che fare?

Hey ragazzi,ho una domanda a bruciapelo.
A breve mi servirebbe una risposta.
Mi ha chiamato poco fa il presidente della mia squadra chiedendomi se domani posso andare a giocare con la D1,visto che uno ha mal di schiena e non puo andare.
Solo che io sto facendo il campionato in D3,siamo primi a punteggio pieno e mi diverto molto con la mi. Squadra.
So bene che a volte in D3 ci sono partite poco stimolanti ma tanto io devo fare esperienza e mi va bene cosi.
Il problema e' che io adoro giocare,e da quel che ho capito se gioco anche solo una volta in D1 poi non potro' piu tornare con la mia squadra in D3.
E magari non giocare piu nemmeno in D1 appena passa il mal di schiena al tizio.
Voi che fareste?????
Ora ho preso un po di tempo ma tra poco devo sapergli dire qualcosa.
E propendo piu per il no.

 

Vedo che gli stessi problemi ce li hanno un po' dappertutto...
Se gli dici di si poi ti finisce a fare la riserva in D1, se gli dici di no passi per uno che non ha a cuore la causa...
Datti malato, digli che sei invitato ad un matrimonio, che si cresima tua figlia, che operano tua suocera, che la tua religione ti impedisce l'attivita' sportiva nei giorni pari dei mesi dispari, che a causa della congiunzione astrale attraverserai un pomeriggio di semi-infermita' visiva... Se con la tua squadra ti diverti continua con quella ! Se nelle altre non si si sanno organizzare.... diamine, dovevano cercare proprio te ????

 

Vorrei dirti: "fa la cosa giusta" ma sarebbe troppo facile.

Allora fai così: non dire di no e non avere rimpianti. Spero tu sia ricompensato facendo ancora la riserva in D1 e giocare ancora.

Un torneo lo si fa per sè. Il campionato si fa con gli altri. Stare in una Società sportiva è anche questo: aiutarsi.

Sliding Doors.

No rimpianti, ricorda. Non ti voltare indietro.

 

Beh.Oramai ho detto che non me la sento di lasciare i miei soci.
Avendo iniziato questo campionato ho sposato un progetto,abbiamo un bel gruppo e non mi va di lasciarlo.
Anno prossimo vedremo.
Grazie comunque.

 

Io mi comporterei così:
- se hai possibilità di ottenere un risultato positivo andrei in D1;
- se non c'è questa possibilità tanto vale mandare qualunque elemento disponibile ed inutilizzato presente in società e continuerei nella mia squadra.
- Se non c'è nessun altro andrei... per forza.

Compito della società è rispettare gli impegni di campionato, salvaguardare gli equilibri interni e permettere ad ognuno di fare la migliore attività possibile in base alle capacità individuali.

 

Beh,fortunatamente aveva un piano B.
Se fossi stato io l'unica soluzione avrei accettato x forza.
Ma visto che c'erano alternative meglio cosi.

 

Ricordiamoci che i campionati a squadre son delle società: è la società che decide chi come dove quando e perchè....,certamente a certi livelli ogni presidente di buon senso tiene conto di tutti quei fattori che salvaguardano gli equilibri societari dando la precedenza agli impegni presi (la squadra incompleta non penalizza solo alcuni giocatori ma soprattutto la società con rischio perdita di anni di risorse).
E' il paradosso di uno sport individuale come il nostro.

 

Io da sempre mi batto per la politica del "Quinto elemento" ....... ovvero fare squadre a priori di almeno 5 elementi in società perchè questo salvaguardia abbastanza queste situazioni.... si gioca un po' di meno (se si mette su' un onesta turnazione...), ma si fa' piu' gioco di squadra....queste situazioni sono molto rare, e c'e' pero' alla fine piu' soddisfazione da parte di tutti, poiche' è vero che si fa' qualche partita di campionato in meno, ma si compensano magari con qualche torneo qua' e la' che si puo' fare durante l'anno....

