio Utente Noto

    In una vita di sport, nella quale ho rivestito praticamente tutte le varie figure (manca solo l'arbitro, perche' il cronometrista l'ho fatto per due anni !) ho imparato una cosa: sono molte piu' le volte che la persona che segue a bordo campo puo' far perdere che quelle che puo' fa vincere.
    Personalmente penso che una volta che sei in campo, qualunque sia lo sport che stai praticando, con un avversario di fronte e con una posta, per quanto risibile, in palio, contano molto piu' la serenita', la concentrazione e la motivazione (in una sola parola: il carattere), che non la correttezza del gesto atletico. Perche' di fronte hai un avversario da superare con lealta' e determinazione, non una giuria che giudica l'eleganza e la compostezza dei tuoi movimenti. Per quelli hai tutta la settimana, e gli errori di impostazione non li risolvi certo in un time-out.
    Non ho mai sopportato, sia quando sto in campo che quando sono fuori, i commenti su tutte le singole azioni tutte: il giocatore spara un missile aria-aria ? Immediatamente da bordo campo arriva il richiamo dell' allenatore: "Tienila bassa e chiudi di piu !" La pallina finisce in rete ? "Controlla meglio e stai piu' basso sulle gambe", e via discorrendo, con il solo risultato di innervosire di piu' il proprio atleta, il quale sa benissimo dove e quando sbaglia. E proprio perche' il tennis tavolo e' uno sport quasi di pura tecnica e dove l'incidenza degli errori e' altissima cio' che un allenatore deve trasmettere, in primo luogo, sono calma e sicurezza. Si gioisce o si applaude ai punti del proprio pupillo, ci si rammarica per i suoi errori, ma lo si deve lasciar giocare senza star li' a spaccargli le balle di continuo !
    E durante i cambi campo non insistere su faccende tecniche, a meno che non siano marchiane, puntando quasi esclusivamente sull'aspetto motivazionale.
    Non lo facevo quando allenavo le ragazze a pallavolo, dove avevo competenze e capacita', a maggior ragione non lo faccio ora, quando le competenze sono basse e la capacita' tende allo zero. Sono ragazzini, devono giocare come sanno fare; se si sanno adattare bene, senno' che continuino ad essere se stessi, senza che qualcuno da bordo campo cerchi di snaturarli per una singola partita, perche' normalmente si ottiene il risultato opposto. Se invece sono grandi spesso sanno gia' quello che devono fare, ma per farlo bene si devono sentire piu' sicuri.

    In fondo stare a bordo campo non e' poi cosi' difficile, a meno che tu non sia ansioso di natura. Ma allora e' meglio che lasci la palestra, dato che inevitabilmente trasmetterai la tensione al tuo giocatore !

    :)
     
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  3. andras

    andras Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Riccardo Belli
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    T.T. MONDOVI'
    Una della regole base quando si assiste una persona dalla panchina a meno di casi eccezionali dove si sà che si ottinene il risultato voluto, è dire cosa deve fare e non nominare nemmeno per sogno la frase NON FARE QUESTO, xchè di fondo il nostro atleta farà quello che abbiamo allenato dicendogli di non fare qualcosa lo mettiamo sotto pressione togliendogli punti fermi che se vogliamo cambiare necessitano di lavoro in palestra non durante la partita.
    Bisogna essere il meno prolissi possibile e dire fai "questo" la questione di base però è che quello che si invita a fare deve essere stato provato e assimilato in allenamento.
    Esempio: servigli corto sul dritto e allunga sul rovescio. (che tradotto vuol dire il tuo avversario è lento fallo muovere).
     
