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Atleti o giocatori?

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Milocco Ettore, 15 Ago 2017.

Status Discussione:
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  1. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT FIUMICELO
    Atleti o giocatori?
    Completo è chi parte da giocatore, sta nella parola stessa l'idea insita del gioco e del divertimento,compreso un minimo di tempo a disposizione per provare in modo autonomo le soluzioni più adatte al proprio stile,racchetta,avversario,che poi via via,si andrà a completare immettendo una preparazione atletica più consona ad un gioco di torneo sempre più qualificato.A stima un buon 75-80 % dei pongisti italiani sono per lo più giocatori,i rimanenti sono in procinto o vorrebbero diventatre anche atleti,magari con mire professionistiche.I giocatori,in genere ,sono dotati di una migliore battuta,perchè non occorre un granchè di dispendio fisico e hanno più tempo per ricercare e dedicarsi in modo autonomo a diverse soluzioni,anche improvvisate,ma che comunque ottengono gli scopi prefissati,ovvero quelli di impedire improvvisi attacchi avversari,far direttamente punto o attaccare subito dopo,con la prima o seconda palla a disposizione.
    Tutto ciò s'impara meglio fin da subito,perchè gli errori o l'immediato punto perso rappresentano un prezioso scrigno,cui poter attingere perchè frutto di esperienza personale,esperimentato sulla propria pelle e con i propri occhi,piuttosto con quelli di un altro intermediario.Senza nulla togliere ad un bravo tecnico che saprà meglio illustrare e perfezionare.
    L'errore più grande che può commettere una Federazione di Tennis Tavolo?Privilegiare su larga scala l'aspetto fisico dell'atleta e trascurare quello del giocatore che non intende,o non può diventare professionista.Ecco allora spiegato il successo montante di tornei con racchette tutte uguali,oppure il lancio voluto e ricercato persino dall'ITTF,di tavoli out door,ridicoli pure,ma funzionali all'idea di portar il tennis tavolo fuori dalle usuali palestre per farlo ritornare uno sport/divertimento per tutti,anche in spiaggia,anche con le infradito.L'idea in sè non è pellegrina.Aumenterà la base di giocatori?...aumenterà pure la percentuale di atleti competitivi.Passerà questo concetto anche in Italia?
    stima ettore
     
    A politiz29, ttsermide, mendmax e 1 altro utente piace questo messaggio.
  2. Ortensio

    Ortensio Utente Noto

    Secondo me l'idea di fondo è "più gente tiene una racchetta in mano, più possibilità ci sono che una sera qualcuno si presenti in palestra !". Banale ma lineare. E spero efficace.
     
    A andras e ttsermide piace questo messaggio.
  3. eta beta

    eta beta Pnaftalin Balls

    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT Ossola 2000 Domodossola
    Giocleti, atlatori.

    Anche in questo aspetto soffriamo dello stesso complesso d'inferiorità per cui ci affrettiamo a specificare "tennistavolo, non ping pong.

    Chi pratica uno sport di confronto (match) è un giocatore (player) sia che si tratti di calcio... oppure tennis o scherma o... tennistavolopingpong.

    Chi pratica sport di prestazione senza match (atletica ecc.) non è un giocatore e l'appellativo più adatto a definirlo è "atleta".

    Ma si può essere runners della domenica o pongisti full time,
    la differenza la fa solo il grado e la quantità di preparazione (specifica e fisica) che mettiamo nell'apprendimento, nell'allenamento e nella pratica.
     
    Ultima modifica: 16 Ago 2017
    A Amazeing, emilio68it, mendmax e 1 altro utente piace questo messaggio.
  4. Milocco Ettore

    Milocco Ettore Utente Noto

    Nome e Cognome:
    Ettore Milocco
    Categoria Atleta:
    5a Cat.
    Squadra:
    TT FIUMICELO
    ci affrettiamo a specificare "tennistavolo, non ping pong.

    L’ho constatato anch’io,molti hanno un attacco d’idiosincrasia,quasi una ribaltamento di stomaco,quando sentono abbinare la parola tennis tavolo a gioco,preferendo,invece, l’accostamento pongista-atleta.Credo che ciò sia dovuto alla paura che molti temono di riportare il tennis tavolo indietro ai tempi del ricreatorio,
    dei collegi o dei seminari,dove si poteva giocare con sandali,saio o tenuta molto casual e libri in mano al posto della racchetta .Così per dare un ‘impronta maggiormente sportiva alla nostra disciplina e per non dare addito a coloro che l’hanno vista per una volta solamente,di tacciarla come sport per signorine,s’è deciso una volta per tutte di irrobustire il nostro sport con l’uso di maggior forza,durata e consistenza atletica, favorendo l’inserimento nei quadri tecnici di personale adatto e preparato a tale scopo che molto e tutt’ora indefessamente si prodiga per portare avanti il lavoro per cui è stato ingaggiato e continuarlo sulla falsariga per cui è stato scelto.Bene così,…..
    Ma...?......
    Si può paragonare il nostro sport semplicemente a una specialità d’atletica,o di tuffi,dove uno più spesso gareggia da solo,sulla sua prestazione e non direttamente a contatto con altri partecipanti e avversari?
    ……qui occorre più lo spirito d’atleta,preparare bene il corpo e la mente per la sfida…..A se stesso.