 

quoto .
Naturalmente al proprio interno vi saranno accordi verbali di impegno da parte dei giocatori. Negli ultimi 15 anni che frequento l'ambiente dei campionati a squadre ho visto passare generazioni di pongisti e mi son fatto una mia opinione: le performance migliori le ho viste da squadre composte da tre elementi affiatati i quali hanno preso sul serio l'impegno del campionato. Le squadre composte da quattro persone che riescono a fare gruppo e chiamarsi squadra riescono a gestirsi in modo ottimale chiarendo i proprio impegni all'inizio della stagione. Quelle composte da molte persone ... rappresentano una "valvola di sfogo" per dar la possibilità ad alcuni di fare esperienza ad altri di prendersi meno impegni: paradossalmente è da queste formazioni che si hanno i maggiori problemi di gestione.... a volte manca il numero legale proprio perchè nessuno si prende l'impegno seriamente pensando "tanto siamo in molti "...

 

Caro Chicco so' cosa vuoi dire....ma è pur vero che giocare con soli 3 elementi vuol dire avere per un anno tutti i pianeti allineati.....ovvero no Matrimoni...no Compleanni...no Cresime.......no FEBBRI....... etc...etc...
se va' tutto bene 3 elementi ben decisi e "impegnati" sicuramente sono indice di grande affidabilità, ma avere sempre pronte 2 riserve "presentabili" salva da imprevisti di sorta....non ultima l'esigenza che avrebbe richiesto il sacrificio del KING per salvaguardare la società.........
"IN MEDIA STAT VIRTUS ....ma anche VERITAS........"......

 

Vero , ma in genere, e soprattutto quando ci son compagini in gironi molto equilibrati, si deve valutare se "impegnare" un riserva che poi non giochi quasi mai (in genere a risultato "acquisito" o quasi) o farlo giocare molto in serie inferiore per poi salire in emergenze specifiche. Inoltre il regolamento permette ai giovani di salire e riscendere nella serie da cui provengono ,il problema quindi non si pone se vi è dietro un pò di attività giovanile. Altri saran gli aspetti da valutare.
Comunque credo che i dirigenti capaci di ogni asd siano in grado di gestire al meglio (e col minor danno umano possibile) le diverse situazioni che possono verificarsi durante l'anno.
Non esiste regola universale per il caso in questione, tranne il fatto che gli atleti siano a disposizione della società.

 

Avere la squadra composta da solo tre elementi( soprattutto nelle categorie più basse) significa sperare di non avere imprevisti e di avere a che fare con persone molto responsabili: con buon senso, qualche riserva bisognerebbe prevederla sin dall'inizio campionato.

 

Posso dire al Giudice Unico che me lo ha detto Chicco?

In A1 e A2 è possibile per le riserve disputare max due incontri e poi tornare al proprio campionato. Altro ninzò!

Articolo 31. - Utilizzazione degli/delle atleti/e nel campionato.
1. - Gli atleti italiani (tutti i settori) che hanno giocato un incontro in un qualsiasi campionato (sia nazionale che regionale), possono essere utilizzati, in qualsiasi momento, solo in squadre della stessa Società di livello superiore, rimanendo vincolati a tale campionato. Tale passaggio di livello può avvenire soltanto una volta e detti atleti non saranno più utilizzabili nel livello inferiore.
2. - Qualora una Società abbia iscritto più squadre nella stessa fase o nello stesso livello di campionato, non può scambiare gli/le atleti/e fra le varie squadre, restando ciascuno di essi/e vincolato/a alla squadra con la quale è sceso/a in campo per la prima volta.

 

Con me sfondi una porta aperta.
La mia idea di sport dilettantistico è far giocare quante più persone possibile con la massima continuità nel livello che compete loro.
Lo sport deve dare piacere nel praticarlo ed allo stesso tempo richiede impegno con se stessi, con i compagni di squadra, con la società.
Come "riserva" preferisco avere il buon giocatore che non ha più voglia di giocare/impegnarsi, il bimbo che ancora non sa tenere in mano una racchetta, "la nonna di qualche tesserato ".
Può essere che in questo modo qualche obiettivo sfugga ma almeno chi ha voglia di giocare gioca.
Questo fino ad al livello, direi, di C1/B2. A livelli superiori è invece meglio avere almeno un quarto giocatore in linea con gli obiettivi da raggiungere.
Che poi sia :
- usato in turnazione;
- "parcheggiato";
- usato nelle categorie inferiori;
dipenderà dagli accordi fra società e giocatore.