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  4. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Condivido molto l'opinione di Ortensio sugli aspetti da sottolineare.... All'inizio e soprattutto con compagni "che già san giocare" spesso esageravo. E ' ancora la tendenza , fine a sè stessa, di "far vincere"a prevalere, ma questo è normale e giusto: bisogna anche sapere chi si ha di fronte e conoscere il contesto in cui ci si trova....
    Da quando ho avuto esperienze coi ragazzini ho pian piano cambiato metodo e, in una discussione con alcuni tecnici stranieri, dopo aver visto diverse volte il ripetersi della situazione, in diverse occasioni, oltre a cercar di esternare la calma ,comincio cercar di far parlare loro(difficilissimo) ; qualcuno si sblocca cominciando a manifestare impotenza su questo e su quello, cerca di spiegare le sue difficoltà.... rispondendo con calma risolvi senza star a esagerare con fiumi di parole e argomenti di tecnica (che invece va vista in allenamento, meglio se simulando le "situazioni partita") . Certo che se uno ha dei limiti(ad es non "frega" la palla) e si ostina a fare un gioco di palleggio per poi trovarsi una palla da "tirare su" in top che poi va regolarmente in rete, bisogna fargli impostare un gioco a lui più consono sullo scambio....la partita può girare... e lui prender più fiducia nei suoi mezzi... toccherà poi a chi di dovere cercar di gestire tecnicamente il lavoro di miglioramento tecnico.
    Oggi ha esordito un 2005 : un incontro vinto e uno perso. Avversari difficili ,storti con gomme lise e vecchie simili ad anti top, lentissime ... servizi improbabili... la capacità di adattamento è stata quella che ha fatto la differenza, ma nell'incontro perso ho visto dei rallye fantastici con top di dritto e di rovescio degni di categoria superiore.... che dire in questi casi.... Peccato hai perso ma hai giocato bene bravo lo stesso ....NO.... io NON sottolineo "hai perso" ... non lo dico nemmeno...
     
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  5. superciuk

    superciuk Si fa Giorno e cala la notte.

    L'argomento è intrigante e spinoso.
    Nella pallavolo una delle massime da seguire era: non correggere mai più di una situazione alla volta.
    Troppe cose e troppe parole portano molta confusione e pochi risultati.
    Mi piacerebbe portare la stessa regola anche nel tennistavolo ma non sempre ci riesco. :famale:
    Tendenzialmente ho obiettivi diversi a seconda dell'atleta da seguire:
    Con il giovane di poca prospettiva cerco di tranquillizzarlo e di dargli dei consigli finalizzati "alla vittoria".
    Con il giovane di buone prospettive e capacità preferisco guardare l'approccio mentale alla partita e correggere 1 eventuale errore tecnico. Allo stesso tempo cerco anche di spiegargli (in due parole) come l'avversario lo sta mettendo in difficoltà.
    A fine partita in genere mi piace, ove ci sono state, rimarcare scelte di gioco fatte che mi sono piaciute anche se non hanno portato ad un risultato positivo.

    Con giocatori più avanzati e con un gioco decentemente strutturato cerco di dare esclusivamente suggerimenti tattici in relazione alle caratteristiche di gioco del mio giocatore e dell'avversario.

    Infine un fatto è certa: non faccio mai mancare la mia razione di tifo (non da stadio) dalla panchina.
    Per me una panchina silenziosa (che si fa gli affari propri) è inconcepibile... su questo sono stato ampiamente... come dire... supportato da giocatori di esperienza internazionale che mi hanno confermato l'importanza dell'incoraggiamento esterno.


    Riguardo questa parte ritengo ove possibile sia meglio seguire l'atleta.
    In uno sport tecnico e di velocità come il nostro il giocatore che si trova nel dubbio è un giocatore dimezzato. Il tecnico in panca serve sia perchè ha una visione globale del match sia (e forse è addirittura più importante) perchè effettua scelte che "deresponsabilizzano" l'atleta che può trovare benificio nell'applicare determinate direttive senza il peso della responsabilità della scelta.
    Naturalmente giocatori di esperienza possono nel corso della partita decidere di cambiare tattica autonomamente... ma qui siamo a livelli dovv sono loro a consigliare noi. :p
     