    O non è invece il nostro uno sport di confronto,in cui si sente continuamente l’alito dell’avversario sulla nostra pelle,anche se non c’è contatto fisico,che farà di tutto per intralciare la nostra corsa,o tendere dei tranelli,magari con sgambetti,sotterfugi e capitombolo finale,al fine di conseguire ,ciascuno,il proprio risultato e/o tornaconto?
    e……qui occorre più propriamente il giocatore a “tutto tondo” che sappia e conosca a fondo i meccanismi del gioco,delicati e complessi,da sintonizzare come orologio svizzero di marca,una questione tecnica,vera tecnica artigianale in primis…mossa ,contromossa ad una velocità,che uno non decide mai da solo,ma dovrà adeguare e adeguarsi,alle velleità e alle intenzioni dell’altro contraente giocatore e difatti,in quei frangenti,non si riesce quasi mai a mettere in pratica ciò che il proprio allenatore suggerisce.
    E a livello più alto,parliamo di nazionale ,per ottenere i migliori risultati possibili,quanto incide il giocatore e quanto incide l’atleta?Un connubio perfetto di 50%?Viene prima il giocatore o l’atleta?
    E nella nostra Nazionale?Spesso noto,nelle interviste post partita,a parziale giustificazione di una sconfitta,che questa viene attribuita alla mancanza di “qualcosa” ,da parte dei nostri alfieri portacolori e raramente,o quasi mai,a quello che han messo sul campo i nostri degni e vittoriosi avversari.Da anni stentiamo ad inserire un nostro pongista nel tabellone principale di un qualsiasi torneo europeo,anche quelli Challenges,di minor levatura,per la defezione dei cinesi o asiatici,diciamo nei primi 128 giocatori continentali.Bisognerà dunque migliorare l’aspetto tecnico,o l’aspetto fisico?

    E’ una questione di tirare più forte,più a lungo,oppure di tirare e di parare meglio i colpi avversari?
    Quindi spallate più robuste o,non invece , indecifrabili, lievi e sottili movimenti per arrivare bene sulla palla o per impedire nel contempo che ci arrivi prima l’avversario?
    Il personale scelto e gran parte dello “staff tecnico” ha fatto una diagnosi di quello che c’è e di quello che serve per innalzare il livello qualitativo?Anche quando i risultati non sono pari alle attese? Sicuramente sì,poi ognuno la vede con i propri occhi.E sicuramente avranno rimproverato chi non è riuscito a garantire la “solita prestazione” o la concentrazione necessaria per superare quel dannato set perso per pochi punti. Ma nel caso occorresse una componente tecnica in più o diversa dalle strade finora battute,è in grado lo stesso personale di apportare i dovuti e necessari cambiamenti?
    Visto la provenienza e la formazione,ma direi anche l’abito mentale dello “staff”attualmente operativo,questi,nel suo complesso, può semplicemente pensare o ipotizzare altre metodologie,altri modi di fare per provare a salire nelle classifiche internazionali?
    Al di là di come uno la pensi,credo che questo sia molto,molto difficile.Se uno è dentro difensore,continuerà nel suo”intimo” a sentirsi e a professare un gioco difensivista e sceglierà come compagni di viaggio altri difensivisti ad oltranza.Così vale per gli attaccanti,ma vale lo stesso per quelli che investono esclusivamente sul materiale tecnologico di gomme e racchette,vale per gli “ all round”con gioco pressoché uguale da quando i loro avi hanno aperto per la prima volta la porta della palestra,……..
    Vale anche per chi considera il nostro sport un agglomerato di salti,di corse,di piegamenti,
    di spinte che devono essere in numero e con coefficiente forza superiori a quelli dell’ avversario.
    C’è poca voglia di cambiare e migliorarsi,soprattutto per la oggettiva difficoltà,una volta lassù,di raggiungere anche piccoli risultati nel breve e medio periodo.Lo si capisce dal fatto e dal come “gli abitudinari”(così li definisco),amino circondarsi da persone che la pensano allo stesso modo,invitando agli “stages” in loco,esperti pongisti di Federazioni amiche,sintonizzati sulla medesima lunghezza d’onda,infine portino alla ribalta lo stesso tipo di atleti fotocopia uno dell’altro e mettendo da parte quelli che si discostano dal modello ortodosso,ovvero l’ ”originale”che hanno in testa.
    Il futuro campione mondiale sarà prima di tutto un “atleta”,cui inserire il meccanismo del gioco,oppure un pongista con già chiare le idee tecniche di gioco fondamentali,quelle più dinamiche,su cui innestare una preparazione fisica adeguata per ottimizzare il gioco stesso?
    Molte squadre di calcio vorrebbero Bolt calciatore nelle proprie fila. Per un club calcistico forse è meglio Pirlo,con tutti i suoi acciacchi.Anche lì bisogna far girare veloce la palla.E sapere come si fa.Anche da fermo.
    Allora tennis tavolo,più gioco o prestazione atletica?Valorizziamo entrambi,ma alla lunga vincerà chi avrà giocato meglio,saltare e correre di più non sono,pur ottime prerogative,sufficienti.Oppure,c'è ancora qualcuno che lo pensa?
    ettore
     
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