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Intervista a 360° sul tennistavolo

Discussione in 'Chiacchiere sul Tennis Tavolo' iniziata da Davide, 19 Gen 2005.

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  1. Davide

    Davide www.slambasket.net

    Squadra:
    Untouchables Verona - squadra amatoriale
    Carissimo Presidente Bosi, quale è la situazione attuale del tennistavolo in Italia ?

    Risposta ovvia, è come chiedere all’oste come è il suo vino; così così. Intendo dire che in certi settori non si è potuto intervenire per mancanza di fondi, ma in altri si è fatto davvero tanto, come ad esempio il potenziamento delle attività internazionali, o ancora la sistemazione amministrativa della FITeT le cui modifiche strutturali le società le sentiranno in futuro. Tutto sommato, alla fine dei 15 anni mi sento di tracciare un bilancio più che positivo. Posso dire a testa alta che questa macchina federale darà delle risposte.

    Quale è il futuro dell’impianto sportivo di Terni ?


    Diversi sono i progetti che orbitano attorno al bellissimo e funzionale impianto di Terni. Obiettivo finale è sempre garantire alla struttura la stessa funzionalità che ha oggi, a fisarmonica, e cioè poterlo sfruttare al massimo, per poter gestire qualsiasi tipo di richiesta di utilizzo. E’ indiscusso oramai che Terni è il punto nodale del tennistavolo. Ed è comunque indubbio anche che oramai i costi che si sostenevano anni fa non potranno più essere sostenuti.

    Le squadre della Nazionale ?

    Non esito a definire la situazione ottima. Le ragazze sono campionesse d’Europa, è una squadra giovane, che può crescere e produrre risultati ancora per tantissimi anni. I maschi hanno delle potenzialità incredibili, con Cavallo Pazzo (Massimiliano…) in pole position, in grado di raggiungere qualsiasi risultato. Purtroppo, per mille motivi, ci aspetta un grande lavoro sul settore giovanile. Se sarà intensificato? Al mio successore l’ardua sentenza!

    Comunque, si punterà sui giovani ?

    Ritengo che i soldi saranno gestiti facendo delle scelte, ma sempre puntando sui giovani.

    I Tecnici degli organici federali sono abbastanza motivati ?

    Sempre stati motivati, non so se il futuro consiglio cambierà persone, oppure no.

    Il tuo ruolo nella prossima presidenza?

    Dichiaro apertamente tramite questa intervista telefonica registrata, e lo sottoscrivo, che io non ho nessuna intenzione di fare il presidente-ombra. Collaborerò soltanto per fare da memoria storica e non ho intenzione di partecipare agli errori dei miei successori! Chi mi seguirà ha assolutamente un’altra filosofia. Ipotizzando Franco Sciannimanico alla Presidenza, non lo so, esattamente, quali siano i suoi pensieri e le sue volontà. Posso però dedurre che, essendo Franco un uomo di marketing, sicuramente ci saranno degli sforzi federali in questa direzione. Io ho una funzione di supporto, non vorrò essere coinvolto bei processi decisionali. Il mio ruolo sarà internazionale, di servizio al mio Paese, in collaborazione con la Fitet. Mi sento assolutamente italiano.

    Cosa ne pensi dell’oramai cronico strapotere Cina ?

    Beh, essere filocinesi, oggi, è quasi un obbligo. E quasi impossibile muoversi senza la Cina, ma non per questo bisogna esserne schiavi. Bisogna però sempre ricordarsi che oggi l’80 % dei soldi del marketing internazionale arriva dalla Cina o da interessi di aziende europee o mondiali nei confronti del vastissimo mercato cinese. La Wolkswagen, ad esempio, ha rinnovato la sponsorizzazione, ma solo per avere visibilità nel mercato cinese. La grandiosità del fenomeno Cina è un problema per gli stessi cinesi; il non avere concorrenti appiattisce lo spettacolo, ed anche il marketing internazionale ne deficita. E anche la Cina lo capisce, ma a tratti. Nel senso che loro ‘esportano’ tecnici ed atleti, ma è ovvio che è un pò masochistico aiutare gli altri per farti battere !!!

    Dopo la Cina, c’è l’Europa ?

    Sì, ma solo se riusciamo a lavorare insieme. Stiamo provando in Europa a fare una politica comunitaria, ma è difficile trovare delle strategie comuni. Ad esempio strategie tecniche in comune; sono qui adesso in Portogallo proprio per questo motivo. Purtroppo, a tutt’oggi, in Europa manca la cultura di andare avanti insieme.

    Ma come mai il tennistavolo in Europa si è diffuso in maniera così difforme ?

    La diffusione dipende dalle situazioni storiche, dalle differenze climatiche, dalle capacità dei dirigenti, e dalle vicende interne dei dirigenti stessi. Si tratta di lottare aspramente contro una tradizione, contro un certo tipo di cultura, la cultura monosportiva: in Europa tutto ciò che non è calcio o pallavolo o pallacanestro sembra un giochetto da oratorio. Certo, c’è chi non sta molto messo male: la Germania, ad esempio. Vantano 50 anni di tennistavolo in più di noi, hanno un diverso tipo di organizzazione. La Francia è molto statalizzata (dirigenti, tecnici ed amministrativi sono pagati dallo stato); volta si diceva che era la copia della Russia. Ancora la Germania ha una struttura molto decentrata, con comitati regionali che sono delle vere federazioni. Per questo possono vantare circa 700.000 tesserati. La Russia invece a tutt’oggi è un fenomeno assolutamente incomprensibile. Da quando il sistema russo si è collassato, c’è una certa confusione, sono andati avanti i centri ognuno per conto loro, come delle unità singole. E questo stato rappresenta un problema grosso, in quanto la Russia ha un patrimonio di tecnici che non vorremo perdere. La Svezia sono pochi, veramente pochi, ma con una grande tradizione.

    Insomma, c’è chi ride e c’è chi piange anche in Europa ?

    Esatto, e il mio compito è proprio questo: continuare a fare del mio meglio per il tennistavolo.


    www.tennistavolo.it
     
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