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  6. MATADOR

    MATADOR Utente Noto

    Nome e Cognome:
    DARIO CIOFFI
    Qualifica Tecnico:
    Tecnico di Base FITeT
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    ASD TT MEDITERRANEO BUSETO-TP
    Questo è davvero un bel thread.....
    Amo allenare, specie i ragazzini....l'ho fatto con i "primi calci" nel calcio e col tennis tavolo.... avendo preso solo il patentino di primo livello tanto tempo fa'......sono molto poco tecnico.....in ambedue gli sport non ho potuto trasmettere infatti una forte tecnica di base,ma..... con orgoglio posso dire di aver fatto "innamorare" i ragazzini di quello che facevano..... penso che questa sia a prescindere una grande vittoria....
    creare dei mostri di tecnica che dopo pochi anni lasciano perchè prendono in odio e assuefazione quello che hanno imparato non credo si possa definire un successo..... credo che chi lavora coi bambini abbia la grossa responsabilità di insegnargli l'amore per quello che fanno, il rispetto dell'avversario e l'onestà anche nei momenti difficili....è normale che poi bisogna però anche dare l'esempio.....
    Con gli adulti , almeno ai livelli con i quali mi interfaccio io (D1-C2...) credo ci voglia solo la capacità di trasmettere tanta serenità....rincuorare sempre...farsi sentire con tifo e parole d'incitazione.....e palese che a volte da fuori , pur non avendo grandi competenze, alcune situazioni si leggono e si devono segnalare a chi stà giocando.....ma il tutto inducendo meno stress possibile....di norma la frase che ripeto sempre ai miei nei momenti difficili è : "SIAMO QUI PER DIVERTIRCI, IL TUO PUNTO NON CAMBIERA' LA VITA A NESSUNO...IL TUO SORRISO SI' !!!!, QUINDI ORA TORNA IN CAMPO E GIOCA PER DIVERTIRTI ACCADA CIO' CHE ACCADA!!!" ....poi se invece di fare il secondo top sulla puntinata lunga l'appoggi forse è meglio...cosi' tiri la successiva e vedrai che ti diverti un po' piu' tu e un po' meno l'avversario.......!!!! ;)
    ......il senso per capirci è un po' questo......
    EL MATA
     
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  7. Max

    Max Utente Noto

    Squadra:
    TT Aquile Azzurre - Milano
    Anche perchè non si può!! Se c'è un arbitro serio, come fiati al di fuori del cambio di set o del time out è ammonizione!!

    Questo me lo disse una volta anche Costantini... mi disse: devi far parlare prima lui, perchè devi portarlo a fare quello che gli dici tu in modo che sia convinto, e far parlare prima lui ti serve per trovare la chiave.
     
  8. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Fino a quando il ragazzo non avrà un bagaglio tecnico completo, non credo alla tattica ma focalizzo tutto sulla tecnica, credo sia inutile dire per esempio tira top lungolinea, o apri con maggior rotazione quando il ragazzo non è in grado di farlo, in una fase successiva tra un set e l'altro preferisco prima confermare quanto di buono il giocatore sta facendo e dare pochi semplici consigli tattici che siano immediatamente comprensibili sia per la poca lucidità del giocatore in quel momento e sia perchè quei semplici consigli tattici devono essere già testati in allenamento in modo che l'atleta non si trovi spiazzato di fronte ad una nuova situazione ma vada abbastanza in automatico con quanto tatticamente e strategicamente abbiamo fatto in allenamento, dove per strategicamente intendo l'allenamento ed il perfezionamento del colpo ed il relativo utilizzo in situazioni di partita, ad esempio top con maggiore parabola a fine campo avversario contro un blocker (tattiche). Di fronte invece a situazioni di irrigidimento per nervosismo che inficiano la buona riuscita del colpo il mio consiglio dipende dal livello dell'avversario che se reputo sia minore allora consiglio al mio giocatore di giocare con gli altri colpi a sua disposizione, se invece è alla pari o superiore allora cerco di tranquillizzarlo e lo invito a riprovare senza paura, consapevole che altrimenti in ogni caso perderebbe l'incontro.
     
  9. senigallia

    senigallia Domenico Ubaldi

    Nome e Cognome:
    Domenico Ubaldi
    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    Squadra:
    Tennistavolo Senigallia
    Seguivo un prima dalla panchina. Per superare il proprio avversario avrebbe dovuto giocare di dritto, invece insisteva col il rovescio, nonostante i continui richiami. Pettinelli mi si avvicina chiedendo il motivo di quel gioco. Gli spiego e lui mi dice di consigliare il gioco di rovescio! Detto e fatto. Il mio assistito inizia a giocare prontamente di...dritto.
    Ricordo anche un ragazzetto, che la tecnica aveva portato a gareggiare con persone molto più grandi, ribellarsi al tecnico di panchina che lo stava conducendo alla vittoria con i suoi suggerimenti tattici.
    Certo, sono casi limite ma li ho ricordati perché chi sta in panchina dovrebbe possedere il talento di "capire" il proprio giocatore e se è pronto ad accettare suggerimenti. Se il giocatore non vuol essere aiutato è meglio fargli sentire solo la vicinanza.
     
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  10. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Anche nelle truppe alpine c'erano muli di prima categoria. :D

    Restando in argomento :D secondo il mio modesto parere c'è una coaching philosophy che funziona sempre, in palestra come in panchina: "bastone & carota" (in senso figurato, naturalmente). Con uno solo dei due ingredienti non si va molto lontano.

    Saper motivare è fondamentale, saper tirare fuori il meglio dal nostro giocatore, stimolare attivamente la sua autostima e fargli sentire che abbiamo fiducia in lui, al contempo usare carisma e autorevolezza se lo vediamo poco volitivo o poco concentrato, ma senza ferirlo nell'orgoglio. Grinta sì ma non rabbia.
     
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  11. enzopacileo

    enzopacileo Utente Noto

    Nome e Cognome:
    vincenzo
    Categoria Atleta:
    Fuori Quadro
    Sempre utili e importanti i tuoi consigli, oggi però quelli che giustamente tu consideri casi limite sono diventati più frequenti con delle "cassanate" che veramente sono imbarazzanti anche per chi le vede, troppo spesso come si dice dalle mie parti "la carne va sopra i maccheroni" cioè l'atleta umilia il tecnico con atteggiamenti da star, penso che un pò più di sana disciplina non guasti condita sempre con la giusta mediazione e gestione delle situazioni emotive
     
  12. mendmax

    mendmax Utente congruo ed appropriato

    Nome e Cognome:
    massimo mendeni
    ...come si dice dalle mie parti "la carne va sopra i maccheroni"...

    listino_chitarra-abruzzese.jpg ed io sopra ancora consiglio "dolcetto d'alba" di quello buono... e tutto torna a posto!!!:campione:
     
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  13. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    [​IMG]
     
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  14. andras

    andras Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Riccardo Belli
    Categoria Atleta:
    4a Cat.
    Squadra:
    T.T. MONDOVI'
    [​IMG]
    ma qualcosa tipo questo non potrebbe funzionare?!!
     
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  15. mendmax

    mendmax Utente congruo ed appropriato

    Nome e Cognome:
    massimo mendeni
    Per motivare un'atleta prendiamo esempio dal ciclismo.
    imagesCA4SYHFX.jpg :D.
     
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  16. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Per una volta cerchiamo di mantenere un 3D "pulito".... per favore...La battutina ci sta,per carità....
     
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  17. mendmax

    mendmax Utente congruo ed appropriato

    Nome e Cognome:
    massimo mendeni
    Chiedo umilmente perdono ma la passione (per il Dolcetto d'alba) a volte mi fa esagerare... propongo un Grignolino Ok!
    Pace fatta?:approved:.
     
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  18. John Locke QDL

    John Locke QDL Fondatore Gruppo Rinco

    Categoria Atleta:
    Non Tesserato
    .........Io ai miei allievi "insegnavo" anche a ridere...........

    A volte funzionava anche nei coaching
     
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  19. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    :approved:

    Il coach che si prende sempre troppo sul serio finisce per essere preso per il culo dagli allievi più sgamati (che di solito essendo i più svegli sono anche i più capaci) e così finiscono per perdere di autorevolezza e di carisma. Mimmho.
     
    Ultima modifica: 24 Ott 2013
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  20. Chicco

    Chicco superiperappassionato

    Nome e Cognome:
    eric
    Squadra:
    TTBiella
    Sgamati o no è una questione di rispetto.... e anche questo deve far parte del bagaglio dell'atleta .... così come la fiducia,che deve esser biunivoca altrimenti cade tutto.
    ma dite... alla fine di un incontro perso è meglio star zitti o rincuorare ....
    Cominciare a dire ,se avessi fatto cosi ... se avessi risposto così... se facevi quella battuta.... o dire semplicemente c'è ancora un pò di lavoro da fare , ti manca ancora l'esperienza.... ma fa lo stesso... ricorderai la prox volta...
     
Status Discussione:
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